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Rinascimento in bianco e nero

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Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Verde Bianco e Rosso

Festa di popolo a Bassano per la bandiera sfilante più lunga del mondo: 1797 metri di Tricolore sorretti e portati per la città da oltre duemila persone. Cronaca di una mattinata perfetta, tra solennità patriottica e provocazioni indipendentiste

Pubblicato il 29-05-2016
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Rinascimento in bianco e nero

La prima persona che incontro all'ingresso della Caserma Montegrappa, nel giorno del Tricolore, è Ezzedine Fatnassi: già presidente dell'associazione culturale islamica La Pace ed imam di Bassano, giunto sul posto con una nutrita rappresentanza della comunità islamica che vive nel nostro territorio.
Con lui, tra gli altri, c'è anche Moisés Vargas, peruviano, membro del direttivo dell'associazione dei mediatori culturali Il Quarto Ponte di Bassano.
Sono numerosi gli stranieri residenti in città e nel comprensorio che intervengono in prima persona, e cioè da “reggitori” della bandiera italiana, al grande evento di questa domenica: ed è cosa buona è giusta.

Foto Alessandro Tich

Sono passate da poco le 9 e sulla piazza d'armi della storica caserma dismessa è tutto un gran fermento. E' l'ora dell'ammassamento dei partecipanti, prima della partenza alle 9 e mezza della lunga sfilata che per tutta la mattina inonderà le vie della città con i colori verde, bianco e rosso.
La bandiera sfilante più lunga del mondo è qui, arrotolata in un camion, pronta a dipanarsi in tutta la sua impressionante estensione.
1797 metri di lunghezza, 4,80 metri di larghezza, oltre 500 chili di peso.
Una gigantesca fascia tricolore arrivata da Modena e realizzata dall'Aeronautica Militare Italiana.
Già altre cinque volte l'enorme drappo nazionale è stato fatto sfilare in altrettante città. Ma questa volta l'evento è davvero speciale: perché la bandiera da Guinness, che transiterà anche sul Ponte degli Alpini, viene assurta a simbolo delle commemorazioni per il Centenario della Prima Guerra Mondiale.
In viale Venezia, sede iniziale e conclusiva della sfilata, due ali di folla già si assiepano sui marciapiedi con i telefonini e tablet pronti a immortalare l'irripetibile momento. Lungo tutto il percorso, in contrasto con lo spirito dell'evento, sono disseminati per terra dei piccoli volantini rossi, con la scritta “La Veneta Serenissima Repubblica l'è sempre + viva”.
A creare e diffondere l'elemento “di disturbo” sono stati gli attivisti indipendentisti che solitamente stazionano al gazebo di viale delle Fosse, angolo via da Ponte, al mercato del sabato. Saranno presenti - con una vistosa bandiera del Leon - anche al momento clou della manifestazione in piazza Libertà, guardati a vista, e a distanza ravvicinata, dalla polizia del Commissariato.
Ma ai volantini serenissimi, in realtà, non ci fa caso quasi nessuno.
L'attenzione dei presenti è già tutta concentrata sulle insolite presenze che animano l'apertura del corteo. Comprese le due star a quattro zampe: due muli, arrivati da San Zeno, che con il loro pesante carico di armi e attrezzature da ospedale da campo percorreranno senza protestare l'intero itinerario della sfilata. Saranno, inevitabilmente, tra i protagonisti dell'evento più applauditi.
Varda, ghe xe Napoleone!”, dice un nonno al giovane nipote indicando un personaggio in uniforme, con cappello napoleonico e fascia e pennacchio tricolori, alla guida di un drappello di altre cinque persone in divisa militare d'epoca. “Napoleone” è il comandante della “Guardia Civile Reggiana del Primo Tricolore”, giunta appositamente da Reggio Emilia con la bandiera verde, bianca e rossa della Repubblica Cispadana, progenitrice della nostra bandiera nazionale. E' a Reggio Emilia, infatti, che il Tricolore è nato.
Accadde nel 1797: da qui la lunghezza in metri della bandiera dei record.
Fu un editto napoleonico a concedere alla Repubblica alleata - composta dalle province di Bologna, Reggio Emilia, Modena e Ferrara - la facoltà di stabilire un governo e di scegliere i colori del proprio vessillo. Quei colori che oggi, nonostante il cielo grigio, dipingono la città di Bassano.

