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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

A spasso con Cri

Quando il bene non ha confini: intervista a Maria Cristina Raga, la psicopedagogista di Ivrea che ha donato i 20mila euro per il completamento del restauro dell’Altare del Rosario nel Duomo di Santa Maria in Colle

Pubblicato il 09-01-2022
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“A spasso con Daisy” è il titolo di un film della fine degli anni ‘80, vincitore di quattro Premi Oscar, che racconta dell’amicizia solidale, cementatasi col tempo, tra una ricca signora dal difficile carattere e il suo autista di colore. Io invece, qui a Bassano, sono a spasso con Cri. La quale, come la Daisy cinematografica rivolta al suo chauffeur, mi racconta alcune cose della sua vita.
Cri, come la chiamano gli amici, è la dottoressa Maria Cristina Raga: psicopedagogista, specializzata in psicopatologie dell’apprendimento.
Vive ad Ivrea, dove da più di 22 anni dirige un centro di psicologia, psicopedagogia e coaching, dove lavora un’équipe di ben 20 persone.

L’intervista con Maria Cristina Raga nel chiostro del Museo Civico (foto: Fulvio Bicego)

La Cri (posso permettermi di chiamarla così anch’io, perché nell’ultimo anno abbiamo costruito un bel rapporto di amicizia) è anche un formatore certificato - con particolare focus sulla formazione per imprenditori e per il personale delle aziende e degli istituti bancari - del Lego Serious Play ®.
Si tratta di una metodologia che attraverso le combinazioni dei mattoncini Lego sviluppa i processi di pensiero, condivisione e decisione in contesti di lavoro e di collaborazione professionale.
E io che da bambino pensavo che costruire casette e cose strane con i Lego fosse solo un piacevole passatempo...

Incontro nuovamente la dottoressa Raga qui a Bassano approfittando della sua presenza in città in occasione delle festività di fine anno. Scrivo “nuovamente” perché ormai, da circa un anno a questa parte, la psicopedagogista eporediese (gli abitanti di Ivrea si chiamano così) appena può stacca dal lavoro nel suo studio per trascorrere alcuni giorni in riva al Brenta. Con Bassano ha infatti intrapreso un rapporto speciale, e poi capiremo il perché. Ma soprattutto, in questa città fino a poco tempo fa a lei di fatto sconosciuta, ha voluto e potuto mettere in atto le sue qualità di “facilitatrice di relazioni”, di colei che in forza dei suoi contatti e delle sue conoscenze è in grado di favorire le condizioni per promuovere qualcosa di utile a beneficio dell’arte, della cultura e della comunità.
Nel maggio dello scorso anno l’avevo portata a visitare, assieme ad altre persone, la bellissima mostra Mythos dell’artista bassanese Andrea Bizzotto, allestita a Palazzo Bonaguro. Era stato lo stesso Bizzotto ad accoglierci e ad accompagnarci tra le sale dell’esposizione per spiegarci la genesi e il significato delle sue opere che rivisitavano in chiave contemporanea 12 miti della Grecia classica.
Non è stata una visita conclusasi alla porta di uscita, come accade il più delle volte: da quell’incontro, grazie proprio all’interesse e allo spirito di iniziativa targato Cri, è partito un cantiere di nuovi progetti di collaborazione artistica con lo stesso Bizzotto che porteranno il nome di Bassano fuori dai confini regionali. Maria Cristina Raga è a suo modo una autentica promoter di Bassano, ruolo che svolge per pura passione, riuscendo a coinvolgere nella pazza idea di fare qualcosa di utile per questa città anche altre persone che fino a poco tempo fa non vi avevano mai messo piede.
È il caso di Luca Martinasso, l’Alpino di Ivrea che - come ampiamente raccontato in un mio articolo dello scorso ottobre - ha deciso di donare 12.000 euro per il restauro, di prossima realizzazione, dell’“affresco dell’Alpino” posto sull’angolo in alto a sinistra della Porta Grimani, il monumentale ingresso di Angarano del Ponte.
Per cui dobbiamo creare un nuovo hashtag a riguardo della città di Ivrea, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO: #nonsoloOlivetti.

C’è però una cosa su tutte che lega la Cri (e l’ha legata fino ad oggi con il massimo riserbo) a Bassano del Grappa. Si tratta del completamento del restauro dell’Altare del Rosario nel Duomo di Santa Maria in Colle, intervento conseguente al primo restauro delle due statue di Orazio Marinali - la Santa Caterina da Siena e il San Domenico di Guzmán - che fanno parte del complesso figurativo del pregiato altare laterale della chiesa madre della città.
La statua di San Domenico, in particolare, è stata restaurata grazie anche ai fondi raccolti e devoluti da Fulvio Bicego, l’uomo dei calendari a scopo benefico.
Quello stesso Bicego che lo scorso 27 maggio, in occasione della cerimonia di restituzione delle due statue marinaliane in Duomo, aveva dato il clamoroso annuncio che “grazie al contributo di un anonimo benefattore” sarebbe stato restaurato l’intero Altare del Rosario.
Mi riferisco a tutti gli elementi dell’altare, oltre alle due statue già restituite alla bellezza originaria: le altre quattro statue di Marinali (San Gioacchino, Sant'Anna e i due Angioletti), la statua centrale della Madonna del Rosario eseguita nel '600 dallo scultore tedesco Heinrich Meyring ovvero Enrico Merengo e la pala d'altare raffigurante la Madonna del Rosario, Cristo risorto e regnanti, e dipinta nel '500 da Leandro Bassano.
Costo dell’intervento: circa 20.000 euro. Interamente coperti dalla donazione dello sponsor senza nome. “Ne ho parlato con dei miei amici lombardo-piemontesi - aveva rivelato Bicego, torinese di origine -. Li ho portati a Bassano e ho cercato di farli innamorare di Bassano come ne sono innamorato io.” Love is in the Air.

