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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

Detto con trasporto

Mobilità e trasporti pubblici da Terzo Mondo nella “periferia” del Veneto. L'ultima assemblea pubblica di Gaia Bollini e Renzo Masolo, candidati bassanesi di Europa Verde alle regionali, mette il dito sulla piaga

Pubblicato il 18-09-2020
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Il Terzo Mondo? È qui da noi, nel settore dei collegamenti e del trasporto pubblico.
La sintesi del “grande Veneto delle grandi comunicazioni” è racchiusa nella testimonianza raccontata al microfono da una signora che si definisce “pendolare di lungo tragitto”.
Abita infatti qui nel Bassanese ma lavora a Roma. Il suo ritmo di vita settimanale è quindi scandito dal treno per la capitale andata e ritorno. “Non è possibile - afferma - che io impieghi tre ore da Roma a Padova e impieghi due ore e mezza da Padova a Bassano del Grappa.”

I candidati di Europa Verde Renzo Masolo e Gaia Bollini durante l'assemblea pubblica al parcheggio

Ma è proprio così. E la tratta Padova-Bassano è solo uno dei figli di un Dio Minore del sistema ferroviario regionale dove non esiste un concetto sistematico di “coincidenza” con i treni a lunga percorrenza. Una conseguenza della pluriennale politica regionale che ha concentrato tutti gli sforzi ad infrastrutturare collegamenti e servizi nella cosiddetta area metropolitana “PaTreVe”, lasciando il resto del Veneto alla mercé del poco o nulla. Per non parlare poi dei servizi di trasporto ferroviario in orario serale, per i quali dopo una certa ora i collegamenti verso la “periferia” del Veneto si fermano.
La testimonianza sopra riferita è solo uno degli interventi al microfono dei comuni cittadini chiamati ad esprimere la loro opinione alla terza e ultima ultima assemblea pubblica pre-elettorale indetta da Gaia Bollini e Renzo Masolo, i due candidati bassanesi di Europa Verde alle elezioni regionali. Tema dell'incontro: la mobilità e il trasporto pubblico.
Sede dell'assemblea: il parcheggio “Le Piazze” di Bassano del Grappa, davanti a quello che resta della sede dell'ex ospedale, ovvero l'edificio che dovrebbe (o avrebbe dovuto) ospitare un centro polifunzionale per la mobilità ciclabile, come previsto dall'amministrazione Poletto. Nell'occasione, Renzo Masolo ricorda che l'incontro coincide con l'inizio della “Settimana europea della mobilità” e punta il dito sulle piaghe della mobilità locale dei nostri tempi con particolare impeto. Detto con trasporto. “A Bassano la mobilità è dell'era della preistoria - afferma -. Bassano ha delle grandi potenzialità, ma è ferma per la volontà politica che insiste su una mobilità completamente sorpassata.”
La vicina stazione ferroviaria di Bassano è lo spunto per parlare delle “chances perse” nei trasporti su rotaia. “I treni a Bassano se portano da qualche parte devono farci armare di tanta pazienza e di tanti soldi - prosegue il candidato -. I percorsi sono labirinti, mancano le coincidenze immediate. I nuovi treni Pop e Rock della Regione non sono idonei alla tratta Camposampiero-Bassano e non c'è stato un accordo tra Venezia e Trento per fare una linea continua elettrificata da Trento fino a Bassano. I passeggeri dovranno arrivare fino a Primolano, e da lì cambiare treno. E queste cose accadono nella prima Regione turistica d'Italia.” Nell'occasione Masolo non può non citare una delle sue “creature”: il progetto di bici-stazione, portato avanti assieme alla Fiab, nella sede dell'ex ospedale per farne “un polo strategico per la mobilità sostenibile”. “È un progetto ancora tutto da fare, bisogna mettere nuovamente tutti gli attori attorno a un tavolo - dichiara -. 1 euro speso in biciclette porta 3 euro in servizi, indotto, lavoro e occupazione. E una città che pedala è una città di per sé più accogliente.” “L'amministrazione di Bassano vuole investire 1 milione di euro per il park interrato di Prato Santa Caterina, dimostrando di essere ancora parte della preistoria della mobilità - aggiunge -. Abbiamo chiesto di spostare quel milione di euro in opere più utili per la comunità, ma non siamo stati ascoltati.”
“Un tema urgente - incalza Masolo - è la Ciclovia del Brenta, che è una potenzialità di tipo economico, turistico e culturale. È fondamentale investirci soldi, con collaborazioni anche interregionali. Alla Ciclovia il bilancio della Regione Veneto ha riservato solo le briciole, dimostrando l'ignoranza nel fare business. Investire sulla Ciclovia del Brenta significa captare un tipo di turismo che porta soldi, come dimostrato dagli studi europei del settore.”
Per Europa Verde non si tratta di imporre la mobilità ciclabile quale “centro del mondo” dei collegamenti viabilistici, ma di trovare “politiche di equilibrio tra mobilità pedonale, mobilità ciclabile, trasporto pubblico ferroviario e automobile”.
“Oggi non esiste più il concetto di “servizio” di trasporto pubblico - osserva Gaia Bollini -. Non esiste più il concetto di coincidenza nei treni, perché il trasporto pubblico è una ditta. Il servizio deve reggere economicamente, ma deve essere per la collettività.”
Tra gli interventi del pubblico, non manca quello del presidente di Fiab Bassano Guido Berizzi, che illustra ai due candidati, quale istanza da portare a Venezia, un documento sottoscritto dal coordinamento Fiab del Veneto in tema di mobilità, racchiuso in cinque punti. Primo: dare delle linee guida a tutti gli enti comunali sulla mobilità attiva, come già accade in Emilia Romagna. Secondo: piani di mobilità per il turismo sulle 5 grandi ciclovie del Veneto e i 7 itinerari nazionali, non ancora completati. Terzo: manutenzione delle ciclovie, attualmente demandata agli enti locali che però sono senza fondi. Quarto: potenziamento effettivo del servizio treno-bici, sul modello del vicino Friuli. Quinto: creare un ufficio regionale di coordinamento della governance della mobilità dolce, su modello di Trento e Bolzano.
Il colpo di teatro dell'assemblea è però la “amichevole partecipazione” dell'ing. Alberto Baccega, nome storico della progettazione in campo infrastrutturale.
“Oggi ogni decisione sulle ferrovie, anche per un passaggio a livello, viene presa a Roma - spiega -. Le ferrovie sono afflitte da un senso di vetustà e impotenza e sui programmi di FS e RFI le strategie di trasferimento dei trasporti da gomma a rotaia non le trovate.”
“Io auspico che tutte le componenti verdi trovino il modo di interloquire con i tecnici che ne capiscono per trovare soluzioni - aggiunge -. Bisogna insistere sulle buone maniere oper venire a capo di buone soluzioni progettuali.” “Questa ferrovia - conclude l'ing. Baccega riferendosi ai collegamenti ferroviari di Bassano - richiede di essere fatta funzionare per il servizio che può dare. Ogni ferrovia si occupa di mettersi in rapporto con il territorio, ma chi se ne occupa oggi?”.
La battuta del giorno, davvero fulminante, è di Samuele, un giovane ragazzo che esprime altresì al microfono considerazioni molto mature sull'attuale situazione dei trasporti pubblici nel Veneto: “Devo controbattere quanto detto da Gaia Bollini e cioè che oggi non esiste più il concetto di coincidenza nei treni. Non è vero: se io arrivo con un treno in una stazione del Veneto e trovo un altro treno ad aspettarmi, questa è una straordinaria coincidenza.”

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