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Rinascimento in bianco e nero

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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

La querela cade in acqua

Archiviata dal Gip di Venezia la querela per diffamazione sporta dall'ex sindaco di Cassola Antonio Pasinato contro otto esponenti di “Liberamente Cassola”, tra cui l'attuale sindaco Maroso, che lo avevano criticato sulla vicenda Acquapark

Pubblicato il 14-07-2015
Visto 29.099 volte

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Rinascimento in bianco e nero

E' proprio vero, verba volant e scripta manent.
Chi lo aveva detto, a suo tempo, sapeva benissimo che aveva ragione.
Le parole scritte rimangono, vivono una vita propria che trascende la data della loro pubblicazione e su di esse si possono costruire tante altre parole.

Il cantiere bloccato dell'Acquapark di Cassola, in una foto del 2011 (archivio Bassanonet)

Su carta libera oppure su carta bollata, come è accaduto nella fattispecie al Comune di Cassola.
Correva l'Anno del Signore 2011 quando il gruppo di opinione politica “Liberamente Cassola”, di cui faceva parte anche l'attuale sindaco Aldo Maroso, aveva espresso una dura critica, sul proprio sito internet e quindi con comunicazioni alla stampa, nei confronti della passata Amministrazione comunale, e nella fattispecie dell'ex sindaco Antonio Pasinato.
Oggetto dell'attacco di "Liberamente", la gestione della vicenda Acquapark: il maxi-impianto natatorio polifunzionale di Borgo Isola bloccato in fase di costruzione e da allora trasformato in un cantiere-fantasma a causa del dissesto finanziario e del successivo fallimento della Cosbau Spa, la società trentina concessionaria della costruzione e della gestione dell'opera secondo la formula del project financing.
Quello che otto esponenti di “Liberamente Cassola” - tra cui Maroso - imputavano a Pasinato, in sostanza, era il fatto che la Cosbau Spa “era in dissesto già prima dell'acquisizione del progetto”. E questo non per sentito dire, ma per averlo letto a chiare lettere nella relazione ufficiale del Commissario giudiziale Enrico Willy, nominato dal Tribunale di Bolzano per seguire la liquidazione del concordato preventivo di Cosbau.
La relazione affermava infatti che la situazione in Cosbau “era pesante sin dal 2006”, che la società prima ancora della concessione del project di Cassola aveva “una struttura finanziaria squilibrata a causa del pesante indebitamento” e che “a peggiorare ulteriormente la situazione finanziaria della società hanno contribuito alcuni investimenti nel project financing”.
“Certo, non è piacevole per l'ex sindaco Antonio Pasinato - scriveva ancora, tra le altre cose, la redazione di “Liberamente Cassola” - far sapere ai cittadini di essere stato un po' sprovveduto a credere nell'affidabilità della ditta Cosbau per il solo fatto (così ha detto in Consiglio comunale alla consigliera Tessarolo) che le banche le avevano concesso un buon credito. Sprovveduto nel senso che, indagando meglio, era possibile intuire (o, se non altro, sospettare) lo squilibrio della struttura finanziaria della ditta Cosbau.”
Della vicenda, Bassanonet si occupò con un articolo (notizie.bassanonet.it/attualita/7875.html).
Ma il primo articolo sulla questione fu pubblicato quattro giorni prima dal quotidiano “Il Gazzettino”, a cui “Liberamente” aveva trasmesso una lettera, pubblicata anche nel proprio blog.
A quelle critiche non mancò l'immediata replica - corredata di date e cifre - di Pasinato, secondo il quale era “scandaloso che si butti fango utilizzando frasi di una relazione riferita ad aspetti diversi dalla vicenda Cassola” (notizie.bassanonet.it/attualita/7887.html), dando la stura a un vibrante botta e risposta tra lo stesso Pasinato e Aldo Maroso.
Ma la storia non era finita lì: il 2 maggio 2011 lo stesso Pasinato sporse querela contro gli otto esponenti della redazione di “Liberamente Cassola” (F. Bittante, A. Maroso, A. Todesco, M. Pan, R. Bortignon, G. Scremin, M. Censi e L. Castellan) colpevoli, a suo dire, di “diffamazione con l'aggravante di altre forme di pubblicità”.
Come si legge nell'atto di denuncia-querela di Pasinato “la valutazione operata dall'Amministrazione comunale dell'epoca è stata fatta con scrupolo e diligenza (...)”. E frasi come “a chi si sia rivolta l'Amministrazione del Comune di Cassola per conoscere la situazione di Cosbau non si sa, ma visti i risultati tanto valeva consultare l'oroscopo o magari...scrutare nei fondi del caffè, prima di accettare l'offerta della ditta trentina” - denunciava l'ex sindaco estrapolando un'affermazione del gruppo querelato - sono state inserite “al solo e unico scopo di suscitare seri dubbi sulla mia condotta e di deprecare il mio operato”.
Ergo: denuncia per diffamazione e “per la violazione di tutte le norme penali che si riterranno violate”, con riserva di costituirsi parte civile “per il risarcimento dei danni subiti”.

