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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Special report

Cronaca

Commissariata l'impresa della Cittadella della Giustizia

Stato di crisi per la Consta Spa, appaltatrice dei lavori edili. Con un'istanza di concordato di risanamento aziendale. Bloccato il cantiere per due settimane coi dipendenti in cassa integrazione. Ora gli operai hanno 10 giorni per ultimare l'opera

Pubblicato il 23-10-2013
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Da due settimane erano letteralmente scomparsi. Lasciando vuoto e bloccato il cantiere in cui stanno lavorando esattamente da sei anni.
Gli operai impegnati nella costruzione della Cittadella della Giustizia di Bassano del Grappa, dipendenti della Consta Spa già Mattioli Spa di Padova, società appaltatrice delle opere edili del complesso di via Marinali, erano rimasti a casa a lavori oramai praticamente ultimati. Nulla era stato dato ufficialmente sapere, nell'ambito di un intervento edilizio di grande rilevanza per la città che non ha mai brillato per comunicazione esterna con la città medesima.
Ma al bar di fronte all'ingresso del cantiere, luogo di sfoghi e di discussioni degli addetti ai lavori nella pausa caffè, era trapelato il motivo dell'interruzione: cassa integrazione per tutti, per problemi di liquidità dell'azienda.

Le impalcature esterne del cantiere della Cittadella della Giustizia in via Marinali (foto Alessandro Tich)

La qual cosa ha subito alimentato la preoccupazione degli esercenti e commercianti di via Marinali, che da sei anni appunto stanno convivendo con i lavori in corso. E il riferito stato di crisi dell'impresa edile, proprio nel momento in cui il cantiere dovrebbe essere smantellato, ha provocato il giustificato timore di trovarsi le impalcature sul fronte della via ancora allestite e “congelate” a tempo indeterminato.
Un esercente mi riferisce di essersi anche rivolto all'Ufficio Tecnico del Comune di Bassano per chiedere se siano sopraggiunti dei problemi, quale sia la reale situazione del cantiere e se le impalcature saranno finalmente tolte. “Il dirigente al momento non c'è, ci mandi una richiesta scritta”, sarebbe stata la risposta dell'ufficio comunale.
Oggi intanto, con la stessa discrezione e riservatezza con le quali erano stati interrotti, i lavori di ultimazione del cantiere della Cittadella della Giustizia sono ripresi. Riesco a conversare, qualificandomi espressamente come giornalista, con alcuni dipendenti della Consta parlando attraverso uno dei “pertugi” della tela di recinzione delle impalcature. E la conferma arriva dai diretti interessati.
“Siamo un'azienda che lavora soprattutto per lo Stato, e lo Stato ritarda i pagamenti - mi dicono -. L'azienda si trova oggi con 28 milioni di patrimonio, e 78 di debiti. Attualmente siamo sotto commissariamento, con 120 giorni di tempo per vedere come raddrizzare la situazione. Sono state decise due settimane di cassa integrazione per 330 dipendenti. Ora abbiamo 10 giorni di tempo per ultimare i lavori e togliere i ponteggi.”
A questo punto non mi resta che consultare gli archivi sulla rete, dove tutto è scritto e documentato.
La Consta Spa fa parte del gruppo di imprese consorziate del Consorzio Stabile Consta, società consortile per azioni con sede legale a Roma e sede operativa a Padova e appaltatore generale della Cittadella della Giustizia di Bassano del Grappa. Consta Spa è un grosso nome nel ramo delle costruzioni e delle infrastrutture - nato nel 2011 dalla fusione per incorporazione della Mattioli Spa di Padova con le società Soles, Vecom e Isoedil - e viene indicata tra le società vicine alla Compagnia delle Opere, braccio economico di Comunione e Liberazione.
Già negli scorsi mesi l'impresa padovana, a fronte del calo del 30% del fatturato nel 2012 e della crisi nel settore delle infrastrutture, aveva sottoscritto con le organizzazioni sindacali presso il Ministero dello Sviluppo Economico un accordo per la concessione della cassa integrazione straordinaria per 12 mesi, con decorrenza dal 1 maggio 2013, per un massimo di 179 dei circa 370 dipendenti in organico.
Una situazione di grave difficoltà finanziaria che è emersa nonostante un volume di affari in Italia e all’estero superiore ai 100 milioni di euro, un portafoglio lavori di oltre 250 milioni e una serie di importanti appalti in via di realizzazione o recentemente ultimati dall'impresa in Italia: tra questi, oltre al nuovo palazzo di giustizia di Bassano, spiccano il terminal passeggeri dell'aeroporto di Fiumicino, i caselli della Valdastico Sud, il cavalcaferrovia Sarpi Dalmazia a Padova, i lavori di ricostruzione post-terremoto all'Aquila e la variante di Liscate del collegamento autostradale della Brebemi, Brescia-Bergamo-Milano.
L'origine dei problemi della Spa padovana viene tuttavia ricondotta al negativo esito di un grosso appalto internazionale per l'ammodernamento di un ampio tratto della ferrovia Gibuti-Etiopia da cui l'impresa si è dovuta ritirare, dopo aver già realizzato una parte delle opere, perché i finanziamenti si erano rivelati insufficienti.
Nel frattempo, all'inizio di ottobre, Consta Spa ha depositato in tribunale a Padova un’istanza di pre-concordato con cui ha chiesto la concessione di un termine di 120 giorni per il deposito di un piano mirato alla ristrutturazione e al risanamento aziendale.
A seguito dell'istanza, il Tribunale di Padova ha nominato il commissario che gestirà il concordato di continuità dell'impresa: si tratta del commercialista padovano Remo Davì, che dovrà organizzare il piano per la ristrutturazione del debito. L'obiettivo è quello di arrivare all’attuazione del piano entro il 30 aprile 2014, ovvero alla scadenza dei dodici mesi di cassa integrazione straordinaria.
Tra le conseguenze della delicata e complessa situazione vi è stato quindi anche il blocco temporaneo dei lavori nel cantiere di Bassano del Grappa che tuttavia, per quanto in extremis e con reali rischi di blocco continuativo, sarà regolarmente ultimato e consegnato al Comune.
“L'edificio del nuovo tribunale - conferma anzi a Bassanonet l'assessore comunale ai Lavori Pubblici Dario Bernardi - è stato già consegnato al Comune. Mancano soltanto gli ultimi collaudi tecnici formali, alcuni interventi di pittura e la rimozione delle impalcature. L'edificio principale, di 4143 metri quadri di cui 1900 fuori terra, è completato. Gli altri tre edifici fronte via sono ultimati esternamente. Saranno completati internamente a cura del Comune. Le impalcature saranno tolte in una decina di giorni.”
“Una volta terminato il cantiere - continua l'assessore -, la Cittadella della Giustizia non sarà ancora interessata dall'eventuale trasferimento degli uffici comunali. Al Ministero della Giustizia si è infatti costituito un gruppo di lavoro che sta analizzando gli effetti della riforma per proporre al ministro eventuali correttivi. Prima che gli esperti incaricati non giungano alla conclusione del loro lavoro non è pensabile cambiare l'originale destinazione del complesso edilizio, per non compromettere la possibilità di un ritorno degli uffici giudiziari a Bassano.”
E allora per il momento ci teniamo questa grande scatola vuota, che per il rotto della cuffia ha rischiato seriamente di trasformarsi in un cantiere ultimato, ma bloccato sine die: sarebbe stata la beffa finale di una vicenda, ovvero quella del Tribunale di Bassano, dei cui danni e delle cui beffe abbiamo perso il conto.

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