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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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La sorpresa di Pasqua

Clamoroso dietrofront dell’amministrazione Pavan: il concorso per il nuovo direttore dei Musei Civici si farà. Intanto c’è un nuovo incarico per la Casarin: oltre 9000 euro per curare una mostra

Pubblicato il 10-04-2020
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Come ogni uovo di Pasqua che si rispetti, anche in quello del Comune di Bassano del Grappa sbuca la sorpresa. Una sorpresona: altro che uovo Kinder. La quale mi consente anche, e finalmente, di occuparmi dopo tanto tempo di qualcosa di diverso da questa opprimente e sfiancante emergenza Coronavirus.
La notizia è quella del clamoroso dietrofront dell’amministrazione Pavan in merito alla direzione scientifica dei Musei Civici, vacante dal 1 agosto dello scorso anno. Dopo avere sospeso il concorso pubblico per la nomina del nuovo direttore con la famosa delibera del 30 settembre 2019, ora la giunta comunale ritorna sui suoi passi con una nuova delibera, datata 2 aprile, che dispone la revoca della sospensione del bando di selezione.
Prima però di addentrarci in ciò che è stato deciso dalla compagine governante, è necessario rinfrescarci la memoria con un breve riassunto delle puntate precedenti.

Il bozzetto originale in terracotta delle Grazie di Antonio Canova, esposto al Museo Civico di Bassano (foto Alessandro Tich)


L’inizio della Museonovela - vale a dire del lungo interregno, tuttora in corso, tra la scadenza della direzione museale di Chiara Casarin (31 luglio 2019) e la nuova direzione che verrà - risale appunto alla scorsa estate. Dopo due mesi di vacanza totale della responsabilità gestionale dei Musei Civici di Bassano, nonostante un bando di selezione per il nuovo direttore scientifico regolarmente indetto dall’amministrazione Poletto agli sgoccioli del suo mandato, appunto lo scorso 30 settembre la giunta Pavan decideva di sospendere l’efficacia del concorso. Niente bando: il sindaco e assessore alla Cultura indicava una nuova strada da percorrere. E cioè “valutare la collaborazione con soggetti gestori di altre istituzioni museali o di beni culturali per la valorizzazione congiunta del patrimonio culturale”. Una formula un po’ intricata per dire che l’indirizzo dell’amministrazione era quello di costituire una “rete di Musei”, in accordo tra Bassano del Grappa e altri Musei del territorio, con la nascita di una direzione più ampia, coordinata e congiunta. E soprattutto slegata dalla procedura di nomina “standard” del direttore dei Musei Civici di Bassano tramite concorso. Ed è qui che è ritornata nuovamente in auge Chiara Casarin.

Come ben sapete dalle nostre cronache precedenti all’era del Covid-19, a quella “svolta” targata Elena Pavan ha fatto seguito il semestre casariniano. Inizio: ottobre 2019. Scadenza: 31 marzo 2020. Vale a dire una decina di giorni fa. In questi sei mesi la già direttrice dei Musei Civici Casarin - nella sua nuova veste di appaltatrice esterna del Comune e per una parcella di oltre 37mila euro Iva compresa - ha avuto l’incarico, da una parte, di compiere lo “studio di fattibilità del convenzionamento con altri gestori di musei o di beni culturali in chiave di valorizzazione congiunta del patrimonio culturale” e, dall’altra, di “collaborazione al dirigente area terza Cultura e Museo del Comune” per la “direzione artistica” dei Musei Civici di Bassano. In questo semestre, come ricorderanno sempre i nostri lettori, l’attività della Casarin non si è limitata all’incombenza bassanese ed è stata oltre modo animata dalla sua “apparizione” nei quartieri alti della Fondazione Canova di Possagno presieduta da Vittorio Sgarbi, della quale essa stessa si era annunciata agli inizi dell’anno quale nuova direttrice, in condominio col Museo Civico di Bassano. Ciò che ne è seguito, da me ribattezzato “Possagnovela”, in questa sede ve lo risparmio. Ma ve lo rammento perché Possagno, anche nella nuova deliberazione della giunta Pavan, è sempre presente.

E arriviamo dunque e finalmente alla delibera del dietrofront, quella del 2 aprile 2020.
Il documento parte dalle risultanze dello “studio di fattibilità” della Casarin, da cui emerge che “in base alla tipologia di beni culturali insistenti sul territorio e alla circostanza storica dell’imminente ricorrenza del bicentenario della morte dello scultore neoclassico Antonio Canova (1822), l’offerta culturale del Museo di Bassano, destinatario di tutto il patrimonio grafico dello scultore, sarebbe significativamente potenziata tramite la sua integrazione con quella del Museo Canova - Gypsoteca di Possagno, gestito dalla Fondazione Canova Onlus”. La giunta Pavan rileva che “gli organi di amministrazione della Gypsoteca sono disponibili a mettere in rete con il Comune di Bassano del Grappa risorse e competenze per la definizione e comunicazione di un progetto integrato di valorizzazione del patrimonio canoviano in occasione del bicentenario dello scultore neoclassico”.
Si profila pertanto un accordo tra il Comune di Bassano e la Fondazione Canova Onlus di Possagno “per disciplinare lo svolgimento in collaborazione delle attività relative alle celebrazioni canoviane 2020-2022, così da formulare un’offerta culturale integrata” e “per il perseguimento delle comuni finalità del patrimonio canoviano”. Già: ma cosa c’entra tutto ciò con la riattivazione del concorso per il nuovo direttore scientifico dei Musei Civici di Bassano del Grappa? Ci arrivo subito.

