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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Mozzarella di bufala
A proposito della non-notizia degli studenti musulmani del Brocchi usciti dall'aula durante il minuto di silenzio per le vittime di Parigi
Pubblicato il 28-11-2015
Visto 6.610 volte
Chi svolge il mestiere di giornalista è come 007: ha licenza di uccidere.
In senso figurato, ovviamente. Le sue armi però non sono mitra o pistole, ma semplicemente le parole. E' per questo che le parole, anche quando bisogna andar giù duro e lavorare di sciabola, vanno maneggiate sempre con cura. Estremamente con cura. La professione è inoltre regolata da obblighi deontologici: la notizia, prima di essere pubblicata, deve essere verificata e in caso di informazione errata o non veritiera è prescritto l'obbligo della rettifica.
Ma più di una volta, pur di pubblicare uno scoop o presunto tale, queste regole basilari - a tutela di chi scrive, di chi legge e soprattutto di colui o di coloro di cui si scrive o di cui si parla, nel caso della televisione - vanno a farsi benedire.

Fonte immagine: campaniasuweb.it
E quello che viene offerto alla pubblica piazza è un piatto mediatico che ha il gusto di mozzarella di bufala.
Quando poi la bufala rischia di creare allarme sociale, ecco che, dal punto di vista della gastronomia giornalistica, si passa alla ancora più indigesta categoria della frittata.
Un esempio di quanto sopra descritto - da consegnare ai manuali della non-notizia - è l'articolo pubblicato ieri da un sito di informazione online di Vicenza, secondo il quale alcuni studenti di fede musulmana del Liceo Brocchi di Bassano, durante il minuto di silenzio indetto dal preside lunedì scorso per le vittime degli attentati terroristici di Parigi, sono usciti dall'aula per poi rientrarvi alla ripresa della lezione.
Una notizia - così come è stata confezionata - che avrebbe del clamoroso: per il fatto in sé e per tutti gli aspetti sociologici correlati, nel momento di massima attenzione e soprattutto tensione (è inutile nascondercelo) circa i rapporti con il mondo islamico, per colpa delle sue deviazioni estremiste e fondamentaliste.
Ma come già riportato nel nostro articolo di ieri, è una notizia che non esiste. Per il semplice fatto che non ha riscontro. Trattasi cioè di una voce di corridoio, o se preferite da bar, che come tale andrebbe trattata - e cioè ignorata - in assenza di prove, di testimonianze o di documenti inconfutabili.
Come già scritto, il dirigente scolastico del Brocchi Gianni Zen - ignaro del presunto fatto e travolto da improvvisa esposizione mediatica - ieri ha trasmesso un’email a tutti i docenti chiedendo se l’informazione uscita sul web corrispondesse al vero, ma le risposte sono state negative.
Poi si è appreso come sarebbero andate realmente le cose, come riportato oggi dal Giornale di Vicenza che ha interpellato il rappresentante degli studenti: in un solo caso, in una classe terza del classico, due studenti italiani sono usciti dall'aula durante il minuto di silenzio in dissenso con il fatto che il simbolico atto, oltre alle vittime di Parigi, non si riferisse anche alle vittime dell'aereo russo abbattuto sul Sinai. Tutto qua. Una quisquilia, per così dire.
Ma come sempre accade, la “voce” ha poi preso a percorrere le sue vie con le solite mutazioni genetiche in corso d'opera, proprie del passaparola, che hanno trasformato il gesto di quei due ragazzi in una non meglio specificata azione di dissenso di “alcuni studenti musulmani” nei confronti della pietà per le vittime innocenti dei terroristi di Parigi.
E così la cosa è stata spiattellata da chi ha ritenuto di renderla come notizia. Traendo in inganno persino il TgCom24 online che riprendendo il lancio di un altro sito vicentino che a sua volta l'aveva ripreso dal sito originale (questi, cari lettori, sono i “giri” di molte news) ieri ha intitolato: “Bassano, studenti musulmani rifiutano minuto di silenzio per i morti di Parigi.”
Lo stesso TgCom24, nel medesimo articolo, ha riportato anche le dure dichiarazioni immediatamente diffuse sul presunto caso-Brocchi agli organi di informazione - e pubblicate ieri anche da chi vi scrive, seppur riferite a un episodio senza alcuna conferma - dall'europarlamentare della Lega Nord Mara Bizzotto. I cui pensieri e parole circa la non-notizia di cui sopra, corredati persino di appello al Ministero dell'Interno e alle forze inquirenti perché facciano luce sulla vicenda, possono essere sintetizzati con la formula: “il fatto deve essere accertato, ma intanto dico la mia”.
Morale della favola: si è sollevato un polverone per nulla e chi lo ha cavalcato ha ottenuto la visibilità che voleva. Le mozzarelle di bufala, alla fin fine, hanno il loro perché.
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