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Alessandro TichAlessandro Tich
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La Regione consegna agli Alpini le chiavi della Caserma Montegrappa. Da oggi la Palazzina Comando dell'ex complesso militare diventa il nuovo quartier generale delle penne nere

Pubblicato il 13-04-2015
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“Questa è la volta buona.” E se lo dice Giuseppe Rugolo, presidente della sezione ANA Montegrappa, c'è da credergli.
Dopo lunghi anni di distacco - esclusa la breve parentesi dell'Adunata Nazionale di Bassano nel 2008 - dal luogo simbolicamente a loro più caro assieme al Ponte, gli Alpini rimettono ufficialmente piede all'interno della Caserma Montegrappa. Per rimanervi stabilmente, e trasformare le vuote sale di quella che un tempo fu la Palazzina Comando dell'ex complesso militare in rinnovati contenitori di progetti e attività.
Il presidente Rugolo rincara la dose dell'entusiasmo giocando la sua personale schedina: “Oggi abbiamo fatto 13.” Perché oggi, 13 aprile, è il giorno della consegna ufficiale delle chiavi della Montegrappa da parte della Regione Veneto - che ha acquisito la struttura dal Demanio dello Stato - alle penne nere della sezione bassanese, che dell'edificio a nord della Caserma, che si affaccia su viale Venezia, saranno i gestori e tutori.

Habemus Chiavi! Il presidente ANA Montegrappa Giuseppe Rugolo col presidente nazionale ANA Sebastiano Favero e gli assessori regionali Elena Donazzan e Roberto Ciambetti (foto Alessandro Tich)

