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Discariche dismesse: monitoraggio della Provincia
Undici siti di ex discariche sotto indagine per tutelare la salute pubblica. Controllati tre siti a Bassano, uno a Rosà e a uno a Cismon per valutare il rischio residuo per la falda acquifera
Pubblicato il 13-07-2011
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Ex discariche nel vicentino: parte la fase operativa del progetto, promosso dall'Amministrazione Provinciale, per la valutazione del rischio ambientale dei siti dismessi negli anni ’80.
Stanno iniziando in questi giorni le indagini che porteranno all’acquisizione dei parametri idrochimici necessari per verificare lo stato di salute delle acque sotterranee negli 11 siti che lo scorso anno, nella prima fase del progetto, lo Studio Sinergeo - incaricato dalla Provincia - aveva individuato come aree su cui intervenire con priorità.
Si tratta, nel dettaglio, dei siti di di Rivarotta, Piovesan e Cà Cornaro a Bassano del Grappa, Revelin e via Ghiare a Caldogno, Castellan a Rosà, Boschetto a Cismon del Grappa, via Pascoli a Cornedo, Ospedaletto a Vicenza, via Corvo a Dueville e Bassanese a Isola Vicentina.

Con i sindaci di questi 8 Comuni la Provincia ha recentemente sottoscritto una convenzione che mette a carico dei Comuni il solo costo delle analisi di laboratorio (circa 50mila euro), mentre lascia alla Provincia il coordinamento del progetto, comprensivo della procedura di appalto dei lavori, di controllo durante la loro esecuzione ed elaborazione finale dei risultati ottenuti (circa 200mila euro).
“L’obiettivo - spiega il Presidente della Provincia di Vicenza Attilio Schneck - è coadiuvare i Comuni nel loro compito di garantire la salute pubblica monitorando le situazioni di rischio che possono derivare da aree degradate, vecchi depositi di rifiuti o discariche abbandonate. Siti che per anni sono stati dimenticati e trascurati, tanto da diventare in qualche caso un habitat ottimale per erbacce e rovi, ma che ora vogliamo essere sicuri non costituiscano pericolo di contaminazione del suolo, del sottosuolo e delle acque.”
Un progetto unico in Italia, come precisa l’assessore all’ambiente Antonio Mondardo, tanto da ottenere due segnalazioni a livello nazionale, la prima dal Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta e la seconda dall’Unione Province Italiane. La stessa Regione Veneto ne ha apprezzato la bontà e lo sostiene con un contributo di 120mila euro.
Nel dettaglio, nella fase operativa del progetto lo Studio Sinergeo, in collaborazione con i tecnici provinciali guidati dall’ingegnere Alberto Piccoli, realizzerà le reti di monitoraggio piezometriche necessarie per raccogliere campioni di acqua da analizzare chimicamente per valutare l’eventuale rischio residuo per la falda acquifera dovuto alla presenza delle ex discariche. Un’operazione necessaria per stabilire se è necessario procedere con eventuali messe in sicurezza dei siti, o se le aree interessate possono considerarsi sufficientemente sicure e salubri da non costituire pericolo per l’uomo.
“Questo progetto - conclude Schneck - rientra in un programma più ampio di monitoraggio del territorio che la Provincia ha voluto implementare negli ultimi anni, per segnare una svolta con un passato in cui c’era minore attenzione per le tematiche ambientali, anche a livello normativo, sia da parte del pubblico che del privato, preoccupati più della crescita economica e industriale che della tutela dell’ambiente. Oggi è nostro dovere stringere i controlli: lo abbiamo fatto sulle cave, verificandole tutte negli ultimi due anni, lo facciamo con le discariche, sia quelle attive che quelle dismesse, e abbiamo voluto inserirlo, come filosofia di fondo, anche nel Ptcp, il piano che pone i paletti per lo sviluppo territoriale del vicentino nei prossimi decenni.”
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