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Alessandro TichAlessandro Tich
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Politica

Candidata a rischio

In via di approvazione in consiglio regionale la proposta di legge Padrin sulla non candidabilità dei consiglieri regionali con due mandati all'attivo. Elena Donazzan si oppone. Passasse la legge, nel 2015 resterebbe a casa

Pubblicato il 23-10-2014
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Ma guarda un po'. E' da anni che, sulle pagine di questo portale, seguo le esternazioni di Elena Donazzan nei confronti di atti e dichiarazioni degli schieramenti politici avversari.
Ma che un siluro terra-terra, diretto anche a lei, partisse dalla sua stessa area politica, e cioè il centrodestra, questo proprio non se lo sarebbe aspettato.
Il fatto è questo: il consiglio regionale del Veneto, entro l'anno, si riunirà per discutere e approvare la proposta di legge presentata dal capogruppo consiliare di Forza Italia Leonardo Padrin per l'introduzione del limite retroattivo di due mandati per i consiglieri intenzionati a ricandidarsi.

Essere o non essere? Elena Donazzan (foto: archivio Bassanonet)

In altre parole: se il progetto di legge sarà approvato, chi ha già svolto due legislature in Regione non avrà più i requisiti per entrare in lista.
E l'effetto, appunto, è retroattivo: vale cioè per tutti i consiglieri eletti dalla attuale legislatura alle precedenti. Questo significherà che se la proposta diventerà legge, 27 degli attuali 60 consiglieri regionali rimarranno a casa. Compreso lo stesso Padrin e molti attuali big dell'Amministrazione veneta.
E tra questi c'è anche appunto l'attuale assessore regionale all'Istruzione, Formazione e Lavoro Elena Donazzan, eletta consigliere regionale per tre mandati consecutivi a Venezia, due dei quali trascorsi come assessore nominato nelle giunte Galan III° e Zaia.
Alla “patriota” di Pove la novità che si profila non va proprio a genio. “No al limite di due mandati”, scrive perentoriamente nel suo sito internet donazzan.it. E aggiunge: “Sono convinta che ciascun veneto debba e possa scegliere la persona che andrà a rappresentarlo liberamente.”
Ma la proposta apparentemente suicida di Padrin (ipse dixit: “Ritengo che dieci anni siano più che sufficienti per dare il meglio di sé alla collettività”) non nasce per caso, essendo stata generata nientemeno che dai quartieri alti di Forza Italia. Anzi, dal quartiere più alto di tutti: Silvio Berlusconi. Il Cavaliere ha preso atto che la generazione forzista dei tempi d'oro - quella di Giancarlo Galan, tanto per intenderci - è arrivata, per usare un eufemismo, alla frutta. La stanza dei bottoni di Arcore, pertanto, si è resa conto che per rilanciare i consensi l'unica alternativa è quella già tracciata da Renzi: svecchiare i candidati del partito, a cominciare dai consiglieri regionali.
Detto, fatto: Forza Italia ha già messo in pratica il nuovo corso del limite dei due mandati per le prossime elezioni regionali in Emilia Romagna di fine novembre.
Ora tocca al Veneto, con Padrin a fare da apripista. E, a quanto pare, la strada della riforma è già politicamente segnata. Lo scorso 10 ottobre in Regione si è tenuto infatti un vertice di maggioranza con l'intervento dei capigruppo consiliari di Forza Italia, Lega Nord e Nuovo Centrodestra e del governatore Luca Zaia, dal quale è stato deciso il via libera definitivo alla proposta di Padrin.
Salvo improbabili terremoti dell'ultimo minuto, e al netto di modifiche e emendamenti in aula, la legge-tagliola delle due legislature è destinata quindi all'approvazione.
Se così sarà, arriverà il momento del “ciao ciao” per molti esponenti politici regionali protagonisti delle cronache locali da almeno un decennio: potranno comunque consolarsi, se già dotati dei requisiti di legge o quando matureranno l'età indicata dalla legge medesima, con un cospicuo assegno vitalizio.
Se invece la proposta di legge venisse respinta (cosa improbabile, ma in politica nulla va mai dato per certo) ecco che per la Donazzan si schiuderebbe l'orizzonte della quarta candidatura in Regione. Ma il problema è con chi. Sgretolatosi il grande contenitore del PdL, per la pasionaria di destra resta in piedi il dilemma della possibile lista con la quale accasarsi.
Non certo con Forza Italia: non ne ha mai fatto parte e le sue stilettate di queste ore nei confronti della proposta-Padrin e del partito azzurro rendono tale prospettiva semplicemente impossibile. Né tantomeno col Nuovo Centrodestra, originato da una costola della stessa FI. Il suo ambiente naturale è Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, ma il fuoco di sbarramento del “cacciatore” Sergio Berlato rende improponibile anche questa ipotesi. Non resterebbe, per l'esponente politico povese, che tentare di candidarsi in una lista civica collegata al candidato presidente Luca Zaia.
Per la Donazzan non sarebbe comunque una scelta facile: ma il voto del consiglio regionale potrebbe tagliare la testa al toro, e risolvere il suo dilemma una volta per tutte.

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