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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

M’illumino d’Unesco

A volte ritornano: il 21 novembre in sala Chilesotti l’evento pubblico di presentazione dello studio di fattibilità “Ipotesi di candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco del Ponte di Bassano”

Pubblicato il 10-11-2022
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Ma guarda un po’. Si riaffaccia a Bassano del Grappa la parola “Unesco”.
Eravamo fermi allo scorso mese di gennaio, quando l’Ufficio Unesco del Ministero dei Beni Culturali aveva comunicato all’amministrazione Pavan che il Ponte di Bassano, da solo e cioè come monumento singolo non ha possibilità di essere inserito nella “tentative list” italiana dei siti aspiranti alla candidatura alla lista mondiale dei Patrimoni dell’Umanità.
E ciò perché l’Italia trabocca ormai di siti inseriti nella World Heritage dell’Unesco e per il nostro Paese non vengono prese più in considerazione le candidature singole: di un solo monumento, di una sola città eccetera.

L’unica tipologia di candidatura proponibile, e che abbia un’opportunità di speranza di essere accolta, è quella “seriale” e “transnazionale”: ovvero una proposta che inserisca la candidatura condivisa di più monumenti o siti dello stesso tipo, ubicati in più Paesi e non solo in un’unica nazione.
La clamorosa notizia era uscita nel corso di una seduta della V Commissione consiliare Cultura e Promozione del territorio, per voce della presidente Chiara Tessarollo, dopo un incontro da lei avuto con la direttrice della struttura ministeriale Mariassunta Peci e con l’arch. Adele Ceci, referente nazionale dell’Ufficio Unesco per i siti culturali che sta seguendo le candidature venete, o aspiranti tali, alla lista mondiale.
Solo due mesi prima, durante un consiglio comunale in cui la candidatura Unesco era uno degli argomenti all’ordine del giorno, la stessa Chiara Tessarollo aveva preso la parola. Per dichiarare, in risposta alle minoranze che avevano proposto di candidare il Ponte assieme al centro storico della città, che “il Ponte ha più elementi per sostenere la candidatura da solo”. E il sindaco Elena Pavan, nell’ambito della stessa discussione, aveva affermato quanto segue: “È già partito il lavoro per il Dossier di candidatura, il prossimo step sarà lo studio di fattibilità. È un tema condiviso che deve essere portato avanti da tutta la cittadinanza.”
Poi il dietro-front dopo la doccia gelata ministeriale. Da allora, per restare in tema, l’argomento candidatura è stato messo nel congelatore.
Ma ecco che, tutto d’un tratto, il cielo di Bassano s’illumina d’Unesco.
L’amministrazione comunale organizza infatti per il prossimo lunedì 21 novembre, in sala Chilesotti del Museo Civico con inizio alle 17.30, l’evento di presentazione dello studio di fattibilità “Ipotesi di candidatura alla Lista del Patrimonio Mondiale Unesco del Ponte di Bassano”. L’incontro è intitolato “Il Ponte di Bassano - Nuovi scenari di valorizzazione” e presenterà appunto lo studio di fattibilità redatto dalla Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura. Lo studio è stato realizzato con il supporto scientifico del prof. Guido Beltramini, storico dell’architettura, nonché direttore del Centro Studi Andrea Palladio, massimo conoscitore di Palladio e dei ponti da lui progettati.
Il convegno sarà aperto dai saluti istituzionali da parte di rappresentanti della Regione del Veneto, della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, del Sindaco Elena Pavan e dell’Assessore Giovannella Cabion.
Alle 17.45 l’avvio dei lavori con gli interventi di Chiara Tessarolo, presidente della Commissione Cultura del Comune di Bassano; di Alessio Re, Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura e di Guido Beltramini, Centro internazionale di Studi Architettura Andrea Palladio.
L’incontro è a ingresso libero, la cittadinanza è invitata a partecipare e al termine degli interventi, verso le 18.30, si terrà un momento di confronto con il pubblico presente in sala.
Insomma: spesso i progetti di un certo tipo si perdono nei meandri dell’indefinito.
Ma a volte ritornano.

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