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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

€ssere o non €ssere

Europa, Euro, Euroscetticismo. Giovedì 25 ottobre, agli “Incontri senza censura” a Bassano, serata di pregnante attualità col giornalista Alessandro Montanari

Pubblicato il 23-10-2018
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€ssere o non €ssere: questo è il dilemma. Nel nostro continente il vento dell'euroscetticismo spira forte come non mai, in vista anche delle elezioni europee dell'anno prossimo. E persino l'Italia, Paese fondatore dell'Unione Europea, sta ingurgitando molto amari i cavoletti di Bruxelles. Secondo il sondaggio diffuso nei giorni scorsi da Eurobarometro, che cura i sondaggi di opinione per il Parlamento Europeo, in caso di referendum sulla falsariga di quello della Brexit solo il 44% dei nostri connazionali voterebbe per restare nella UE, contro il 66% a livello europeo. Si tratta della più alta percentuale di euroscettici tra tutti i Paesi membri dell'Unione.
Si aggiunge anche la percentuale degli indecisi che nel Bel Paese è pari al 32%: sempre e ancora la più alta nella UE. Eppure l'Euro, che per qualcuno è all'origine di tutti i problemi, non dispiace: in Italia il 65% degli intervistati si è dichiarato favorevole alla moneta unica, con un aumento di 4 punti rispetto a marzo 2018 e con una percentuale superiore alla media europea. Sono le contraddizioni insite in un processo di integrazione politica ed economica sovranazionale che rappresenta, per vari motivi, una contraddizione in se stessa. A fomentare degli spiriti euronegativi e sovranisti lungo lo Stivale contribuiscono senza dubbio le notizie che ci bombardano tutti i giorni, col tormentone della legge di bilancio del governo passata al severo setaccio e ai rigorosi ammonimenti delle istituzioni europee, portando persino il cancelliere austriaco Sebastian Kurz, presidente di turno della UE, a chiedere alla Commissione Europea di bocciarla se non sarà cambiata. Comunque sia, l'appeal dell'Europa Unita dalle nostre parti è ai minimi storici e l'attuale governo Salvini, pardon Conte, non si straccia certamente le vesti per favorire un'inversione di tendenza. Ma l'euromal di pancia si manifesta anche altrove: dai Paesi Bassi alla Polonia e dalla Slovacchia fino all'Ungheria di Orbán.
E poco importa se oggi i britannici stanno amaramente prendendo atto delle conseguenze della Brexit: la voglia di evadere dalla “prigione” europea sta trasformando molti cittadini, indipendentemente dalle ripercussioni che ciò comporterebbe, in aspiranti Papillon. Proprio oggi il presidente della Romania Klaus Iohannis, che sarà il prossimo presidente di turno della UE, ha dichiarato a Strasburgo che “dobbiamo unire i nostri sforzi per riconquistare la fiducia nell'Unione Europea”e che “la crescita dell'euroscetticismo è un brutto segnale e dobbiamo ascoltare il campanello di allarme che suona”.

Fonte immagine: italynews.it


In questo turbolento contesto, per così dire in progress, entra a gamba tesa - e con tempismo perfetto - la serata a ingresso libero in programma dopodomani sera, giovedì 25 ottobre, con inizio alle 20.45, agli “Incontri senza censura” presso la libreria La Bassanese di Bassano del Grappa. L'incontro in questione, che conclude il programma autunnale della rassegna - organizzata dalla libreria La Bassanese e dall’omonima associazione culturale, col patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Veneto - è significativamente intitolato “Con o senza €uro-pa?” e avrà come ospite e relatore il giornalista e autore televisivo Alessandro Montanari, già collaboratore di Gianluigi Paragone e attualmente a Rete4, nella squadra della trasmissione “Dalla vostra parte”. Non certamente a caso: Montanari è infatti l'autore del libro freschissimo di stampa “€uroinomani”, per i tipi di Uno Editori, nel quale spiega dal suo punto di vista “come l'Euro ha ucciso l'Europa” e analizza le ragioni del “risveglio dei popoli contro le élite”.
“Dieci anni di crisi economica - è la tesi di principio del volume - hanno distrutto la popolarità dell'Europa, rendendo sempre più diffidente il popolo contro i parametri di Maastricht e la soffocante leadership tedesca.” E per l'autore “il clamoroso successo dei partiti populisti e sovranisti che sono arrivati, in Italia, a raccogliere il 50% dei consensi” è dovuto in larga parte proprio ai cosiddetti “€uroinomani”. Vale a dire “tutti quei politici, quegli economisti e quei giornalisti che per troppi anni si sono rifiutati di riconoscere l'oggettiva anomalia dell'euro, ostinandosi a negare il sostanziale fallimento dell'austerità espansiva e sposando acriticamente il nuovo ordine della globalizzazione”.
“Brexit, la vittoria di Trump e le elezioni italiane - evidenzia il testo - dimostrano però che i popoli stanno invertendo la Storia. Quella che è iniziata infatti non è una protesta, ma una rivolta: contro la disuguaglianza crescente, contro l'impoverimento del lavoro, contro la finanziarizzazione.”
Ordunque: Europa sì o no? Ovvero, nel merito più specifico della quotidianità economica: l'Euro ha davvero ucciso l'Europa, come sostengono i sovranisti, o è l'unica salvezza italiana ed europea? Ma soprattutto, ha fatto bene o male l'entrata dell'Euro in Italia? Queste e altre questioni di pregnante attualità saranno al centro della conversazione e del confronto con Alessandro Montanari, che sarà intervistato sul palco degli “Incontri senza censura” da chi vi scrive.
L'amletico dubbio sull'€ssere o non €ssere persiste. Ma serate come questa aiutano, se non altro, a optare per l'una o per l'altra alternativa con maggiore consapevolezza.

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