Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 20-03-2009
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Data stellare 1281,9, anno solare 2270. Dal diario di bordo del Comandante Kirk:
"Spazio, ultima frontiera. Ecco i viaggi dell’U.S.S. Enterprise durante la sua missione quinquennale, diretta all’esplorazione di nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di vita e di civiltà.
Al rientro da infinite galassie la nostra astronave ha fatto rotta su Marte.
I dispacci interstellari ci avevano informato che su quel pianeta aveva proliferato una particolare forma di vita vegetale importata dalla Terra.
Era bianca, liscia e commestibile: il suo nome è “asparago di Bassano”.
Lo coltivavano, in speciali serre pressurizzate, i primi coloni insediatisi sul suolo marziano provenienti dalle remote basi terrestri di Bassano, Cassola e Rosà.
Dicono che più di due secoli prima uno scienziato della NASA, Barry G. Goldstein, fosse giunto in quei luoghi per dire ai terrestri bassanesi che la sonda spaziale “Phoenix” aveva scoperto che il suolo di Marte era ricco di sostanze alcaline con presenza di acqua e quindi adatto alla coltivazione degli asparagi.
La notizia ebbe vasta eco e portò buoni frutti: nel 2030, con la prima missione umana su Marte, c’era anche una delegazione di Bassano coi primi semi del bianco turione da piantare.
Era giunto il tempo della nostra visita. All’arrivo su Marte dell’”Enterprise”, i coloni terrestri ci hanno fatto grandi feste. Ci hanno offerto, in segno di amicizia, un mazzo di quel prodotto spaziale che parlando fra loro chiamavano “sparasi”.
Il marchio era verde, l’asparago bianco e il pianeta era rosso. Gli stessi colori della bandiera, impiantata sul terreno della prima “sparasara” coltivata sul pianeta.
La produzione avveniva una volta all’anno ed era regolata dalle severe leggi dell’ “Associazione per la tutela dell’Asparago Marziano di Bassano D.O.P. - Denominazione di Origine Planetaria”.
Grossi quantitativi del turione stellare venivano trasportati dagli shuttle interplanetari fino alla Terra e quindi alla base di Bassano, dove nel frattempo l’asparago originale si era estinto.
L’interno pressurizzato della base dei coloni era molto accogliente. Il nostro equipaggio ha potuto degustare una specialità del pianeta: i “Sparasi e ovi alla Marziana”, di cui i terrestri erano molto ghiotti. Le uova - e un vino in bottiglie spaziali chiamato “Vespaiolo” - giungevano appositamente da Bassano nei viaggi di rientro degli shuttle interplanetari.
Il contatto con la nuova forma di vita vegetale e coi primi, pacifici abitanti di Marte era stato stabilito. La missione era compiuta. Siamo ripartiti verso nuove infinite galassie. Ma dopo aver provato i “Sparasi e ovi”, l’Universo non era più lo stesso."