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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Tuttisanti

Tre antiche statue lignee rinvenute nel magazzino del Centro Giovanile: parte l’azione solidale per il loro restauro. È la prima di tre iniziative del multiprogetto “Una Bassano da riscoprire” promosso da Fulvio Bicego con la Pro Loco

Pubblicato il 27-06-2025
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Fino adesso, e da decenni, sono state solo gioia per i tarli. Perché sono fatte di legno, materia prima e primaria per l’arte sacra.
Erano scomparse da circa un secolo e sono state casualmente rinvenute, in pessime condizioni, laddove non ti aspetteresti mai di trovarle: in un magazzino del Centro Giovanile di Bassano.
Adesso ai tre santi rappresentati dalle tre sculture, recuperati dall’oblio, sarà restituita idealmente l’aureola grazie a un progetto di restauro per riportare le statue lignee all’antico splendore.

Da sinistra: le statue lignee di San Nicola da Tolentino, di San Rocco e di San Bassiano

È la prima di tre iniziative, annunciate in conferenza stampa all’hotel Alla Corte, del multiprogetto “Una Bassano da riscoprire”: la nuova frontiera dei restauri sulle opere d’arte cittadine promossi dall’instancabile Fulvio Bicego, affiancato in prima linea, in questa ennesima sua avventura, dalla Pro Bassano.
Due delle tre sculture guardavano dall’alto i fedeli nella chiesa di San Francesco, ai due lati dell’altare.
Si tratta delle statue lignee color pietra, di autore o autori ancora ignoti, a grandezza naturale ed entrambe settecentesche, di San Nicola da Tolentino e di San Bassiano.
Bicego mostra una foto rara e preziosa del 1926 - che potete vedere anche voi in calce a questo articolo - che immortala l’interno di San Francesco prima del triennio del restauro (1926 - 1929) che ha riportato la struttura architettonica della chiesa, allora neoclassica, al suo originario impianto romanico.
In questa foto, indicate dalle frecce, si vedono la statua di San Bassiano in alto a sinistra e quella di San Nicola da Tolentino in alto a destra.
È la loro ultima immagine in tale collocazione perché dopo la ristrutturazione di San Francesco le due sculture, per l’appunto, sono desaparecide.
C’è poi il terzo protagonista di questa Operazione Tuttisanti: San Rocco.
Si tratta di una scultura lignea policroma del 1400, avviluppata sotto i colori da una foglia d’oro zecchino.
Di questa statua non è ancora nota con certezza la collocazione originaria: in città c’era più di un luogo sacro dedicato a San Rocco (come la chiesetta all’inizio di salita Santa Caterina e la chiesetta ex libreria Cedis in via Museo) ma proprio grazie a questo progetto verranno svolti degli studi di approfondimento, con la collaborazione del prof. Angelo Chemin.
L’intervento di recupero delle tre sculture sarà affidato alla restauratrice Antonella Martinato, titolare del laboratorio Artemisia Restauro di San Nazario, già fedele esecutrice di tutti i restauri promossi dalle iniziative benefiche dell’ex Calendar Man (da quest’anno non fa più calendari, come aveva già annunciato) Fulvio Bicego: dal Cristo ligneo seicentesco della chiesa di San Francesco all’Altare del Rosario del duomo di Santa Maria in Colle e dalla Pala dello stesso Altare della Madonna del Rosario di Leandro Bassano al dipinto del Presepe di San Giuseppe di Francesco Vancolani nella chiesa di San Giovanni, fino ai due affreschi dapontiani del San Cristoforo con il Bambino e del Viso di Madonna sulla facciata del municipio di Bassano.
Il tutto, come sempre, con la supervisione scientifica della Soprintendenza alle Belle Arti di Verona, nella figura del funzionario storico dell’arte Francesca Meneghetti.
Tarli a parte, che hanno roso tutto il rodibile, le tre sculture lignee si presentano in condizioni davvero critiche per l’usura del tempo e lo stato di abbandono in cui hanno versato fino ad oggi.
L’intervento di restauro vero e proprio non è ancora iniziato ma la Soprintendenza ha già dato in affidamento le tre opere ad Artemisia Restauro per le operazioni preliminari, eseguite su base volontaria, della messa in sicurezza, di una prima pulitura sommaria e del trattamento antitarlo.
La conditio sine qua non per autorizzare l’avvio del restauro, imposta sempre dalla Soprintendenza, è la “proposta di ricollocazione” delle tre opere una volta che le stesse saranno restaurate: in altre e più semplici parole, l'indicazione su dove metterle.
Sarà compito degli organi competenti della Parrocchia di Santa Maria in Colle, proprietaria delle sculture, decidere in tal senso anche se qualcuno in conferenza stampa esprime l’auspicio - rivolgendosi all’assessore bassanese alla Cultura Giada Pontarollo, presente tra il pubblico - che il San Rocco policromo del ‘400 trovi ricollocazione al Museo Civico.

