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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Colpo al cuore

“Siamo proprio sicuri, come ultimamente si va dicendo, che per i bassanesi l’Astra sia “il luogo del cuore” indicato per ridiventare il Teatro della Città per antonomasia?” L’interrogativo posto dalla lettera di una nostra lettrice

Pubblicato il 05-09-2025
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Eh, già: ci sono anche quelli che “Astra, no grazie”.
A Bassano del Grappa nominare l’ex Teatro Astra equivale a parlare di un simulacro, di uno scrigno di storia cittadina che attende ormai da troppi anni di ritornare ai fasti dei tempi che furono, di un monumento della “bassanesità” che in quanto tale necessita del massimo sforzo affinché possa essere acquisito tra i beni del patrimonio pubblico e rinascere come Teatro comunale, dopo opportuna (e assai costosa) ristrutturazione.
Così, almeno, nella “narrazione” che emerge dal pensiero di una certa parte di città, ovvero dal pensiero mainstream di vari esponenti notabili del centro storico e di alcune associazioni particolarmente sensibili alla questione, in primis - ed ovviamente - il Comitato per la riqualificazione del Teatro Astra.

Foto Alessandro Tich

Nei giorni scorsi, come riferito in un precedente articolo, il sindaco Nicola Finco ha incontrato il presidente del Comitato Carlo Brunetti assieme ad altri esponenti del sodalizio che hanno sottolineato la necessità “di riattivare al più presto un tavolo di lavoro dedicato alla possibilità di acquisire il Teatro Astra e di valutarne un percorso di riqualificazione”.
In realtà, sull’eventualità dell’acquisizione dell’immobile dell’Astra da parte del Comune si rischia di sentire il canto delle sirene, come i marinai di Ulisse, perché siamo ancora in alto mare.
Lo stesso Finco, nel comunicato stampa in cui ha riferito dell’incontro col Comitato, ha rilasciato un commento in modalità Trivago, e cioè tre volte vago. E poi spiego il perché.
Così il sindaco:
“Ho accolto con favore la disponibilità manifestata dal Comitato, pur richiamando l’attenzione sulle criticità che un’operazione di questa natura inevitabilmente comporta.”
E ancora:
“È evidente che non si tratta soltanto dell’eventuale acquisto dell’immobile: è indispensabile, e direi doveroso, individuare da subito le fonti di finanziamento e chiarire quale sarà il futuro soggetto gestore, in un’ottica di trasparenza e corretta amministrazione della cosa pubblica.”
Un commento tre volte vago, per l’appunto: sulla reperibilità delle risorse economiche a diposizione, sulla fattibilità della risoluzione delle “criticità” che l’opzione Astra comporta e in definitiva sulla reale volontà politica dell’amministrazione comunale di prendere concretamente in considerazione l’eventuale maxi operazione in viale dei Martiri.
Nel frattempo, è pervenuto in redazione un primo esempio di “narrazione” opposta al racconto standardizzato sull’ex Teatro Astra, ex Teatro Sociale eccetera.
È una lettera trasmessa a Bassanonet da una nostra lettrice bassanese, Annamaria Bizzotto, che pone una diversa chiave di lettura sulle priorità della questione Teatro.
Insomma: “Astra, no grazie”, come ho anticipato all’inizio di questo articolo.
Come dal testo che segue.

A proposito del Teatro Astra…

…siamo proprio sicuri, come ultimamente si va dicendo, che per i bassanesi l’Astra sia il luogo del cuore indicato per ridiventare il Teatro della Città per antonomasia?
…siamo proprio sicuri che altre valutazioni non meritino un’attenta e pacata riflessione?
A parte la ristrutturazione, che per l’Astra si configurerebbe costosissima, non sarebbe il caso di prendere in considerazione altre zone di Bassano? Basterebbe allargare lo sguardo e avere un’idea di città un po’ più aperta e avveniristica (sulla scia di molte città europee e del mondo).
Pensiamo ad esempio alla Sala Da Ponte del Centro Giovanile che credo abbia tutti i titoli, con gli opportuni interventi urbanistici, per diventare un grande Teatro (magari con una bella piazza a nord) con costi decisamente inferiori: fungerebbe anche da cerniera tra il Centro storico e il Centro studi.
Bassano non è formata solo da due piazze e qualche via del centro: se non riusciamo ad allargare gli orizzonti la Città resterà sempre più provinciale e senza respiro.
Astra luogo del cuore?
Non a nome mio né a nome di altri bassanesi che con me hanno condiviso la stessa visione un po’ meno asfittica della Città di Bassano.

Grazie per l’attenzione.

Cordiali saluti

Annamaria Bizzotto

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