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Politica

Cin Cin Cinquestelle

A Bassano il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, del Movimento 5 Stelle. Incontro con gli studenti in Sala da Ponte, pit-stop da Nardini e conferenza stampa sul Ponte. Parlando di futuro: “I giovani non si aiutano col Jobs Act”

Pubblicato il 21-03-2015
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Elena Pavan

L'è un bocia...!”, commenta una signora sul Ponte degli Alpini mentre l'onorevole, pardon il cittadino Luigi Di Maio, eletto in Campania al parlamento italiano con il Movimento 5 Stelle, vicepresidente della Camera dei Deputati, sta conversando con il sindaco Riccardo Poletto e col rieletto presidente dell'ANA Montegrappa Giuseppe Rugolo in mezzo ad un autentico trambusto di seguaci, aficionados, curiosi, giornalisti e Tv locali.
La signora ha ragione, perché Di Maio è veramente un bocia: 28 anni appena all'anagrafe, il più giovane vicepresidente della Camera della storia della Repubblica, nonostante lo stile giacca-e-cravatta, portato impeccabilmente, lo faccia apparire più avanti con gli anni.
Disinvolto e sicuro di sé, è lui stesso a dettare i tempi della visita, a concedersi agli interlocutori che gli chiedono udienza, a dire ai cronisti quando è il momento di fargli le domande.

Brindisi col “mezzo e mezzo”. Da sin: il candidato governatore del Veneto del M5S Jacopo Berti, il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio e il sindaco di Bassano Riccardo Poletto (foto Alessandro Tich)

Di Maio è giunto questa mattina a Bassano per spiegare in Sala Da Ponte agli studenti delle ultime classi degli istituti superiori, di cui potrebbe essere il fratello maggiore, il funzionamento delle nostre istituzioni.
“Lo scopo dell'incontro - spiega Paolo Baggio, portavoce del M5S di Bassano - è quello di riportare i giovani all'interno della politica ritrovando in essa i valori dell'onestà, della coerenza e della trasparenza vissuta con spirito di servizio indipendentemente dal colore di appartenenza.”
Il tutto attraverso l'esempio un esponente politico che nonostante l'alto ruolo istituzionale “non arriva in auto blu e non ha al seguito nessuna scorta”, ma interviene “come alta carica dello Stato dimostrando nonostante ciò che si può fare politica restando sé stessi, senza sperpero di alcun denaro, ricordandoci che è un cittadino prestato alla politica e come tale si mette a disposizione degli studenti per ascoltarli e rispondere alle loro domande”.
L'appuntamento con i ragazzi delle superiori è solo il primo tempo dell'intervento di Di Maio nella nostra città, col programma che prevede il secondo tempo con una visita del Ponte Vecchio e i supplementari con una breve conferenza stampa nei sempre suggestivi spazi, nonostante i noti acciacchi che lo affliggono, del monumento.
Il “vice” della Camera vi arriva a piedi, proveniente dall'incontro al Centro Giovanile, percorrendo le vie del mercato del sabato a fianco del sindaco Riccardo Poletto con fascia tricolore e con un seguito di esponenti pentastellati che non si vedeva da tempo. A fare da apripista al piccolo corteo, un operatore di ripresa con telecamera, un secondo operatore di ripresa munito di tablet e due fotografi: un team di raccoglitori di immagini intenti a immortalare per il MoVimento Tutto Di Maio Minuto per Minuto.
La visita sul Ponte è in realtà l'occasione per un immancabile pit-stop alla Grapperia Nardini. A fare gli onori di casa è Leonardo Nardini, che accompagna l'ospite parlamentare e il seguito nelle “secrete stanze” ai piani inferiori dello storico locale. Davanti a una finestra con visione sul Ponte Vecchio, il sindaco Poletto illustra al giovane rappresentante dei vertici di Montecitorio i fondamentali del progetto del restauro: motivazione, impostazione e costi.
Di Maio invita il sindaco a tenere conto dell'opportunità offerta da un decreto del ministero, in predicato di riconversione in legge, che consente “ad ogni cittadino del mondo di adottare un monumento italiano donando fondi per i progetti di restauro”. “Sarebbe molto utile per la raccolta fondi - sottolinea -. Ci sono stranieri pronti a dare una mano.”
Nel frattempo si aggiunge al gruppo Jacopo Berti, candidato governatore del Veneto per il Movimento 5 Stelle, proprio mentre dai piani superiori della Grapperia arriva una tornata di “mezzi e mezzi” che dà la stura a un brindisi in salsa bassanese.

