Alessandro TichAlessandro Tich
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Freak of Multa

L’assessore Mazzocco annuncia sanzioni per Freak of Nature, autrice del blitz artistico sulle vetrine sfitte del centro. Il gallerista Nicola Bertoldo difende la street artist e replica: “Il re è nudo”

Pubblicato il 31-12-2021
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Dunque...dove eravamo rimasti? Ah, sì: al blitz artistico della street artist di origine milanese Freak of Nature, residente in un Comune del Trevigiano a pochi chilometri dal Bassanese, che nella tarda serata di martedì 21 dicembre scorso ha “decorato” le vetrine di oltre 50 negozi sfitti del centro storico di Bassano tracciandovi i segni di quelle canne di bambù di colore verde che caratterizzano molte delle sue performance creative su strada. Un blitz estemporaneo, come ha spiegato la stessa autrice, che ha voluto “mettere sotto i riflettori l’abbandono urbano, inducendo a riflessioni sociali” e “indurre le persone a pensare a ciò che sta succedendo in tutte le città italiane: tanti, troppi negozi vuoti che significano perdita di identità della città, perdita di denaro e spopolamento”.
Ne ho scritto e fotografato ampiamente nel mio precedente articolo del 22 dicembre intitolato “CinquantaVetrine”. Lo sviluppo (inevitabile) della vicenda, come riportato alcuni giorni fa dalla stampa locale, è stata la reazione dell’assessore comunale alla Sicurezza Freak of Sheriff Claudio Mazzocco, il quale - dopo che la Polizia Locale ha visionato le immagini della videosorveglianza cittadina che immortalano la performance dell’artista milanese, coadiuvata nell’occasione da un collaboratore - ha annunciato che nei confronti di Freak of Nature sarà presentata denuncia ed elevata una sanzione di alcune migliaia di euro. Causale della maxi multa: imbrattamento di bene di proprietà comunale. Tra le vetrine “visitate” dall’artista di strada c’era infatti anche quella di Palazzo Baccin in via Gamba, di proprietà del Comune.
Fin qui la cronaca dei fatti e della loro evoluzione. La nuova puntata della Freaknovela è costituita dalla replica della diretta interessata, tramite un messaggio inviato in redazione con il quale l’artista chiede cortesemente “di poter fare una replica rispetto al simpatico articolo” (quello di Bassanonet, NdR) e rispetto “alle dichiarazioni dell’assessore Mazzocco”.

Foto Alessandro Tich

“Ci tengo a ri-ri sottolineare - scrive miss Freak - che i miei colori sono tempere a base d’acqua, sono lavabili con una semplice passata di spugna.”
Poi, nel messaggio, la street artist passa il testimone “a chi a parole si sa esprimere meglio di lei”, vale a dire a Nicola Bertoldo, titolare della galleria d’arte & Art Gallery di Vicenza.
“Perché dobbiamo difendere gli artisti come Freak of Nature? Partiamo da cosa fa quest’artista e da come lo fa: attraverso dipinti che rappresentano la natura mette in risalto le criticità delle città in cui viviamo - scrive il gallerista -. Copre ecomostri per farceli vedere, colora vetrine sfitte delle nostre città per ricordarci che i nostri centri storici stanno morendo lentamente. Non ci fornisce risposte, quelle dovrebbero darle gli amministratori locali o gli imprenditori, ma ci mostra che il “re è nudo”.”
“L’amministratore intelligente - continua il testo - prende atto del lavoro di mappatura del territorio (che lo aiuta a conoscere meglio la realtà che dovrebbe preservare), l’amministratore stolto se la prende con chi ha posto il problema (probabilmente sentendosi smascherato nella sua scarsa attenzione al mondo che lo circonda).”
“I rarissimi casi di privati che hanno pensato alla denuncia - prosegue Bertoldo - avrebbero fatto prima ad armarsi di spugna e sapone (i colori usati sono sempre all’acqua e lavabili) ripulendo le vetrine e, magari, pensando di metterle in ordine per non alimentare il degrado che loro, con richieste di affitti assurdi, hanno alimentato.”
“I pochi amministratori che non riescono a distinguere un artista da un vandalo probabilmente non capiscono il mondo in cui viviamo e a cui dovrebbero rendere conto - è l’affondo del sostenitore di Freak of Nature -. Forse dovrebbero prendere atto della ricerca fatta e tentare di porre rimedio alla desertificazione e abbandono dei nostri centri storici, che restano, al netto degli amministratori che passano, il nostro patrimonio e la nostra storia.” Conclusione della replica con domanda fatidica: “Qual è il ruolo dell’arte contemporanea se non quella di porre delle domande, di mostrarci cose che non vediamo o farcele vedere da un altro punto di vista?”.
Dalla Biennale di Bassano del Grappa per il momento è tutto, a voi la linea.

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