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Quando una serie è più efficace della realtà
Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La domanda da 6 milioni di euro
Tares, il servizio rifiuti di Etra sul banco d'accusa di Confcommercio Bassano: “Un costo da giustificare e da controllare”. E sugli aumenti impazziti della tassa si valuta una class action nei confronti del Comune di Bassano
Pubblicato il 17-10-2013
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Se ti convocano una conferenza stampa alle due del pomeriggio, l'orario meno indicato per questo tipo di cose, ci sarà un perché.
E il perché è presto detto: a quell'ora il mercato ortofrutticolo di Bassano non lavora. I commercianti dell'ortofrutta sono quindi liberi e possono partecipare all'incontro, che oltre ai giornalisti è allargato alle categorie più colpite dagli aumenti impazziti della Tares nel Comune di Bassano del Grappa.
Perché è di Tares che si parla di nuovo, ed è nuovamente Confcommercio Bassano a levare gli scudi sulla squilibrata distribuzione in città dei carichi impositivi della Tassa Rifiuti e Servizi tra le diverse categorie professionali e produttive.

Il presidente dei commercianti di Bassano Nico Cattarin e il presidente mandamentale di Confcommercio Luca Chenet. Oltre alla Tares, nel mirino dell'associazione di categoria c'è anche Etra (foto Alessandro Tich)
Oltre agli ortofrutticoli (travolti da un aumento del 170% rispetto alla Tarsu dell'anno scorso) ci sono baristi, ristoratori, titolari di pizzerie. Tutte categorie colpite a Bassano da un rincaro della tassa di almeno il 100%: e il clima che si respira nella sala Righetto della sede di Confcommercio è quello della fossa dei leoni.
Anche i vertici associativi, nell'occasione, sono belli carichi. E aprono un nuovo, anche se non inedito, fronte di contestazione. Oltre alle iniziative promosse dall'associazione di categoria in merito agli aumenti “impazziti” del tributo, di cui riferiremo in seguito, l'argomento centrale che emerge dalle dichiarazioni del presidente mandamentale Luca Maria Chenet e dal presidente comunale Nico Cattarin è infatti la domanda da 6 milioni di euro.
E cioè, per la precisione, da quasi 5 milioni e 8: oltre 10 miliardi delle vecchie lire che il Comune di Bassano deve pagare a Etra per l'esercizio 2013 del servizio rifiuti, che da quest'anno dev'essere coperto al 100% col gettito della Tares. Gettito preventivato in 6 milioni e 102mila euro complessivi - per pagare la “fattura” di Etra, più 300mila euro circa di costi interni dei servizi comunali -, di cui 2 milioni e 478mila euro calcolati dall'Ufficio Tributi del Comune a carico delle attività commerciali e produttive.
Secondo la Confcommercio bassanese, il costo di servizio di Etra - che a Bassano fa risultare una spesa pro capite del servizio rifiuti di gran lunga superiore ad altri importanti Comuni come Schio e Thiene - necessita di appropriate verifiche e di opportuni chiarimenti, per un importo ritenuto eccessivo nel rapporto tra costi e benefici e la cui consistente entità, parametri di “diseguaglianza” della Tares comunale a parte, viene indicata all'origine di tutti i problemi.
“Nessuno controlla l'operato dell'Etra e nessuno verifica la qualità del servizio - afferma Chenet -. Siamo in grado di giustificare questi 6 milioni? Nessuno è stato finora in grado di controllare come vengono spesi questi soldi.
E' necessario verificare se si tratti di un servizio non conforme, per una società come Etra che è un ente certificato, che permette ad esempio che alle 11 del mattino ci siano ancora i rifiuti in centro storico. In questo momento c'è la necessità di strumenti di controllo, come la polizia urbana o i dipendenti comunali. E' pur vero che il Comune di Bassano ha un'importante quota di Etra e il controllore dovrebbe essere l'azionista del controllato.”
Per questo Confcommercio Bassano ribadisce l'opportunità di indire un bando di concorso per individuare un'alternativa ad Etra, nel campo del servizio rifiuti, secondo i criteri della libera concorrenza.
Per il presidente comunale Cattarin “tutto il comparto della gestione dei rifiuti non sta funzionando in modo ottimale”. Da qui l'esigenza di “rimodulare il rapporto tra Comune e Etra, che non è mai stato chiarito”.
