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La Russa: “Le minacce non appartengono alla nostra cultura”
Il ministro della Difesa e coordinatore nazionale del Pdl interviene a Rossano Veneto alla prima “Festa della Libertà”. Il caso-Gelmini "è frutto della predicazione dell'odio”
Pubblicato il 23-10-2010
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“Queste cose non mi intimidiscono”. Ignazio la Russa, ministro della Difesa e coordinatore nazionale Pdl, risponde così a una nostra domanda sulle minacce apparse su internet nei confronti della collega di governo e di partito Maria Stella Gelmini, che era attesa domani alla prima “Festa della Libertà” a Mottinello di Rossano Veneto e che invece - su invito e consiglio dell'assessore regionale Elena Donazzan - ha dovuto rinunciare all'appuntamento.
Giunto questo pomeriggio nel capannone della festa Pdl per partecipare ad un incontro sul tema “Veneto Italia, un'unica bandiera” e a una successiva cena con i simpatizzanti, il ministro ha indetto una conferenza stampa per rispondere, a ruota libera, alle domande dei giornalisti. Massiccio, nell'occasione, lo spiegamento delle forze di sicurezza all'esterno del capannone e all'interno dei locali della festa.
“Le minacce - ha continuato La Russa - non fanno paura al Pdl né al ministro Maria Stella Gelmini. Sono frutto della predicazione dell'odio e della strumentalizzazione politica nel merito delle contestazioni. Credo che non bisogna mai accettare queste cose con indifferenza.”

Il coordinatore regionale Pdl Alberto Giorgetti, il ministro Ignazio La Russa e l'assessore regionale Elena Donazzan
“Vi è mai capitato - ha proseguito - di assistere a un'azione di disturbo strumentale e organizzato da parte di esponenti di destra o di centrodestra? Questa cosa non appartiene alla nostra cultura, che è quella del vero confronto civile e democratico, e non trovo giusto che questa differenza non venga evidenziata dalla stampa e quindi all'opinione pubblica. Noi non di degniamo di scendere su questo terreno. Abbiamo mai sognato di disturbare una Festa dell'Unità? Io credo che questo modo di intendere la politica qualifichi chi la sceglie e chi non la contrasta adeguatamente.”
“C'è via di mezzo che non condividiamo e che è un errore incentivare - ha ancora detto il ministro -, come quella dei “grillini” che si presentano alle manifestazioni altrui, con l'alibi di fare informazione, creando del disturbo organizzato. Questo è un approccio alla politica fondato sulla cultura del disturbo e mirato ad entrare a gamba tesa. Non è quello il modo di educare i giovani.”
E sul piano politico? Il confronto interno tra le due anime del Popolo della Libertà e l'uscita dal partito della componente di Fini sono i due attuali banchi di prova della tenuta del Pdl rispetto al consenso degli elettori.
“Nel Popolo della Libertà - ha affermato il ministro - la procedura del processo di integrazione è molto avanti. Tutte le scissioni nella destra e nel centrodestra hanno fatto scomparire chi ha pensato di rompere il progetto comune. Le correnti? Ci sono sempre state, e sono deleterie solo se si tratta di correnti di contrapposizione e create come collante del potere. La stampa continua a cercare la pagliuzza nell'occhio del Pdl e non vede la trave nell'occhio della sinistra.”
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