Il popolo della bandiera

Come sempre una cosa è dire, e un'altra cosa è vedere.
Non si può infatti immaginare l'infinità di un drappo tricolore lungo quasi due chilometri finché questo non ti appare davanti.
Un effetto che è particolarmente percepibile sul lungo rettilineo di viale Venezia, dove il bandierone, sorretto e portato a passo lento da oltre duemila persone, appare prolungarsi a perdita d'occhio.
Il “popolo della bandiera”, che trasporta l'interminabile serpente di stoffa, è composto dalle più diverse componenti della società civile.
Alunni e studenti delle scuole del territorio di ogni ordine e grado assieme ai loro insegnanti, alpini e altre associazioni combattentistiche e d'arma, associazioni sportive e del volontariato, gruppi e comitati, famiglie e singoli cittadini. Sono le tantissime teste che sbucano ai due lati del grande Tricolore. Altre, provenienti dalle due ali di pubblico, se ne aggiungono strada facendo.
Presenti anche molti soci dei Club Service della città, che in questa occasione sono in prima linea. La manifestazione “Il Tricolore a Bassano” - che gode del patrocinio, tra gli altri, di Camera dei Deputati, Ministero della Difesa e Ministero dei Beni Culturali - annovera infatti tra i suoi organizzatori, oltre alla Associazione Nazionale “Comitato Primo Tricolore”, il Lions Club Modena Estense e i due Lions Club di Bassano del Grappa.
Il percorso della sfilata, di quattro chilometri, si snoda sui luoghi più significativi del centro storico: viale dei Martiri, Ponte degli Alpini, Ponte della Vittoria, Tempio Ossario, le piazze. Persino il nostro amato Ponte Vecchio, oggi ridotto a un provvisorio saliscendi, all'incessante passaggio del maxi drappo tricolore acquisisce un sussulto di orgoglio e di scintillante dignità.
Davanti al Tempio Ossario il corteo si ferma per la cerimonia dell'alzabandiera, degli Onori ai Caduti e della deposizione delle corone d'alloro.
E la solennità del momento fa da contrappeso alla spensieratezza di alcuni bambini più piccoli delle scuole, che approfittano della sosta per concedersi qualche minuto di relax, seduti sull'asfalto e nascosti sotto il bandierone.
Attraverso via Verci la patriottica processione arriva quindi in piazza Libertà.
E' il momento degli interventi della autorità, per i discorsi di rito, mentre i tre colori continuano a sfilare in direzione del rientro nuovamente in viale Venezia e quindi alla Caserma Montegrappa.
“E' straordinario - afferma il sindaco Riccardo Poletto - come tre colori messi uno accanto all'altro su una bandiera siano così carichi di significati, significati che si moltiplicano nel corso degli anni, dei decenni, dei secoli, ed è per questa ragione che la straordinaria lunghezza di questo tricolore lo rende ancor più evocativo: metro dopo metro possiamo ripercorrere la storia che è seguita a quel 1797, storia con alti e bassi, che ci consegna un Paese di cui essere orgogliosi e responsabili.”
E' l'apoteosi del bandiera-Day, salutata dal triplice sorvolo sulla città, su un cielo sempre più plumbeo, di una formazione di tre aerei d'epoca capitanata dal pilota trevigiano Giancarlo Zanardo.
Poco prima dell'una, il rompete le righe. Alla Caserma Montegrappa, mentre gli alpini offrono un piccolo e immancabile rinfresco, la bandiera sfilante più lunga del mondo viene arrotolata nel camion con il quale è arrivata. E quasi su indicazione di un'occulta regia, mentre gli sportelli del camion si chiudono incomincia a piovere. E' il fortunato finale, viste le poco ottimistiche previsioni del tempo, di una mattinata perfetta.
Sul Ponte degli Alpini - per scattare delle immagini particolari che troverete nella galleria fotografica, che vi invito a non perdere - mi sono spostato via dal pubblico appoggiato alla balaustra per aggiungermi, anche se per pochi metri di sfilata e per il solo passaggio sul Ponte, ai reggitori del grande Tricolore.
Di solito in queste cose, soprattutto se le seguo per lavoro, sono piuttosto distaccato: ma mi sono venuti i brividi.

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