Ma adesso, egregi lettori, parliamo di money.
Perché senza i schei, come ben sappiamo, non si può fare niente.
La spesa complessiva per il restauro delle tre statue lignee ammonta a 35.000 euro.
E siccome Fulvio Bicego - come ho già scritto - non produce più calendari a scopo benefico, la raccolta fondi, secondo la formula delle erogazioni liberali, avverrà su quattro “linee di intervento”.
La prima è il coinvolgimento dei Club Service e delle associazioni cittadine sensibili alla tutela del patrimonio artistico.
La seconda è la sponsorizzazione da parte delle aziende, per la quale mister FB ha già cominciato a rivolgersi agli sponsor dei suoi calendari.
La terza è la raccolta fondi da parte dei privati.
Per ognuna delle tre opzioni, a ciascun donatore la Pro Bassano rilascerà una ricevuta per erogazione liberale detraibile.
Infine, come quarto percorso da battere, la vendita di una “strenna” in prossimità del Natale: un portfolio fotografico, a tiratura limitata da 1 a 100, intitolato “Su e giù per Bassano”. Conterrà 12 fotografie, di cui 6 di Cesare Gerolimetto e 6 di Fulbicildrone, ovvero il drone di Fulvio Bicego.
Che dire?
Di tutto e di più, da su e da giù.

Il multiprogetto della Pro Bassano “Una Bassano da riscoprire” parte quindi con la prima sfida mirata a restituire alla città le statue dei tre santi finite, non si sa come, in un magazzino (“una cantina”, la chiama Bicego) e dei cui destini precedenti alla costruzione del Centro Giovanile negli anni ’60 nulla è dato sapere.
Obiettivo dichiarato: concludere il restauro entro il 19 gennaio 2026, festa di San Bassiano.
Ma un “multiprogetto “ non sarebbe tale se prevedesse di realizzare un progetto solo.
E in effetti dopo quello del restauro delle tre sculture ci sono anche il progetto 2 e il progetto 3, da compiere in tempi successivi.
Bicego e la Pro Bassano presieduta da Giovanni Bosio li annunciano in conferenza stampa ma vorrebbero anche che i cronisti presenti mantenessero sui due progetti, per ora, il top secret.
Cosa, ovviamente, impossibile perché la nostra professione ci impone di dare la notizia.
Dopo una trattativa compiuta sul posto e al momento, in stile Trump-Zelensky in Vaticano, raggiungiamo un compromesso. Per quanto mi riguarda non ne parlo in dettaglio ma annuncio anch’io gli altri due progetti in questo articolo e ci mancherebbe.
Orbene: il progetto numero 2 del multiprogetto “Una Bassano da riscoprire” concerne il restauro e la ricollocazione dell’affresco del “Cristo del Volto”, attualmente seminascosto dentro il portico di via Bellavitis in centro storico.
Il progetto numero 3 riguarda invece il restauro della cappella sepolcrale dei Remondini, ovvero del ramo “delle Grazie” della storica famiglia, al cimitero di Santa Croce, allo scopo di consentire la ricollocazione dei resti mortali dei componenti della famiglia stessa, depositati da anni in un magazzino del cimitero.
Mi fermo qui perché non vorrei scrivere troppo, contravvenendo agli accordi vaticani.

Il finale di questo articolo è nuovamente tutto per lui: Fulvio Bicego, l’uomo che sussurrava ai calendari e che oggi sussurra alla Pro Loco.
“Perché lo faccio?”, si chiede in conferenza stampa in merito al suo impegno per la città, dandosi anche una risposta alla Gigi Marzullo.
“Perché io vorrei l’intitolazione del belvedere di Palazzo Sturm in “Belvedere Angelo Casarotti” - spiega -. Perché trovo che sia inammissibile che esistano via Bartolomeo Ferracina e viale Andrea Palladio e non abbiamo niente per l’innovativo architetto del Ponte che dal 1821 fu rifatto parzialmente nel 1948.”
Quello del belvedere “Casarotti”, del resto, è un suo pallino già da anni.
Lo stesso Bicego rivela di aver mandato “6 o 7 Pec al Comune di Bassano” con la richiesta di intitolazione, alla precedente e all’attuale amministrazione, senza mai ricevere risposta. Con somma sorpresa dell’assessore Giada Pontarollo, ivi presente, che non ne sapeva nulla.
Chissà, magari per promuovere la cosa si potrebbe organizzare un grande concerto:
Casarotti & Friends.

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