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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Segnali di fumo
Il “patto civico” dell'Amministrazione di Bassano per contrastare vandalismi e degrado in centro storico: voi ci avete capito qualcosa?
Pubblicato il 04-09-2014
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Vi dirò la verità: ieri è arrivato in redazione il comunicato stampa dell'Amministrazione comunale di Bassano sulle azioni per fronteggiare il problema della sicurezza e del degrado in centro storico, di cui ci occupiamo in un altro articolo (“Poletto Security”), ma l'ho pubblicato solamente oggi.
I contenuti di testo non vanno messi in linea a scatola chiusa, ma bisogna valutarli e anche comprenderli - a beneficio, a sua volta, della comprensione di chi ci legge - prima di renderli pubblici. E vi confesso, in tutta franchezza, che ho letto e riletto più volte quel comunicato, ritardandone la pubblicazione, cercando di cogliere la sintesi del messaggio. Ovvero, struca struca, che cosa il Comune di Bassano è intenzionato a fare. E vi giuro - mettendo anche sul piatto l'eventualità che la cosa sia dovuta a mia incapacità - che io non l'ho ancora pienamente capito.
La comunicazione del Comune di Bassano trae spunto dagli articoli apparsi negli ultimi giorni sulla stampa locale, dopo il raid notturno nel fine settimana di un gruppo di giovanissimi vandali (ragazzi e ragazze) che hanno fatto il finimondo su una fila di macchine parcheggiate in via Mure del Bastion, a pochi metri da Porta Dieda dove i cretini della notte hanno messo in atto altre eroiche gesta di inciviltà.
La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Unanime, sui giornali, la reazione dei residenti: il centro storico, dicono, è in preda al degrado e all'insicurezza. Nel mirino delle proteste i pochi controlli (la questione dei turni di pattugliamento notturni della polizia locale si trascina da anni), la scarsa illuminazione (quando c'è), l'assenza di un sistema di videosorveglianza degno di tale nome.
Una levata di scudi che ha provocato un effetto domino: apponendo, sul quaderno delle lamentele, non solo la preoccupazione per gli atti di teppismo urbano ma anche per il diffondersi in centro storico di fenomeni di inciviltà fin troppo tollerati dai tutori dell'ordine e del decoro pubblico come gli addii al celibato del fine settimana.
Di tutto e di più, al punto che l'Amministrazione Poletto, messa alle strette dalle ultime notizie di cronaca e di attualità, ha diramato il comunicato stampa in questione, con oggetto: “Centro storico e sicurezza: il percorso dell'Amministrazione comunale”.
Il comunicato afferma nelle prime righe: “In questi giorni le cronache riportano casi di degrado e vandalismi che, seppure contenuti, sono stati colti fin da subito dai nuovi amministratori nella loro potenziale gravità e alcune azioni, in risposta, sono già pronte.”
Non c'è dubbio che rispetto a più eclatanti episodi di degrado e vandalismo riportati ogni tanto dalle cronache nazionali i casi citati siano “contenuti”, ma il brano riportato sopra è indice del fatto che la percezione del problema, da parte del governo cittadino, non sia ancora arrivata al punto giusto. Per una città delle nostre dimensioni, dieci auto parcheggiate alla mercé di un gruppo di scatenati non sono un episodio “contenuto” e la gravità non è “potenziale” ma effettiva. Provate a chiedere a uno dei proprietari delle vetture prese di mira dagli imbecilli della notte che cosa ne pensa al riguardo.
Fossi io uno di loro, a fronte di cotanta affermazione, direi a Carglass di mandare la fattura per la sostituzione del parabrezza direttamente al sindaco.
Riccardo Poletto, da parte sua, ricorda che “i nostri vigili urbani rispettano già il terzo turno fino a mezzanotte o all'una” e che quanto accaduto va considerato come “un campanello di allarme al quale rispondere su diversi piani, che possiamo sintetizzare in tre concetti: concertazione, educazione e repressione”.
Il sindaco afferma ancora che “non possiamo più permettere spettacoli indecenti, soprattutto nelle zone più sensibili e turistiche della città” ma avverte: “Non è nostra intenzione usare solo le maniere forti per recuperare il senso di civiltà che abbiamo perduto e che sta alla base della migliore convivenza.”
Da qui la novità proposta da Poletto e dai suoi assessori, nel segno della “concertazione e educazione” poste alla base, prima ancora della repressione, della risposta dell'ente pubblico alla questione: la realizzazione di un “patto civico” per la sicurezza e contro il degrado in centro storico.