“Legittimo esercizio del diritto di critica”

La querela di Pasinato si riferiva, nella fattispecie, alla circostanza che “domenica 6 febbraio 2011 il giornale Il Gazzettino, edizione di Vicenza, ha pubblicato una lettera giunta alla redazione, contenente affermazioni diffamatorie sulla mia persona e sul mio operato”.
E così, l'8 giugno 2011, la Procura della Repubblica di Bassano del Grappa, “ritenuto che il reato per cui si procede appartenga alla competenza del Tribunale di Venezia in relazione al luogo di stampa de “Il Gazzettino” (Venezia-Mestre)” disponeva “la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica di Venezia”.
Da allora il procedimento della querela sull'Acquapark si è trasferito sulle acque della Laguna, per arrivare alla sua conclusione dopo circa tre anni e mezzo.
Con un esito annunciato il 16 settembre 2013, quando il pubblico ministero della Procura della Repubblica di Venezia dott. Walter Ignazzitto ha emesso la richiesta al Gip di archiviazione dell'atto.
“Le doglianze manifestate dagli indagati in seno alla lettera pubblicata sul quotidiano “Il Gazzettino” - afferma il Pm nella richiesta - costituiscono legittimo esercizio del diritto di critica.”
“Si tratta, certo, di un'aspra manifestazione di dissenso e disapprovazione circa l'operato dell'Amministrazione comunale nella scelta della ditta “Cosbau” quale appaltatrice di un'opera pubblica - prosegue il sostituto procuratore -. E' noto, tuttavia, che secondo l'ormai consolidato indirizzo giurisprudenziale, l'asprezza e la virulenza che ordinariamente connotano il dibattito politico, rendono più ampi i limiti scriminanti dell'art. 51 c.p. Ciò in quanto il linguaggio della polemica politica può, di regola, assumere toni più pungenti ed incisivi rispetto a quelli comunemente adoperati nei rapporti personali tra privati.”
La richiesta del magistrato è finita sul tavolo del Gip del Tribunale di Venezia dott.ssa Roberta Marchiori il 22 settembre 2014. E il Gip, visti gli atti, ha accolto
l'istanza del Pm disponendo l'archiviazione del procedimento.
“I toni usati - si legge nel dispositivo della sentenza - rientrano nell'ambito dell'esercizio di critica espresso in forma satirica”.
“Dalla relazione del Commissario della società Cosbau Spa - interviene nel merito il Gip, confermando quanto espresso nella lettera dei querelati - emerge che “la struttura finanziaria della società già all'atto dei conferimenti si rivelava piuttosto critica, con un pesante indebitamento verso le banche e carenza di mezzi propri”. Cioè al momento del conferimento dei rami di azienda da parte delle società fondatrici la struttura finanziaria della Cosbau Spa risultava squilibrata a causa del pesante indebitamento.”
Pertanto “le considerazioni svolte dall'Associazione nella lettera trasmessa al Gazzettino appaiono trovare fondamento in quelle del Commissario giudiziale”.
Morale della favola: come nel recente esito della querela per diffamazione e altri reati presentata nel 2012 da Silvia Pasinato e Antonio Pasinato nei confronti di un gruppo di utenti di Bassanonet e di alcuni profili facebook in merito a una serie di commenti on line postati sulla vicenda del gassificatore (notizie.bassanonet.it/attualita/19405.html) anche la querela sull'intervento di “Liberamente Cassola” a riguardo della gestione della vicenda Acquapark si è conclusa con l'archiviazione, ovvero con un nulla di fatto.
“Accettabili esternazioni di critica politica” nel primo caso (Tribunale di Vicenza) e “toni che rientrano nell'ambito dell'esercizio di critica” nel secondo (Tribunale di Venezia).
Per dieci mesi, la sentenza del Gip di Venezia è stata tenuta sottotraccia dall'attuale Amministrazione di Cassola, che ha tirato fuori la notizia in occasione dell'ultimo consiglio comunale di mercoledì 8 luglio dedicato proprio all'Acquapark, ovvero alla doppia transazione in corso per i contenziosi con il curatore fallimentare di Acquapark Cassola Srl, società di progetto della Cosbau Spa, e con l'assicurazione.
La spinosa questione, tenuta fino adesso in bagnomaria - almeno sotto il profilo della comunicazione esterna da parte del Comune -, entra così di prepotenza nell'agenda dell'attuale mandato amministrativo.
E a quanto pare, sul caso della piscina che non c'è, ne sentiremo ancora delle belle.

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