“Nel 2012 Etra ha avuto un utile di 5 milioni e ha pagato 3 milioni di tasse - incalza Chenet -. Gli altri 2 milioni sono stati accantonati. Un ente di proprietà pubblica dovrebbe invece avere un pareggio di bilancio con zero utili. Bisogna rimodulare il contributo all'Etra.”
Dalle reazioni del pubblico, si intuisce che l'argomento è un nervo scoperto.
Gli operatori del commercio presenti in sala sembrano concordare sulla percezione di un problema che appare come un vaso ormai colmo, e di cui la Tares è solo l'ultima goccia. Compreso Fiorenzo Zanon, alias Bauto, storico ristoratore bassanese, il quale - per dirlo senza troppi giri di parole - è incazzato come una iena.
“Io voglio pagare i rifiuti come il gas e come la luce, e cioè in base a quanti rifiuti produco - sbotta Zanon, irrompendo sulla scena della conferenza stampa dalle sedie del pubblico -. Basterebbe un microchip sul bidone, e invece se sto fermo dieci giorni, pago i rifiuti lo stesso. Ed è una cifra che pesa, perché qua ormai ogni peo che va fora vien contà. E non capisco perché Etra ci fa pagare l'acqua produttiva tre volte e mezzo rispetto all'acqua domestica. Mi devono spiegare per quale motivo. Si parla sempre dei rifiuti, ma anche l'acqua è una questione che va chiarita. Allora è giusto fare un bando e aprire alla concorrenza.” Applauso spontaneo dell'uditorio.
La domanda da 6 milioni di euro, nel frattempo, attende una risposta.
E intanto, per la Tares...
E la Tares? Sulle “disparità di applicazione” della tassa operate dal Comune di Bassano, l'associazione di categoria conferma la volontà di non lasciare le cose come stanno.
Il presidente Chenet annuncia che Confcommercio Bassano sta valutando gli estremi di tre diversi fronti di intervento: una class action, e cioè un'azione legale collettiva, nei confronti del Comune di Bassano; una verifica sull'incostituzionalità dei criteri di ripartizione contributiva del provvedimento comunale sulla base dell'art. 53 della Costituzione (“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”) e una più equa rimodulazione delle aliquote, applicata ai sensi dell'“ignorato” Decreto Legge n. 102 del 31 agosto 2013 che consente ai Comuni di modulare diversamente il carico del tributo.
Prima di intraprendere azioni di rottura, tuttavia, l'associazione auspica la ripresa di un tavolo di confronto con il Comune. Un primo “segnale” è arrivato ieri, in un incontro in Comune degli albergatori a cui l'ente pubblico ha espresso la disponibilità a ricalcolare i parametri di imposizione della tassa.
Ma resta il pressing e soprattutto il malcontento delle altre categorie tartassate dagli aumenti “impazziti”. Per le quali, anche se a titolo personale, parla ancora l'incontenibile Zanon: “La Baxi paga 40mila euro in meno di Tares, ma fa 600 coperti per i dipendenti a mezzogiorno e produce l'umido di dieci ristoranti.
Se un'industria ha una mensa, la mensa paga a parte! Quello che mi ha fatto più arrabbiare è che sono andato in Comune a chiedere del perché non c'è stata concertazione e non ho avuto risposta. Penso che sono imbarazzati ad aver fatto la torta senza chiamare il pasticcere.”
Intanto gli uffici di largo Parolini, come informa il direttore di Confcommercio Bassano Riccardo Celleghin, hanno attivato un servizio di consulenza gratuita per gli associati in materia di Tares. “Il servizio - spiega il direttore - è svolto da un pool di professionisti già incaricati degli accertamenti per conto dei Comuni, e che si sono resi conto delle anomalie nell'applicazione della tassa.”
“Proprio ieri - rimarca Celleghin - il titolare di un ristorante, che comunque aveva già dei problemi, mi ha detto che la Tares è stato il colpo di grazia e entro fine anno chiuderà l'attività. Se non si riapre un tavolo col Comune per la rimodulazione delle aliquote, le categorie più colpite sono pronte ad azioni molto forti.”
La prima delle quali, se nel frattempo non saranno garantiti dei correttivi alla tassa, sarà una presenza di protesta in occasione del prossimo consiglio comunale di Bassano del Grappa.
“Io al consiglio comunale ci vado, e porterò la griglia - scherza alla fine, ma non troppo, il re della bistecca alla fiorentina Fiorenzo Bauto -. C'è molta carne al fuoco.”
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