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Parte a Bassano la raccolta firme per la proposta di legge di iniziativa popolare per il ripristino dei Tribunali tagliati dal governo. Il presidente dell'Ordine forense Savio: “Senza il Tribunale, Bassano diventerà un borgo medievale"

Pubblicato il 17-10-2012
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“Il Decreto dice che le spese per il trasloco dei Tribunali sono a carico dei Comuni. Io di soldi non ne ho e il trasloco non lo faccio.”
Stefano Cimatti, sindaco di Bassano del Grappa, azzera alla fonte il problema della chiusura del palazzo di giustizia di via Marinali, decisa dall'inflessibile ministro Severino, e del trasferimento degli uffici giudiziari in quel di Vicenza.
E' solo una battuta, ma che la dice lunga sul clima di incertezza che caratterizza la fase operativa del riordino della geografia giudiziaria, ridisegnata dalla tagliente matita del governo Monti.

Foto: archivio Bassanonet

Oltre a Cimatti, attorno al capezzale del moribondo Tribunale siedono - riuniti in conferenza stampa in municipio a Bassano - i rappresentanti dell'Ordine degli Avvocati e del Comitato spontaneo per la salvaguardia di Tribunale e Procura, l'avvocato e consigliere comunale Antonio Mauro, altri sindaci del territorio (Racchella di Cartigliano, Mocellin di Pove, Ferazzoli di Cismon, Pavan di Mason Vicentino e Scettro di Marostica), il “portavoce” della Provincia Dino Secco e alcuni rappresentanti delle categorie economiche.
Tutti insieme appassionatamente, per l'ennesima volta, per lanciare la nuova e a quanto pare decisiva iniziativa per tentare ben oltre il tempo massimo, nella prossima legislatura del dopo-Monti, il recupero e il mantenimento degli uffici giudiziari in città: la sottoscrizione della proposta di legge di iniziativa popolare sulla “Riforma della geografia giudiziaria” promossa dal Comune di Montepulciano (Siena), sede di uno dei 31 “tribunalini” cancellati dalla spending review dell'Esecutivo.
La proposta di legge, depositata in Corte Costituzionale lo scorso 6 luglio, sancisce l'abrogazione del comma 1 della Legge Delega 14/9/2011 del parlamento sulla “Nuova organizzazione dei tribunali ordinari” - in applicazione della quale il governo ha approvato il suo contestato Decreto - e “l'abrogazione dei decreti legislativi già emanati in attuazione della Legge Delega”.
Vi risparmiamo i cavilli di legge, i dettagli di procedura e gli aspetti tecnici: la prima cosa essenziale da spiegare è che se la proposta di legge di iniziativa popolare raggiungerà le 50mila firme di adesione - come previsto dalla Costituzione - dovrà essere presentata e discussa in parlamento.
Se poi il parlamento - ed è questa la seconda cosa essenziale da dire - approverà la proposta di legge, tutti e 31 i tribunali, le 220 sedi distaccate e gli 850 uffici del Giudice di Pace cancellati dal provvedimento dall'attuale governo saranno automaticamente ricuperati nelle sedi originarie.
Nei due anni successivi avverrà poi la “rimodulazione” dei circondari giudiziari: in parole povere, e tanto per fare un esempio, il resuscitato Tribunale di Bassano potrà allargare la propria area di competenza secondo le necessità che emergeranno dal territorio.
Per raccogliere le 50mila firme su tutto il territorio nazionale a sostegno dell'iniziativa legislativa del Comune toscano il tempo a disposizione è limitato: la scadenza è infatti prevista per il 15 novembre.
Ma il Coordinamento Nazionale degli Ordini professionali Minori, che ha deciso di lanciare la sottoscrizione popolare alla proposta di legge esprime, ottimismo: 50mila firme, visto il grande numero di città coinvolte, non è un risultato difficile da raggiungere.
Ma ora è il momento di darsi da fare: e a Bassano del Grappa l'Ordine degli Avvocati e il Comitato spontaneo, assieme all'Amministrazione comunale, lanciano ufficialmente la campagna di raccolta firme nei 31 Comuni dell'attuale circondario giudiziario del Tribunale di Bassano.
Le firme di adesione alla Proposta di Legge di Iniziativa Popolare potranno essere apposte negli appositi moduli disponibili nei gazebo che saranno allestiti allo scopo in città, negli Uffici Elettorali dei Comuni interessati (a Bassano presso la sede dell'Anagrafe in via Verci) e presso la cancelleria del Tribunale.
Negli altri Comuni si potrà firmare nei luoghi e nelle modalità che saranno decise dai rispettivi sindaci.
Nel Bassanese, in realtà, la firma sarà doppia: oltre a sottoscrivere l'iniziativa di legge sulla “Riforma della geografia giudiziaria” i cittadini - su un diverso e separato modulo - potranno firmare il loro sostegno al mantenimento del Tribunale di Bassano, proseguendo l'azione della petizione promossa nei mesi scorsi dal Comitato spontaneo e che ha già raggiunto le 18mila firme. L'obiettivo è quello “di ottenere più firme possibili a sostegno del Tribunale di Bassano, da presentare al Presidente della Repubblica”.
Le 50mila firme a livello nazionale sono dunque una missione possibile e la posta in palio è importante, ma i promotori - dopo tanti mesi di martellante propaganda a favore della causa della Giustizia bassanese - temono l'“effetto assuefazione” dei cittadini.
Francesco Savio, presidente dell'Ordine forense, ribadisce per la millesima volta che quella del Tribunale “non è solo una questione degli avvocati” e che la chiusura del palazzo di giustizia porterà, per effetto-domino, alla chiusura degli altri uffici cittadini: Agenzia delle Entrate, Inps, Inail, Commissariato di Pubblica Sicurezza.
“Bassano diventerà un borgo medievale - ammonisce Savio -. Senza questi uffici, nessun imprenditore vorrà più investire in questo territorio.”
La giustizia, dunque, come motore dell'economia? Il presidente di Confcommercio Bassano Luca Maria Chenet si spinge addirittura oltre: “Senza il Tribunale di Bassano - arriva ad affermare - non avremmo avuto questo benessere nel nostro territorio.”
Carlo Brunetti di Confindustria Bassano - riferendosi all'incontro sul tema della sicurezza tenutosi ieri tra la sua associazione di categoria e i dirigenti locali di Polizia e Carabinieri - riferisce l'allarme lanciato dai relatori: “Il Veneto, in Italia, è medaglia di bronzo di infiltrazione mafiosa”. Da qui la necessità di mantenere, e anzi potenziare, i “presìdi giudiziari di prossimità” attualmente esistenti.
E allora firmi qui, prego. Con tutti i problemi che abbiamo già in testa, ci mancherebbe pure il ritorno al Medioevo.

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