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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Colpo di Grazia

Intervista al consigliere regionale e comunale, “tornato vincitore” a Bassano dopo una lunga assenza dalla vita pubblica cittadina

Pubblicato il 06-07-2009
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Colpo di Grazia. Anzi, colpaccio. Raffaele Grazia è un esponente di punta della coalizione che nella corsa per la conquista del Comune di Bassano ha portato alla vittoria il nuovo sindaco Stefano Cimatti.
Attuale consigliere regionale - e ora anche consigliere comunale di maggioranza - negli ultimi anni era “scomparso” dal novero delle autorità che solitamente partecipano ai pubblici eventi e alle cerimonie a Bassano del Grappa.
Il suo rientro in città è coinciso con la presentazione di “Bassano ConGiunta”: la lista del candidato sindaco Stefano Giunta di cui è stato il principale promotore. Una scelta che, dal responso delle urne, si è rivelata vincente.

Raffaele Grazia nella redazione di Bassanonet.it


Grazia: lei è stato eletto, con un buon risultato personale, in consiglio comunale a Bassano dove siederà nei banchi di maggioranza. Sua moglie, Barbara Degani, è stata eletta al primo turno Presidente della Provincia di Padova. Ne avete di che festeggiare, in famiglia...
“Il risultato di mia moglie è stato importante per lei dopo tanti anni di esperienza in Regione, dove ci siamo conosciuti. La candidatura alla presidenza della Provincia di Padova era inaspettata, come spesso accade in politica. Per questo si è trattato di un successo ancora più notevole. Le candidature delle donne, evidentemente, oggi riscuotono più attenzione rispetto alle candidature maschili.
Il mio è stato invece un “ritorno” a Bassano dopo anni in cui c'è stata la chiara volontà politica di escludermi da parte dell'Amministrazione uscente. Io però ho mantenuto sempre i rapporti con la società civile bassanese, e questa cosa ha premiato.
Quella di lanciare la civica “Bassano ConGiunta” è stata una scelta naturale, per offrire a Bassano un cambiamento nello stile e nel metodo di governare la città. Con Cimatti è possibile, e lo dimostreremo.”

Ma perché, fino alla campagna elettorale, lei era scomparso dalla scena pubblica a Bassano?
“Nel 2006 io ho fatto una scelta: uscire da Forza Italia, e cioè da un partito al cui interno non c'era la volontà di far esprimere un pensiero. Ho iniziato una strada in salita, quella del Movimento Veneto PPE ed è stata una scelta di libertà, condivisa anche da altri amici.
Dopodiché, nel momento in cui partecipavo ad avvenimenti pubblici nella mia città, il sindaco Bizzotto si dimenticava sempre di coinvolgere o di salutare il sottoscritto, nella mia veste di rappresentante della Regione. Non c'era quindi più motivo per intervenire in eventi e cerimonie a Bassano anche se, ripeto, sono rimasto sempre in contatto con le categorie economiche e le associazioni cittadine, anche quelle sportive.”

Qual è la sua attuale collocazione politica?
“A Venezia sono capogruppo consiliare del Veneto Partito Popolare Europeo, che sta partecipando con l'UDC alla famosa “Costituente di Centro” per dare vita a un nuovo contenitore politico: un grande partito nazionale con un forte radicamento nel territorio, nell'attesa che gli altri due grandi partiti continuino nella loro politica di involuzione, che abbia elementi di attrattiva per l'area moderata del paese. Bassano, in questo senso, potrebbe rappresentare un esperimento interessante.”

Perché secondo lei il centro-destra, che a Bassano aveva i numeri per “fare cappotto”, ha invece perso le elezioni comunali?
“Quando si rinnova un'Amministrazione e si sa che il sindaco non potrà ricandidarsi il compito è quello di trovare un candidato all'altezza per tempo, e in tempi non sospetti. Quella di Egidio Torresan, il candidato “meno di rottura” tra PdL e Lega, è stata un'analisi vera: la candidatura è arrivata troppo tardi e la sua coalizione è partita impreparata.
Poi si è rotto un rapporto con la città su alcune scelte azzardate dell'ultimo momento. Aver scoperto in campagna elettorale che le “Torri” erano un problema è un fatto grave. Significa essere rimasti chiusi dentro il Palazzo senza ascoltare la città.
E poi io dico che è anche passata un'idea di arroganza del potere che ha colpito in maniera particolare il sindaco Bizzotto. Credo che il pensiero di trovare una collocazione nelle liste per le elezioni regionali del 2010 abbia condizionato molto le scelte degli ultimi mesi da parte del sindaco.”

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