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Sanità bassanese, la parola ai cittadini

Al via un sondaggio telefonico, realizzato dal dipartimento di sociologia del’università di Trento, che coinvolgerà 500 famiglie sulla qualità dei servizi socio sanitari dell’Ulss 3.

Pubblicato il 02-07-2009
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Elena Pavan

Si parte lunedì. Saranno in tutto 500 i cittadini residenti nei 28 comuni dell’Ulss 3 che, scelti in modo casuale, saranno contattati al telefono dall’Università di Trento. Verranno richiesti 10 minuti di tempo per rispondere ad un questionario di 20 domande sulla qualità dei servizi sanitari della nostra Ulss.
L’indagine è stata voluta da CA.Sa, il coordinamento che raggruppa 37 associazioni di volontariato in ambito salute del territorio bassanese, cofinanziata dal Centro servizi volontariato di Vicenza e dalla locale associazione di tutela dell’ammalato.
“Un’iniziativa concreta per favorire la partecipazione dei cittadini nelle scelte dell’azienda sanitaria, per evidenziare i punti di forza e di debolezza nell’ottica di un miglioramento continuo dei servizi erogati e nel campo della promozione della salute – spiega Dario Petri, presidente di CA.Sa – I risultati verranno analizzati insieme all’Ulss 3 e alla conferenza dei sindaci”.

Da sin. Dott.ssa Mariuccia Lorenzi, direttore dei servizi sociali dell'Ulss3, dott.ssa Cristina Beltramello, direttore sanitario, Il prof. Rocco Micciolo dell'Università di Trento e Dario Petri, presidente di CA.sa

Il questionario, che garantisce l’anonimato agli intervistati (di età compresa tra 30 e 79 anni), riguarda aspetti relativi sia ai servizi territoriali sia a quelli ospedalieri. Dal rapporto con il medico di famiglia alla percezione della qualità dei servizi sociali e ospedalieri del territorio e del servizio sanitario nazionale. Sarà il dipartimento di sociologia di Trento ad occuparsi delle telefonate e della successiva elaborazione dei dati, sotto la direzione del prof. Rocco Micciolo. I risultati dell’indagine, che andrà avanti per un paio di settimane, saranno pronti entro la fine dell’anno.
“Confidiamo nella disponibilità dei cittadini – ha precisato Petri – E’ la prima volta che un’inchiesta di questo tipo si propone nell’ambito di una singola azienda sanitaria, sarà utile il confronto con le indagini effettuate in altre regioni, in particolare del nord Italia.”
L’iniziativa piace alla direzione dell’Ulss 3, che ha sottoscritto nel febbraio scorso un protocollo di collaborazione con il Coordinamento delle associazioni di volontariato in ambito salute.

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