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La politica del fuoco amico
Tra Pdl e Lega, alleati alle regionali, dichiarazioni e divergenze come proiettili vaganti
Pubblicato il 31-01-2010
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Per la serie: “Dagli amici mi guardi Dio, che dai nemici mi guardo io”.
Il Popolo della Libertà e la Lega Nord, alleati in coalizione per lanciare Luca Zaia alla presidenza del Veneto, stanno affilando le armi per l'imminente campagna elettorale.
Ma l'impressione è che i reparti schierati - invece di prepararsi alla battaglia con gli avversari - stiano più attenti ad evitare il “fuoco amico”, e cioè gli spari provenienti dalle unità del proprio esercito.

Il grintoso assessore regionale uscente del Pdl Elena Donazzan - una che di fuoco alle polveri se ne intende, avendo un'ampia base elettorale tra i cacciatori - nel recente passato aveva sparato a zero contro il Ministro delle Politiche Agricole leghista Luca Zaia, da lei accusato di “eccessivo presenzialismo nelle cose che non lo riguardano”.
“Nella zona di Treviso c'è un ministro super eccitato. Calmatelo” aveva scritto la pasionaria della destra bassanese rimediando, per l'occasione, la celebre replica di Zaia: “Galan dia una sculacciata alla Donazzan e la mandi a letto senza cena”.
E ora che Zaia è il candidato alla presidenza del Veneto - sostenuto da una coalizione Lega-Pdl che sulla carta parte in ampio vantaggio - la Donazzan, ricandidatasi in Regione, corre ai ripari.
Inserita, secondo indiscrezioni di stampa, nella “lista nera” dell'aspirante governatore leghista del Veneto, l'assessore regionale afferma: “tra me e Zaia nel passato si è trattato di frizzanti “battute” a tutto favore della stampa e della visibilità di entrambi”. Dimenticando di ricordare, nel suo comunicato stampa, che le “battute” in questione non erano state pronunciate al bar ma in un messaggio inviato al Presidente del Consiglio Berlusconi e al Ministro per i Rapporti con le Regioni Raffaele Fitto.
Sull'ipotesi “lista nera” la candidata del Pdl afferma che “le cose serie sono altre” e che “Zaia è troppo intelligente per lasciarsi andare a cadute di stile lesive della buona opinione che la gente ha di lui”.
In politica, si sa, la coerenza è un valore raro. Ma è difficile pensare che il candidato presidente della Lega non se la sia, in qualche modo, legata al dito.
Altri segnali di grande nervosismo arrivano dalla politica locale.
Nel Comune di Bassano, dove Pdl e Lega erano in coalizione alle ultime elezioni comunali, le divergenze tra i due gruppi politici, già evidenti in campagna elettorale, sono all'ordine del giorno.
E' il caso, significativo e recente, delle “Torri di Portoghesi”: la Lega, da sempre contraria al progetto urbanistico, ha votato “sì” all'annullamento delle delibere dell'Amministrazione Bizzotto mentre il Pdl, eccezion fatta per il consigliere Rodolfo Celestino, se ne è lavato le mani uscendo dall'aula consiliare per non partecipare al voto.
La politica non si fa con i “se” o con i “ma”: ma è lecito chiedersi, con questi presupposti, cosa sarebbe successo nel primo anno di Amministrazione se a diventare sindaco fosse stato Egidio Torresan.
C'è infine chi - sulla competizione interna tra Lega e Pdl, seppure alleati alle regionali - è uscito ufficialmente allo scoperto.
Antonio Pasinato - candidato del Pdl alle elezioni di fine marzo -, il coordinatore provinciale del Popolo della Libertà Pierantonio Zanettin e Dino Secco, vicepresidente Pdl della Provincia (a presidenza leghista) non hanno usato mezzi termini: “Tra noi e la Lega si apre una competizione forte”, “Puntiamo non solo al superamento del centrosinistra, ma anche della Lega”, “Lo spazio dato alla crescita della Lega è stata la base del ricatto al presidente Berlusconi per la presidenza del Veneto.”
La politica del fuoco amico? Eccola qua. Proiettili vaganti che minano la coesione di una coalizione teoricamente fortissima. E la sensazione, da qui a fine marzo, è che la santabarbara sia ben rifornita.
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