Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Redazione
Bassanonet.it
Pubblicato il 17-01-2014
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A “Pisto” sarebbe piaciuta così. La serata dedicata alle sue poesie legata alla cucina della tradizione bassanese. I suoi amici, le sue poesie, il ristorante Alla Corte, certo non avrebbe disdegnato i “Do mori” o le osterie su “ae Acque”, un buon bicchiere di vino, anche due e forse più e i piatti della tradizione. Roberto Astuni, presidente della Magnifica Confraternita Ristoratori De.Co ci spiega che la cucina non è solo arte gastronomica ma è cultura di vita. Gino Pistorello raccoglie nelle sue poesie i momenti della vita quotidiana, dove la cucina ha un ruolo fondamentale, divenendo così in maniera più o meno consapevole il primo comunicatore della tradizione popolare. Gli amici dell’Accademia “Acque Slosse”, che da sempre si fa custode della poesia locale, è tra i primi a voler comunicare con orgoglio il legame al poeta e a riconoscerne l’indiscusso talento. Una serata questa, dove l’emozioni si accavallano tra una risata grassa e i versi recitati col magone, tra i racconti tramandati nei filò raccolti da Roberto “Popi” Frison, e una bevuta dal bicchiere di vino di Sergio Brunetti e della sua tenuta Calalta. Difficile seguire un copione, l’improvvisazione esce spontanea perché non si riesce a trattenere la voglia di raccontare il proprio legame al grande Gino. Dal sig. Mario Bertoncello che con orgoglio mostra la gabbietta per il “Grijo” raccontata nella celebre poesia fino agli aneddoti di paese. Le poesie di Pistorello sono state uno stimolo per i “coghi” (Gino non avrebbe voluto chiamarli chef) del circondario, quelli del ristorante la Corte di Bassano, la Trattoria Da Doro di Solagna, l’Osteria Al Portego di Cittadella, il Ristorante Cuori di Marostica e il Piron di Bassano. Tutti nella stessa cucina per proporre i “Spuncioti” con la sopressa e polenta, le sarde in saor, la polpetta, il mezzo uovo con la cipollina e il musetto col cren che da sempre fanno bella mostra tra le vetrinette delle osterie, spuncioti abbinati alla poesia “Vecia Osteria”. La Vellutata di Broccolo de Bassan con il baccalà mantecato ha fatto da sfondo alla poesia “Un magnar da emiri” . Il riso di Grumolo con ragù di pai si è legato alla poesia “La Pai di Arzignano”, lo stinco con le verze soffegae ha preceduto la poesia “per una ricetta” ed infine il gelato con i forti bassanesi e torta di mele precedono la “Preghiera a Bacco”. Un menù che da solo esprime tutta la forza della cucina veneta, non proprio una cucina da tutti i giorni ma sicuramente l’ideale per una serata con il tetto battuto dalla pioggia invernale. La presenza di Pistorello era tangibile nella sala, a dimostrare come la poesia renda immortale l’essere umano. Per chi abbia conosciuto il poeta e pure per chi, per ragioni anagrafiche, ne abbia sentito parlare per la prima volta, rimane a disposizione un patrimonio di cultura ed emozione che è li nei suoi libri, nelle sue poesie e tra angoli dea so Bassan, basta saperlo raccogliere. Quanto a me, passando da salita Ferracina lo ricordo al bar “Da Bisteca”, circa a mezza via, quando passavo in bicicletta saltando i gradini e gridavo “Ciao Pisto!” e lui, con il suo spritz (con l’acqua a parte) dalla sua barba folta lasciava uscire un profondo “Ciao Bocia!”.
Spuncioti e menù foto di Giacobbo Gianpaolo