“Dove stiamo governando Equitalia non c'è più”

Prima di risalire a riveder le stelle, per l'annunciata conferenza stampa, passa tuttavia ancora del tempo per consentire ai seguaci pentastellati di eseguire una lunga sfilza di selfie con un sempre sorridentissimo Di Maio.
Il quale, dopo un'ulteriore serie di colloqui e di foto sul Ponte, si concede finalmente ai cronisti. Per fornire innanzitutto un'impressione sull'incontro con gli studenti bassanesi.
“E' un progetto che ho già replicato in 40 scuole, dove spiego ai ragazzi come funzionano le istituzioni dello Stato - riferisce -. Un cittadino informato è un cittadino che si fa fregare di meno. Molti non sanno cosa votano i parlamentari e non controllano chi hanno votato. Agli studenti presentiamo la App OpenParlamento, con cui è possibile monitorare tutti gli atti dei rappresentanti eletti. I ragazzi rispondono sempre benissimo. Dimostrano grande attenzione, grande capacità e voglia di capire e fanno domande sensate. Una delle domande più frequenti è “quando si aboliranno i privilegi”. E' una cosa importante.”
Sul futuro dei giovani: “Vanno investite risorse per far sbocciare le eccellenze non solo con start-up di imprese innovative, ma anche in altri campi come l'agricoltura. Si continua invece a investire i soldi delle tasse in altre cose, come i 12 miliardi di euro per l'acquisto degli F-35. Se ricavassimo solo 10 milioni di euro con il taglio degli stipendi ai parlamentari, potremmo favorire la creazione di una piccola impresa al giorno per i prossimi dieci anni. Di certo i giovani non si aiutano col Jobs Act. Quando sono entrato in parlamento c'era ancora il contratto a tempo indeterminato, ora sono state introdotte le cosiddette “tutele crescenti” che addirittura prevedono licenziamenti di qualsiasi tipo. In questo modo un giovane non può più aspirare a un mutuo, a farsi una famiglia, a una casa.”
Uno dei supporters, sostituendosi ai cronisti, pone la fatidica domanda sul perché i media non parlino mai del candidato governatore del Veneto del M5S Jacopo Berti, concentrando l'attenzione solo sul triangolo Zaia-Tosi-Moretti.
“C'è un grande deficit su Jacopo” - riconosce Di Maio, che coglie la palla al balzo per evidenziare quale sia invece, dal suo punto di vista, l'importanza di un'Amministrazione a 5 Stelle.
“Dove stiamo governando - afferma - Equitalia non c'è più, i dirigenti cambiano e si abolisce la Tasi. Il Veneto è una regione in cui possiamo ridurre le sofferenze degli imprenditori, perché perseguitati da Equitalia, che è da cacciare a calci dagli enti pubblici. Il nostro obiettivo è il governo di questo Paese, anche se attraverso una legge elettorale che contrasteremo fino alla fine. Intanto ci sono sette regioni al voto, abbiamo questa occasione. Abbiamo calmierato gli errori del 2013, con un solo turno di parlamentarie. Per le regionali i turni sono stati tre, è stato selezionato un candidato validissimo da portare alla presidenza della Regione.”
L'intervista del vicepresidente Di Maio si conclude con una standing ovation sul Ponte palladiano dell'uditorio a 5 Stelle. Si potrà essere o non essere d'accordo con lui e col MoVimento che rappresenta, ma questo bocia ci sa fare.

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