Pubblicità

Rinascimento in bianco e nero

Pubblicità

Rinascimento in bianco e nero

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Illustri

Maria che scoperta

Nel Bicentenario Canoviano ritrovato il dipinto di Antonio Canova “La Maddalena penitente”. L’opera, sottoposta ad approfonditi studi per l’attribuzione, sarà esposta al Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno dal 23 giugno

Pubblicato il 03-06-2022
Visto 3.464 volte

Pubblicità

Rinascimento in bianco e nero

Maria che scoperta.
Questa volta - per fortuna - la signora Maria non c’entra per nulla, perché si alza notevolmente il livello dei riferimenti di cui all’oggetto.
Stiamo parlando infatti della Maria Maddalena, soggetto ricorrente nella storia dell’arte che affascinò anche il genio scultoreo di Antonio Canova.

Antonio Canova, ‘La Maddalena penitente’, olio su tela, 105 x 81 cm (particolare)

In questo caso la notizia non riguarda tuttavia il campo della scultura, ma quello della pittura.
Nell’anno delle celebrazioni per il secondo centenario della morte di Canova, un nuovo dipinto di Antonio Canova è stato infatti ritrovato: la “Maddalena penitente”.
L’opera, oggi proprietà di privati, è un dipinto a olio su tela di 105 x 81 cm, che è stato sottoposto agli esperti del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno per verificare la paternità canoviana.
La Maddalena è inginocchiata a terra al centro del dipinto. Indossa un semplice panno che le copre i seni e i fianchi, mentre la chioma sciolta scende sulle spalle e sulla schiena. In lacrime, contempla il crocifisso. Lo sfondo è una parete rocciosa con qualche cespuglio.
Il dipinto presentava uno stato superficiale compromesso da varie ridipinture dovute ai diversi restauri che, in un primo momento, ne hanno reso difficile la lettura.
Se ne è resa necessaria la pulitura per riportare l’opera pittorica alle condizioni originarie, nel laboratorio di restauro del Museo. In quel momento si sono potute riscontrare affinità e analogie con i dipinti autografi di Canova.
Tale valutazione, considerata dalla dottoressa Moira Mascotto, direttrice del Museo, è stata condivisa dal prof. Vittorio Sgarbi, presidente di Fondazione Canova onlus e presidente del comitato per le celebrazioni di Canova, e dal dott. Stefano Grandesso, membro del Comitato di Studi della stessa Fondazione.
I tecnici del museo hanno inoltre condotto approfondite ricerche di carattere storico e artistico, integrate da analisi scientifiche. La ricerca presso la biblioteca storica e l’archivio del Museo di Possagno ha documentato l’esistenza di un dipinto di Canova rappresentante la Maddalena, ne ha rilevato le voci di spesa nei libri dei conti e ha, infine, tracciato i passaggi di proprietà dell’opera nel corso dei decenni.
Le ricerche bibliografiche hanno identificato il dipinto nelle testimonianza delle persone vicine all’artista, a partire dalle “Memorie dell’Artista”, del 1823, di Giuseppe Falier, figlio di quel Giovanni primo mecenate e protettore di Canova.
Il dipinto è citato anche da altri biografi di Canova, come Melchior Missirini, e la riproduzione calcografica è pubblicata ne “L’opera completa del Canova” di Giuseppe Pavanello, del 1976. Le ricerche di archivio registrano un documento, redatto a Crespano del Grappa il 19 giugno del 1799 da Francesco Zardo, detto ‘Fantolin’ - fratello di Angela Zardo, mamma di Canova - che fa riferimento alla cornice del dipinto in questione.
L’opera è stata studiata, inoltre, anche dal punto di vista iconografico e stilistico.
Per il primo aspetto, si è riscontrato che Canova dipinse una tela con la Maddalena durante il soggiorno a Possagno nel 1798-99, e che la sua governante, Luigia Giuli, ne trasse una copia oggi custodita presso l’Accademia di San Luca a Roma. L’opera fu incisa da Antonio Zecchin su disegno di Carlo Paroli, con l’indicazione: “Antonio Canova dipinse”.
Per giungere a un’attribuzione certa, il Museo ha verificato altre evidenze scientifiche, avvalendosi della collaborazione dell’Università di Bologna e del Centro Interdipartimentale di Ricerca "Studio e Conservazione dei Beni Archeologici, Architettonici e Storico Artistici" - CIBA dell’Università di Padova.
Grazie a questi studi e ricerche, il Museo Gypsotheca Antonio Canova può oggi confermare che il dipinto rinvenuto sia di Antonio Canova.
Il dipinto sarà esposto presso il Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno dal 23 giugno 2022. Chi se lo perde, dovrà fare penitenza.

Più visti

1

Attualità

22-04-2024

La storia siamo noi

Visto 11.569 volte

2

Politica

21-04-2024

Fort Zen

Visto 10.074 volte

3

Politica

22-04-2024

Euroberto

Visto 9.760 volte

4

Attualità

21-04-2024

Norwegian Wood

Visto 9.706 volte

5

Attualità

24-04-2024

Coffee Freak

Visto 7.944 volte

6

Politica

24-04-2024

E.R. - Zen in prima linea

Visto 6.900 volte

7

Lavoro

20-04-2024

Cottarelli in cattedra allo Scotton

Visto 6.241 volte

8

Attualità

25-04-2024

Belli Ciao

Visto 5.544 volte

9

Scrittori

21-04-2024

Modalità lettura 3 - n.14

Visto 3.652 volte

10

Musica

23-04-2024

Sull'Arca con Ottodix

Visto 3.625 volte

1

Politica

06-04-2024

Teatro Verdi

Visto 14.250 volte

2

Politica

05-04-2024

Mazzocco in campagna

Visto 13.060 volte

3

Attualità

08-04-2024

La Terra è rotonda

Visto 12.472 volte

4

Attualità

22-04-2024

La storia siamo noi

Visto 11.569 volte

5

Attualità

15-04-2024

Signori della Corte

Visto 11.518 volte

6

Politica

07-04-2024

Gimme Five

Visto 11.509 volte

7

Politica

12-04-2024

Cavallin Marin

Visto 11.154 volte

8

Politica

09-04-2024

Carraro in carriera

Visto 11.030 volte

9

Politica

03-04-2024

Pavanti tutta

Visto 10.863 volte

10

Politica

19-04-2024

Campagnolo per tutti

Visto 10.690 volte