La delibera prende atto che “non è configurabile l’utilizzo in convenzione con la Fondazione Canova del direttore scientifico, in quanto la natura non di ente locale della stessa non lo rende praticabile”. In parole povere: un ente pubblico e una fondazione privata non possono condividere lo stesso dirigente. Per la serie: la scoperta dell’acqua calda. Alla quale appartiene anche la successiva constatazione che “la tipologia dei beni in convenzione è molto parziale rispetto alla totalità del patrimonio museale posseduto di cui comunque è necessario assicurare la valorizzazione”. In parole povere: le opere di Antonio Canova sono solo una parte dell’esteso patrimonio artistico conservato a Bassano, serve un direttore scientifico a tempo pieno che si occupi anche di tutto il resto.
Incredibile, ma vero: c’è voluto quasi un anno all’amministrazione Pavan per scoprire - o, per meglio dire, per ammettere - una cosa così ovvia.
Da qui la revoca della sospensione della procedura selettiva “per l’assunzione a tempo determinato di uno specialista categoria D - Direttore scientifico dei Musei della Città” e la conferma della “volontà di procedere alla selezione del direttore scientifico del Museo tramite il bando pubblicato in data 8 aprile 2019”. Il nuovo direttore inoltre “farà parte del Comitato scientifico per le celebrazioni previsto all’interno dell’accordo di valorizzazione con la Fondazione Canova Onlus per le celebrazioni su Antonio Canova”. Alleluja.

Ergo: l’amministrazione Pavan, in quanto alle prospettive che aveva preventivato per la direzione e gestione del Museo della città, si è rimangiata tutto. È la sorpresa della Pasqua 2020, ma solo per i non addetti ai lavori. Da un paio di mesi circolava infatti insistentemente la voce che la sindaca sarebbe ritornata sui suoi passi, cedendo sul fronte del concorso da riaprire, su pressione della sua stessa maggioranza.
L’interregno al Museo, nel frattempo, prosegue. I concorsi pubblici attualmente sono sospesi per l’emergenza Covid-19. Cioè: è stata deliberata la revoca della sospensione del bando in un momento in cui l’operatività di tutti i bandi, per decreto governativo, è sospesa comunque.
La decisione è stata quindi presa “nei limiti di quanto disposto dai D.P.C.M. sull’emergenza Coronavirus”: se ne riparlerà, e si procederà alla selezione, in data da destinarsi.

Nel frattempo la dottoressa Chiara Casarin, che ha appena concluso il suo appalto semestrale col Comune di Bassano, ritrova nel suo personale uovo di Pasqua un nuovo incarico, sempre affidatole con apposita delibera dalla giunta Pavan. Sarà la curatrice di una mostra da lei stessa proposta: “Canova- Kentridge”, dedicata a William Kentridge, artista sudafricano contemporaneo noto per i suoi disegni e per i suoi film di animazione creati da disegni a carboncino, e a un suo “ipotetico incontro artistico” con Antonio Canova.
Un po’ di fantasy, insomma, per una mostra che la curatrice Casarin ha proposto di realizzare con una nota protocollata il 26 marzo (negli ultimi giorni del suo incarico di appalto semestrale) “quale evento celebrativo di Canova in Museo a cavallo tra 2020 e 2021”. Il tutto, come specifica la delibera di giunta, per “assicurare continuità all’offerta culturale dei nostri musei nelle more della definizione della programmazione da parte del futuro direttore scientifico dei Musei”. Per il servizio di curatela della mostra “Canova-Kentridge” l’amministrazione Pavan ha pertanto deliberato di corrispondere a Chiara Casarin la somma di 9.300 euro più Iva.
Una cifra ritenuta “congrua in relazione alla specializzazione professionale necessaria e alla molteplicità delle prestazioni richieste in un arco temporale di almeno 9 mesi”.
Niente male, per un brodo riscaldato.

Già: perché la mostra di William Kentridge era già in programma nel 2019, sotto l’amministrazione Poletto, in occasione della VI Biennale di Incisione e Grafica Contemporanea. Era prevista l’esposizione delle opere di Kentridge nel Salone Canoviano del Museo Civico per istituire, come spiegava la scheda di presentazione, “un contrappunto formale con le opere del noto scultore neoclassico”. “Nel Salone Canoviano sarà esposta una selezione di opere del grande artista internazionale William Kentridge”, aveva annunciato la stessa Casarin, allora direttrice dei Musei Civici, nel suo discorso alla cerimonia di San Bassiano 2019. Era stata fissata anche la data dell’inaugurazione: il 3 maggio 2019 alle ore 18. La mostra poi, alla fine, è saltata. Adesso riemerge come “novità”: riveduta, corretta, giustificata dalle celebrazioni canoviane e affidata con appalto esterno. Per il momento, i progetti e i nomi che girano sono sempre quelli. #Si Cambia.

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