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Alessandro Tich
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Bassanonet.it
La buona Pizza
Riconoscimento nazionale per “PizzaTherapy”. Il progetto bassanese per il sollievo psicologico dei pazienti oncologici, patrocinato dall'Ulss 3, ottiene una segnalazione speciale al premio “Gerbèra d'oro” della Fondazione Ghirotti
Pubblicato il 07-06-2016
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“PizzaTherapy” sforna un successo.
Il progetto, nato a Bassano del Grappa, che attraverso l'insegnamento dell'arte della preparazione della pizza intende promuovere il sollievo e benessere psicologico dei pazienti oncologici ha ricevuto infatti un importante riconoscimento a livello nazionale.
Nell'ambito del premio “Gerbèra d'oro” - attribuito annualmente dalla Fondazione Ghirotti e dalla Conferenza delle Regioni ad una struttura sanitaria che si è distinta nell'affrancamento dal dolore inutile, nelle terapie più avanzate e nell'umanizzazione delle cure - l'iniziativa della pizza terapeutica, sostenuta e patrocinata dall'Azienda Ulss 3, ha ottenuto la segnalazione speciale della sezione “Piccoli, ma belli”, che per la prima volta ha visto la Commissione del premio valutare progetti terapeutici di minore dimensione, ma comunque fortemente significativi.
Degno di nota il fatto che la Regione Veneto abbia concorso al premio con tre progetti dell'Ulss di Bassano del Grappa. Si tratta, oltre a “PizzaTherapy”, dei progetti “Donne per le Donne” e “Touch Therapy”: tutti gratificati da una menzione speciale. “I tre progetti - ha commentato il Direttore Generale dell'Azienda Ulss 3 dott. Giorgio Roberti - hanno rappresentato un ottimo esempio di integrazione Ospedale - Territorio - Comunità.”
Nato da un incontro tra Marco Cerato, un ragazzo che si è trovato ad affrontare una malattia oncologica, la psiconcologa dell'Ulss 3 dott.ssa Samantha Serpentini, Roberto Astuni, vivace protagonista dello scenario turistico bassanese, e lo chef Riccardo Antoniolo, “Pizza Therapy” è stato riconosciuto come un corso dove è possibile sperimentare leggerezza e solidarietà, attraverso l’insegnamento dei fondamenti della preparazione, farcitura e cottura della pizza.
I corsi emozionali, tenuti dal maestro lievitista Antoniolo coadiuvato una nutrizionista e da colleghi appartenenti alla Magnifica Confraternita dei Ristoratori De.Co., hanno dato risultati notevoli in quanto tutti i pazienti hanno trovato miglioramenti psicofisici.
Molteplici studi di psicologia della salute dimostrano l’importanza della positività e dell’ottimismo nell’affrontare i momenti difficili della vita. Il progetto “PizzaTherapy” si propone pertanto di dare continuità a un processo di pratica e di studio su un approccio sperimentale di terapia del sollievo che necessita di opportuni approfondimenti nel campo della ricerca scientifica. Fino ad oggi hanno partecipato al progetto 56 pazienti oncologici, di età compresa tra i 16 e i 66 anni. Il 100% dei partecipanti ha valutato rilevante l’iniziativa sia in termini di benessere psicologico che sociale, considerando l’iniziativa stessa efficace rispetto al vissuto individuale della persona nel particolare momento della sua vita. Tutti i partecipanti ritengono utile l’inserimento nei percorsi assistenziali di iniziative che favoriscano l’umanizzazione delle cure e la qualità della vita in oncologia.
Il progetto, dal quale è nata l'Associazione Culturale PizzaTherapy Health Promotion, nel frattempo va avanti e si pone nuovi ambiziosi obiettivi.
“Grazie ai corsi e alle iniziative di PizzaTherapy - sottolinea Roberto Astuni - l'integrazione col territorio viene perseguita con questi progetti che coinvolgono non solo i pazienti ma diverse realtà locali, e l'intesa con il nuovo Direttore Generale dell'Ulss 3 va in questo senso.”
“Anche il Direttore Generale dott. Roberti, assieme al Direttore Sanitario dott. Bortolo Simoni e al dott. Alessandro Pigatto, infatti, hanno approvato il proseguimento del progetto che, - ricorda Samantha Serpentini - ha anche il patrocinio dell’Istituto Oncologico Veneto e della Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 3.”
“PizzaTherapy - conclude Astuni - proporrà un importante appuntamento a settembre per raccogliere fondi. Due testimonial di fama mondiale hanno già assicurato il loro supporto. Sarà un'ulteriore occasione, per la cittadinanza, di venire a conoscenza di un progetto all'avanguardia nella terapia del sollievo psicologico di pazienti che dall'esperienza condivisa della lavorazione della pizza ritrovano nuove motivazioni e positività.”
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