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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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Restauro del Ponte: la INCO di Pergine scende a patti con la concorrente Vardanega e annuncia di non voler ricorrere al Consiglio di Stato. Ma presenterà comunque il conto al Comune. La prudenza del vicesindaco Campagnolo
Pubblicato il 13-12-2016
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Un nuovo apparente capitolo da libro “Cuore” si staglia sulla città di Bassano del Grappa. Il buono di turno è la INCO Srl di Pergine Valsugana, che in qualità di seconda in graduatoria si è prima vista porgere su un vassoio d'argento il cantiere del restauro del Ponte degli Alpini - dopo l'esclusione ad opera del Comune della Nico Vardanega Srl di Possagno, vincitrice della gara a procedura negoziata - per poi vederselo sospeso dal Consiglio di Stato pochi giorni dopo la partenza dei lavori e quindi riaggiudicato alla Vardagenga a seguito della nota sentenza del TAR.
Un estenuante giro di valzer alla bassanese che rischiava di trascinarsi ulteriormente nella spirale delle carte bollate, a scapito della fino ad oggi sempre incerta partenza dell'intervento sull'illustre malato di legno.
In quanto parte “danneggiata” dal provvedimento del TAR, l'azienda trentina aveva infatti diritto di presentare ricorso in appello, a sua volta, al Consiglio di Stato. Allungando in questo modo il filo della Spada di Damocle giudiziaria che ha continuato fin troppo a pendere sulla testa del cantiere-spot dell'Amministrazione Poletto.

Foto Alessandro Tich
E invece no: dopo avere nicchiato per settimane sul passo da intraprendere con i propri legali, la INCO Srl avrebbe deciso generosamente (ma non troppo, come vedremo di seguito) di rendere l'onore delle armi. Niente ricorso al Consiglio di Stato. E avanti tutta, quando finalmente il Brenta lo consentirà, con i lavori affidati alla concorrente Vardanega.
Queste, perlomeno, sono le intenzioni annunciate alla stampa dall'amministratore dell'impresa di Pergine Valsugana Luca Conci.
Non si tratta però di una resa incondizionata.
Il “rompete le righe” giunto dal Trentino sarebbe infatti il frutto di un accordo raggiunto tra le stesse ditte INCO e Vardanega. Secondo l'intesa “bilaterale” la prima lascia il campo libero alla seconda, cedendole il già effettuato studio tecnico preliminare sulla situazione delle sponde e anche le attrezzature già allestite nell'area adibita a cantiere.
Contestualmente, la stessa INCO annuncia che passerà alla cassa chiedendo al Comune di Bassano il pagamento per il lavoro iniziale da cui la ditta appaltatrice viene affrancata e che comunque è stato svolto.
Tuttavia il vicesindaco Roberto Campagnolo, che nell'ultimo anno in merito al Ponte ha visto di tutto e il contrario di tutto, prende atto della situazione “in progress” ma resta prudente e mette le mani avanti.
“Sapevo che c'era un tavolo per cercare una soluzione e ho appreso anch'io delle intenzioni di INCO - dichiara -. Ma niente realmente è ancora arrivato in Comune, nessuna comunicazione formale. Il termine per presentare ricorso al Consiglio di Stato è fissato al 28 dicembre. Siamo ancora entro la scadenza.”
“Ci sono ancora due partite aperte - aggiunge il vicesindaco -. La prima è appunto quella del potenziale ricorso al Consiglio di Stato, che è ancora possibile, e la seconda è costituita dal fatto che INCO ha comunque svolto delle attività propedeutiche al cantiere, per valori discutibili e secondo noi da diminuire. Anche per questo aspetto nessuno ha ancora formalmente presentato delle richieste. La ditta ha comunque cinque anni di tempo per chiedere eventuali danni. Attendiamo.”
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