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Attualità

Famiglia: risorsa o problema?

Il Direttore di "Famiglia Cristiana" Don Antonio Sciortino ospite degli "Incontri Senza Censura".

Pubblicato il 17-10-2009
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Recita l'Articolo 29 della nostra Costituzione: "La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sulla eguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare". Ma quanto di quello che viene scritto corrisponde a verità? Come viene considerato il nucleo familiare all'interno della società italiana? Quanto sta a cuore alla politica italiana la salvaguardia di questa vera e propria istituzione? Sono solo alcuni degli aspetti affrontati da Don Antonio Sciortino nel suo "La famiglia cristiana: una risorsa ignorata", presentato alla Libreria di Largo Corona d'Italia nell'ottavo appuntamento di approfondimento culturale.
Un dibattito per affrontare una questione che sembra essere priorità di ogni formazione politica, ma che alla verifica dei provvedimenti concreti delinea una situazione di profondo abbandono, come lo stesso ospite si preoccupa di precisare fin dalle prime battute del suo intervento: "In ambito di politiche familiari tutti i governi, di destra come di sinistra, hanno miseramente e clamorosamente fallito: le poche iniziative che vengono messe in pratica hanno un significato quasi esclusivamente demagogico, affrontando la questione come si affronterebbe un fastidioso problema da risolvere, tirando a campare e giustificando i propri fallimenti con le repentine trasformazioni che interessano la nostra società. Non ci si rende conto che, senza famiglia, un Paese non ha futuro".
Ad essere messo sotto accusa dal giornalista è l'intero sistema culturale del nostro Paese, colpevole a suo dire di offrire una visione distorta del nucleo familiare: "Nei serial televisivi ci vengono presentate vere e proprie 'famiglie allargate' in cui il ruolo dei genitori si mischia a quello degli altri innumerevoli parenti che animano le vicende dei personaggi. Non mi voglio addentrare sulla veridicità o meno di un modello di questo tipo, ma è proprio la famiglia 'tradizionale' che bisogna riscoprire. Ma di questo in televisione non si parla, perchè non garantisce ascolti. Possibile che nessuno si renda conto di come la società italiana stia man mano perdendo il suo tratto distintivo nel mondo? A braccetto con il concetto di 'famiglia' vanno molti altri aspetti che stanno svanendo, in una perdita generale di quei valori che costituiscono la ricchezza di una cultura degna di questo nome. E in un contesto di questo tipo anche alla Chiesa vanno attribuite alcune mancanze".

Don Antonio Sciortino con Giandomenico Cortese, presentatore della serata.

E, parlando di famiglia, non si può fare a meno di concentrare la propria attenzione sui giovani: "Un tempo i figli erano convinti di poter vivere un futuro migliore rispetto a quello vissuto dai rispettivi genitori. Ditemi se al giorno d'oggi si può affermare la stessa cosa: la sensazione che prevale ora tra i giovani è insicurezza mista a pessimismo e quelli che riescono ad essere economicamente indipendenti prima dei 25-30 anni sono delle mosche bianche. L'Italia sta invecchiando e non c'è ricambio generazionale: non è ipotizzabile trovare tutte le soluzioni in poco tempo, ma bisogna ritornare anche solo a parlare di famiglia. Bisogna affrontare il problema con decisione prima che questa tendenza si incancrenisca, ammesso che non sia già troppo tardi".
Iniziative come il "Family Day" o gli incentivi per le nuove nascite non possono bastare: famiglie e politica devono dialogare tra loro senza mediazioni, per evitare che le speranze di chi intende costruirsi un futuro vadano a perdersi miseramente nei labirinti della burocrazia italiana.
"Bisogna ridare alla gente la speranza, - conclude Sciortino - perchè se ci viene tolta anche quella non ci sono Finanziarie che tengano. E la politica deve abbandonare la sciagurata usanza di distruggere sistematicamente quello che le precedenti Amministrazioni portano a termine ad ogni avvicendamento elettorale, indipendentemente dalla bontà o meno dei provvedimenti presi. Un sistema gestito in questo modo non potrà che generare insicurezza, l'ultima cosa di cui abbiamo bisogno".
Nonostante lo scenario descritto non sia certo dei più confortanti, oggi come un secolo fa il sogno di molti giovani resta quello di trovare una persona con cui condividere la vita e dei figli, ai quali tramandare i propri valori. Nessuno ha la certezza di poter realizzare i propri sogni, ma la speranza è un elemento cui nessuno può rinunciare.

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