Ma è proprio su questo aspetto centrale del “percorso” dell'Amministrazione che - così come è stato comunicato - avverto degli indefiniti segnali di fumo: nel senso letterale di fumosità dei contenuti.
Ora vi copio e incollo - in relazione all'annunciato “patto civico” - la dichiarazione testuale, inserita nel comunicato, dell'assessore alla Sicurezza Angelo Vernillo, sulla cui volontà di affrontare e di risolvere il problema non nutro peraltro dubbi di sorta:
“La sicurezza costituisce un diritto primario dei cittadini, la cui salvaguardia è imprescindibile, sia in forma individuale che collettiva e la tutela della sicurezza urbana va intesa come complesso delle iniziative non solo di presidio del territorio, ma anche di condivisione dell’obiettivo del “buon vivere” tra i fruitori delle singole aree cittadine, per contemperare le esigenze dell’imprenditoria con quelle dei cittadini. La tutela del decoro, in particolare, costituisce obiettivo da condividere tra tutti gli attori del tessuto sociale, ottenibile con la piena sinergia degli stessi mediante azioni educative, preventive, programmatorie e solo a seguire eventualmente sanzionatorie. Il non corretto uso delle aree pubbliche, che si concretizza tipicamente nella privazione dell’altrui diritto alla quiete, alla libertà di circolazione, al mantenimento di un ambiente pulito e sicuro nell’accezione ampia del termine, impone l’individuazione di un percorso condiviso di politiche integrate di sicurezza e di rispetto delle regole di civile convivenza, a garanzia del miglioramento della percezione di benessere globale dei cittadini, siano essi residenti ovvero fruitori delle strutture economiche del territorio. Il patto terrà conto di tutte queste cose.”
Alzi la mano chi, a prima vista e alla prima lettura, ha capito l'essenza del discorso. Io, personalmente, ci vedo tutto e il contrario di tutto: inevitabile, parlando di sinergie tra “tutti gli attori del tessuto sociale” mirate a costruire un “percorso condiviso di politiche integrate di sicurezza e di rispetto delle regole di civile convivenza”.
Un nobile proposito, ma come tradurlo sulla pratica?
Cercheremo di “intercettare” i presunti giovani teppisti (come individuarli preventivamente?) per educarli a un comportamento più consono alla convivenza civile, riuscendo a fare quello che in una vita non sono riusciti a fare i loro genitori? Cercheremo il dialogo con i professionisti dell'elemosina, che rompono l'anima impunemente alla gente nei giovedì e sabato di mercato, per tentare, come fanno i Testimoni di Geova, di portarli sulla retta via? I baristi del centro chiuderanno la porta agli addii al celibato, dicendo di stare alla larga e di diffondere la voce che Bassano non ne può più, rinunciando a lauti incassi in bevande alcoliche? Sorgerà un nuovo “tavolo” di concertazione per definire strategie, attori e ruoli delle “azioni educative, preventive, programmatorie” da mettere in atto prima delle eventuali misure sanzionatorie?
Sinceramente non so dirvelo: il “chi”, “cosa” e “come” del patto civico per la sicurezza e contro il degrado dovrà essere necessariamente oggetto di nuovi comunicati.
Mi auguro, come sempre, di sbagliarmi e di essere smentito. E cioè che l'Amministrazione di Bassano del Grappa abbia effettivamente in cantiere un concreto piano di azione che le consenta di prendere in mano - in modo efficace, innovativo e “condiviso”, come è di moda dire - le redini della sicurezza urbana e che il fumo nasconda in realtà la preparazione di un corposo arrosto.
Concordo del resto sul fatto che puntare solo ed esclusivamente sulla repressione porta a magri risultati: la politica alla Rambo dell'assessore alla Sicurezza dell'era Bizzotto Claudio Mazzocco è ancora impressa nella nostra memoria. Ma anche un'eccessiva apertura al dialogo e alla comprensione, privilegiata rispetto alle più classiche misure preventive e quindi repressive di ordine pubblico, in questo campo è controproducente e non vorrei che i fenomeni di inciviltà e la microdelinquenza ritrovassero a Bassano terreno fertile per un'esagerata dose di buonismo applicato.
E' la regola della tazzina: quando c'è troppo zucchero, il caffè è da buttare.
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