Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 22-04-2009
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20 arresti, 70 indagati, circa 80 società coinvolte - con sedi in tutta Italia, in Austria e in Bulgaria - , oltre 90 milioni di euro di fatture false accertate e oltre 180 perquisizioni eseguite in Italia e in Austria.
Sono i numeri da capogiro della maxi-operazione, coordinata dalla Procura di Vicenza e condotta dai finanzieri dalla Compagnia di Bassano del Grappa e della tenenza di Thiene, che ha permesso di individuare e smantellare un'organizzazione internazionale attiva illecitamente nel settore del recupero e del commercio del materiale ferroso attraverso una sistematica evasione delle imposte e con false attestazioni sulla qualità del materiale ceduto.
Il materiale ferroso ( scarti di lavorazione, rottami e dismissioni industriali ) veniva recuperato e ceduto in nero dai cosiddetti “rottamai”, senza l'emissione di regolare documentazione fiscale, a grosse aziende dedite alla raccolta che a loro volta rivendevano il materiale, al normale prezzo di mercato, a numerose acciaierie e fonderie.
Le grosse aziende in questione, a loro volta, facevano apparire gli acquisti in nero come “regolari” appoggiandosi a un'organizzazione criminale che - dotata di una vera e propria filiera di società fittizie - curava la predisposizione di tutta la falsa documentazione amministrativa e contabile sia in materia fiscale che ambientale.
Le ingenti somme di denaro contante ricavate con l'illecito sistema venivano destinate alla creazione di “fondi neri” di riserva da riutilizzare per alimentare il meccanismo fraudolento ed effettuare nuovi acquisti di materiale senza fattura.
Ma non è tutto: la complessa attività di indagine delle Fiamme Gialle, durata un anno, ha messo in luce anche una fitta rete di flussi finanziari illeciti retrostanti alle operazioni fasulle. Il gruppo criminale sfruttava infatti conti di appoggio esteri che una volta “riempiti” di denaro contante proveniente dalle vendite illecite venivano subito “svuotati”, con prelevamenti in contanti, tramite corrieri appositamente incaricati che avevano il compito in questo modo di far rientrare il denaro sporco in Italia.
Ciliegina sulla torta, la complicità di diversi autotrasportatori che provvedevano a consegnare il ferro alle acciaierie con fittizi documenti di trasporto che attestavano, falsamente, che il materiale trasportato era di qualità conforme alla legge e aveva già subito trattamenti di bonifica.
Le venti persone arrestate dalla Guardia di Finanza, di cui sette agli arresti domiciliari, sono in gran parte residenti nell'alto vicentino, nella zona compresa fra Thiene, Chiuppano e Cogollo del Cengio.
Tra gli arrestati anche un marosticense, residente a Molvena, impegnato con più ruoli nel clamoroso giro fraudolento: prestanome, trasportatore e autore di consegne di documentazione falsa, distruzione di documenti e consegne di denaro per l'organizzazione.