C'è fibrillazione nell'atmosfera che precede la cerimonia di consegna, e non potrebbe essere altrimenti. Prima dell'arrivo delle autorità, mentre tutti attendono fuori dall'entrata su viale Venezia, all'interno dell'area alcuni addetti della sezione lavorano febbrilmente per estirpare a tempo di record le erbacce sul lato della piazza d'armi prospiciente la Palazzina. Solo lo stretto necessario, per consentire agli ospiti istituzionali, su quel fazzoletto di spazio, di assistere al rito dell'alzabandiera. C'è da giurare che, una volta che le penne nere prenderanno in mano la situazione, l'intera piazza d'armi, oggi infestata di sterpaglie, tornerà liscia e pulita come una pista di ghiaccio.
Il clima, del resto, è quello di una Rimpatriata con la R maiuscola.
Le rappresentanze di tutti i gruppi alpini della sezione sono infatti presenti con i loro vessilli. Ma al di là dell'incombenza istituzionale, sui volti dei molti “veci” e di un meno cospicuo ma comunque rappresentativo gruppo di “bocia”, oramai adulti, si legge l'emozione per quello che, fuor di retorica, viene vissuto davvero come un ritorno a casa.
La più emozionata di tutti è però Elena Donazzan, assessore regionale uscente e “alpina” ad honorem. Che per la riapertura dell'ex Caserma, resa possibile proprio grazie all'intervento della Regione, si illumina d'immenso.
Sprizza gioia da tutti i pori anche il suo collega di giunta Roberto Ciambetti, assessore veneto al Bilancio, nuovamente in loco col suo cappello di alpino, che non manca di ricordare per l'ennesima volta che alla Montegrappa ha fatto il militare, “nel 3° '85” (spero che si scriva così, gli Alpini mi perdoneranno).
Assente giustificato (ma si è perso una grande occasione di visibilità) l'altro assessore regionale Massimo Giorgetti, detentore dei Lavori Pubblici, uno dei “padri fondatori” dell'accordo di programma con l'Agenzia del Demanio, che era la titolare della Caserma dopo la dismissione del Ministero della Difesa.
Accordo che ha previsto la cessione della struttura alla Regione Veneto con l'impegno di realizzare nell'ex area militare la futura “Cittadella della Sicurezza”, con la nuova sede del Commissariato di Pubblica Sicurezza e della Polizia Stradale.
Dunque le penne nere da una parte e gli agenti della Polizia di Stato dall'altra, oltre ai locatari delle Case Ater che saranno realizzate sul lato sud del complesso, saranno i nuovi “inquilini” della Montegrappa che verrà.
Si comincia intanto con gli Alpini, da oggi depositari dell'ala storicamente più significativa del complesso, che sarà lo spazio per le iniziative dedicate alla memoria del Corpo, nonché il quartier generale delle attività operative della sezione.
Per il passaggio di consegne, il parterre delle autorità civili, associazionistiche e militari si schiera dapprima di fronte al monumento, nella postazione che fino a pochi minuti prima era coperta di erbe spontanee. Tra i maggiorenti invitati spiccano anche due fasce tricolori, indossate dai due soli amministratori comunali presenti: il sindaco di Bassano del Grappa Riccardo Poletto e Giovanna Donazzan, ovvero la Donazzan junior, vicesindaco di Pove del Grappa.
L'alzabandiera, con l'inno di Mameli riecheggiante dagli altoparlanti e cantato a squarciagola dai presenti, dà inizio al cerimoniale.
Che prosegue nella sala di rappresentanza della Palazzina, oggi ancora spoglia, con gli interventi di rito.
Elena Donazzan sottolinea: “E' un grande momento.” “La Caserma - spiega Donazzan - rischiava di essere cartolarizzata, con la vendita sul mercato privato. La Regione ha deciso di esercitare il diritto di prelazione. L'Accordo prevede qui, nella Palazzina Comando, l'utilizzo da parte degli Alpini dell'ANA Montegrappa. Altri spazi saranno destinati alla nuova sede delle Forze di Sicurezza. Ci sarà una convivenza perfetta tra uomini d'ordine e di disciplina.”
“Siamo certi - aggiunge l'assessore regionale povese - che la Palazzina sarà nelle mani migliori, quelle delle sentinelle dell'amor di Patria.”
Il sindaco Poletto ringrazia la Regione “per la scelta coraggiosa di insistere che la destinazione di questo sito fosse pubblica. Consegnarlo agli Alpini vuol dire consegnarlo alla città.”
Roberto Ciambetti rimarca come oggi si giunga alla fine “di un percorso iniziato due anni fa in sordina”. Rende merito ai “progetti già avanzati della Cittadella della Sicurezza” e rileva che l'operazione col Demanio “ha evitato la speculazione immobiliare”. “L'auspicio - conclude - è che la caserma Montegrappa diventi il punto di riferimento per gli Alpini non solo di Bassano ma di tutto il Veneto, anche per le celebrazioni del Centenario della Grande Guerra.”
“In questo posto - afferma il presidente ANA Montegrappa Giuseppe Rugolo - migliaia di giovani hanno avuto l'opportunità di compiere il proprio dovere. Sottolineo “compiere il proprio dovere”, perché è quello che manca all'Italia di oggi. Da qui partiranno i nostri progetti, con la nostra passione, competenza e con l'entusiasmo che ci contraddistingue. Da lunedì gli Alpini daranno mani, cuore e testa a servizio di questo progetto, anzi di questo sogno.”
E quando Rugolo nomina “il presidentissimo Bortolo Busnardo, che sarebbe felice oggi di essere qui con noi”, parte, spontanea, una standing ovation.
Gran finale con il veemente intervento del presidente nazionale ANA Sebastiano Favero. “Questo è un momento degli Alpini - dichiara -. Di tutti gli Alpini, dell'intera ANA che io oggi rappresento. Segno che questa Caserma, restituita a noi, dovrà dare un segno a tutte le realtà del nostro Paese.”
Un “segno” di impegno e di presenza attiva che, come spiega Favero, si richiama ai fondamenti dello spirito del Corpo, espressi a chiare lettere nella “Preghiera dell'Alpino”: “La nostra Patria, la nostra Bandiera, la nostra millenaria Civiltà Cristiana.” Un appello - attualizzato alla situazione odierna - “a trasformare le guerre di oggi in valori da difendere”.
Conclusi gli interventi si arriva al nero su bianco, con la firma del verbale di consegna della Palazzina Comando ai suoi nuovi custodi.
Quindi i vertici della sezione ANA ricevono una bandiera della Regione Veneto, prima del momento clou che tutti attendono: la fatidica consegna delle chiavi nelle mani del presidente di sezione.
Quando Rugolo alza trionfalmente il mazzetto di chiavi con lucchetto appena ricevuto a beneficio di fotografi e telecamere, sembra Fabio Cannavaro mentre alza la Coppa del Mondo a Berlino. E ne ha ben donde. Da oggi, per gli Alpini, i portoni della beneamata Caserma Montegrappa non saranno più un limite invalicabile.
Apriti Sesamo.

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