È stato dunque Fulvio Bicego a coinvolgere alcuni suoi amici del Nord Ovest d’Italia, proponendo loro il finanziamento del restauro dell’Altare bassanese. E uno di questi ha donato l’intera somma necessaria allo scopo. Alla cerimonia di restituzione delle statue di Caterina e Domenico dello scorso maggio in Duomo era presente anche lui.
Anzi, anche lei: perché si tratta proprio di Maria Cristina Raga. Che ha fatto di tutto, da allora e fino adesso, per tutelare l’anonimato del suo gesto. Ma, come dissero quelli dell’Apollo 13 a Houston, avevamo un problema. Il vostro umile cronista era infatti a conoscenza della cosa. E pur rispettando la riservatezza tipicamente piemontese della donatrice, le ho più volte chiesto di poter dare la notizia e di concedermi un’intervista sul perché di una sponsorizzazione così generosa.
Fino a che, dopo sette mesi di silenzio, la Cri ha finalmente accettato di parlarmene.
La incontro a Bassano in un momento difficile della sua vita, dopo la recente morte del marito, venuto a mancare dopo 34 anni vissuti insieme. E come avrei appreso di lì a poco, è stato proprio questo duro periodo a generare lo slancio della donazione. Non per fare qualcosa di cui vantarsi con gli altri, ma per seguire un impulso interiore del proprio “io”. Come dire: Ego Seriuos Play ®.

Maria Cristina Raga, da cosa nasce questo suo rapporto così particolare con la città di Bassano?
Durante il lockdown mi sono iscritta ad alcuni gruppi d’arte su Facebook, tra i quali un gruppo sul Surrealismo e il Simbolismo. Il caso vuole che un giorno mi sia arrivata una richiesta di amicizia dal signor Fulvio Bicego, che io avevo conosciuto tanti anni fa ad un matrimonio al Castello di Masino.
Ci siamo così ritrovati su Facebook, lui mi ha raccontato delle sue opere benefiche e di quello che stava facendo. Ci teneva tanto al calendario 2021 e io ho mandato una donazione. Poi ho saputo che cercava degli sponsor. Per me è semplice coinvolgere altre persone, ho coinvolto dei miei amici e gli abbiamo sponsorizzato parte del calendario. Quindi, ovviamente, ho deciso di venire un giorno a Bassano, di cui Fulvio mi parlava tanto, per andare a vedere com’è questa città. E allora sono venuta a Bassano e questa cosa mi ha sconvolta.

“Sconvolta” perché?
Per l’amore che voi avete nei confronti dell’arte, per la gente, per la cordialità, per il senso di amicizia che dimostrate, per la vostra genuinità. Ma soprattutto per quanto veramente ci teniate alle vostre opere d’arte. Un giorno Fulvio mi ha portato a vedere il Duomo, dove avevano restaurato le due opere del Marinali, ho visto questo Altare e mi sono detta: “ma cribbio, se non lo restaurano tutto, questo crolla e rovina tutte le statue”. E allora ho pensato: perché no?

Appunto: perché questa donazione importante?
Perché in quel momento della mia vita una persona a me molto vicina, mio marito, aveva scoperto di avere una gravissima malattia. Quindi ho pensato che la Madonna mi potrebbe aiutare, mi potrebbe fare una grazia. O in un senso, o in un altro. Ho pertanto deciso di fare questa donazione. Non è andata a finire bene, ma è andata a finire bene lo stesso perché la persona a me cara non ha sofferto nel passaggio, poteva essere molto peggio. E in più la città di Bassano può avere questo Altare con le opere del Marinali da poter lasciare ad ammirare alle generazioni future. Perché io credo che le generazioni future vadano educate al bello. E il bello passa solo attraverso l’arte, non attraverso un telefonino.

È vero che non le piace essere definita una “benefattrice”?
Sì, perché non mi sento tale. Un benefattore è una persona che sostanzialmente vuole mettersi in mostra. E invece io sono una persona molto, molto riservata. Già per concederle questa intervista ci ho pensato tantissimo perché non mi piace essere vista come una persona che vuole esibirsi e non mi piace neanche essere vista come “la signora che butta via il denaro”. Il denaro è tremendamente importante e io ho molto rispetto del denaro. Però a Bassano ho trovato degli amici. Infatti la più grande dimostrazione di amicizia e di solidarietà che io ho avuto è proprio arrivata da Bassano nel momento più difficile della mia vita. Quindi questo legame si è ancora di più rafforzato. Per me Bassano è diventata magica. Quando vengo qua mi sento a casa. Il bene non ha confini e si può fare ovunque. E soprattutto sono cosciente del fatto che qua qualunque tipo di bene so dove va a finire.
E per me questa è la cosa più importante di tutte.

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