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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Thelma & Louise

Prossimamente in uscita il nuovo film dell'attualità bassanese

Pubblicato il 05-06-2020
Visto 6.202 volte

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alt, tutti schierati, pronti per il fischio d'inizio e Pala al centro.
Dopo il tourbillon di notizie della giornata di ieri, oggi è il momento di considerare le cose a bocce ferme. Mi riferisco ovviamente alle avventure di Elena Pavan e Chiara Casarin.
Due donne travolte dagli eventi, come Thelma & Louise del grande film di Ridley Scott.

Il nuovo film dell'attualità bassanese ha una trama perfetta: Elena Pavan (Thelma), dopo un consolidato rapporto di amicizia con Chiara Casarin (Louise), all'improvviso la attacca in commissione e la accusa di avere condotto l'operazione della restituzione della Pala di Sant'Anna di Jacopo Bassano alle Gallerie dell'Accademia di Venezia senza averla preventivamente informata. Le dà manforte la capogruppo della sua lista civica #Pavan Sindaco, Ilaria Brunelli, che sempre in commissione, nel contestare il “doppio ruolo” della Casarin (direttrice scientifica e poi direttrice artistica dei Musei Civici di Bassano da una parte e, dall'altra, membro del comitato scientifico delle Gallerie dell'Accademia), arriva a tacciarla di mancanza di “trasparenza” e di “comportamento onesto”, rendendola “esposta a letture molto antipatiche”. Tutto vero e tutto verificabile, registrato sulla videochat Zoom della commissione Cultura. Ma proprio mentre nasce la polemica sulla presunta condotta “fai da te” della direttrice artistica, che non avrebbe “posto attenzione alla parte politica” sulla fuga da Bassano dell'inestimabile dipinto, ecco che scoppia la notizia clamorosa: al colloquio di selezione per il nuovo direttore dei Musei Civici di Bassano sono stati ammessi due soli candidati, dei quali l'unico ad essere stato ammesso a pieno titolo è proprio Chiara Casarin. Del secondo candidato Denis Ton, ammesso con riserva, si vocifera che non parteciperà alla prova.
Rimane solo lei, la direttrice uscente, sempre che decida di ritornare sui suoi passi dopo aver dichiarato in passato sulla stampa di volersi ritirare dal bando di selezione.
Thelma & Louise, dopo le accuse lanciate dalla prima in commissione, si ritrovano separate in casa e la prima rischia di ritrovarsi la seconda alla guida del Museo Civico per il resto del mandato amministrativo. Neanche Ridley Scott avrebbe potuto pensare di meglio: ma il finale, che è ancora da scrivere, sarà comunque diverso da quello del film originale, dove a gettarsi con l'auto verso il burrone sono tutte e due.

L'ho buttata un po' sullo scherzo, accostando la vicenda ad una trama cinematografica, ma si tratta in realtà di una questione molto seria. Estremamente seria. Le parole pronunciate da Pavan e Brunelli in commissione Cultura, e quindi in una seduta pubblica, sono state infatti molto pesanti - in particolare quelle della Brunelli -, senza che la “accusata”, non inserita tra i partecipanti della videochat, avesse la possibilità di replicare.
Sarebbe quindi opportuno che la medesima commissione ascoltasse anche la ex direttrice del Museo Civico, per sentire la sua versione dei fatti. Lo sapete benissimo che da un anno a questa parte Chiara Casarin non gode giornalisticamente delle mie simpatie e io so anche molto bene che questo rapporto di scarsa stima con la ex direttrice, a seguito dei miei articoli, è reciproco. Ma questa è la regola del gioco delle parti, nel momento in cui un personaggio pubblico deve fare i conti con il libero giornalismo, che ronza nell'aria come un moscone.
Tacciare invece la Casarin di “mancata trasparenza” e di “comportamento non onesto” in una seduta consiliare, come è accaduto mercoledì scorso, va ben oltre il diritto di critica: è una congettura che potrebbe ledere la sua reputazione. Io non penso che questo episodio muoia con l'archiviazione della commissione del 3 giugno 2020. Come non penso - per puro e semplice rigore di logica - che sia stato possibile che un segretario generale del Comune e una direttrice artistica del Museo abbiano gestito l'intera operazione totalmente “per conto proprio”, quasi si trattasse di una trattativa privata in sede pubblica con le Gallerie dell'Accademia di Venezia.
Non accetto di crederlo, come non accetto l'ipotesi di un sindaco-assessore alla Cultura che sia stato tenuto completamente all'oscuro dei fatti, salvo dargliene breve e casuale comunicazione, sull'uscio di una sala, a “spedizione” della Pala già in corso.
Ma ora la frittata è fatta: verba volant, ma le registrazioni rimangono, e i rapporti fra Thelma & Louise sono compromessi.

L'affaire Pala di Sant'Anna, con lo scaricabarile messo in atto dal responsabile politico della Cultura bassanese, complica la già intricata vita di questi giorni dell'amministrazione Pavan, attaccata da più parti proprio in concomitanza con la scadenza del primo anno di mandato.
In queste ore il sindaco ha infatti anche ben altre cose di cui preoccuparsi, a cominciare dalle frizioni interne alla Lega, generate dai recenti giudizi a mezzo stampa sulla giunta comunale del capogruppo leghista in Regione Nicola Finco, che vedono alcuni esponenti della squadra Pavan (mi riferisco in particolare all'assessore alla Sicurezza, la leghista da sempre e votatissima Tamara Bizzotto) sull'orlo di una crisi di nervi. E mentre il resto della maggioranza di centrodestra rimane passivo ad attendere il corso degli eventi, è proprio la Lega ad aver rotto le acque della pace dei sensi, con una “verifica interna” annunciata su un Tg locale dal segretario politico e capogruppo consiliare Roberto Gerin.
Sono questi anche giorni di fibrillazione, di incontri a Palazzo, che potrebbero preludere a qualche #Si Cambia in corso d'opera, riferito alla composizione della giunta comunale medesima. A cotanto coacervo di complicazioni si aggiunge adesso anche la Palafrittata tra Pavan e Casarin, che non potrà essere giustificata come “incidente di percorso” e che anzi ipoteca un'altra cascata di acque agitate per l'assessorato alla Cultura più inconsistente che a Bassano si ricordi.
Sabato 20 giugno, intanto, è in programma a Palazzo Sturm l'inaugurazione della mostra “Giambattista Piranesi. Architetto senza tempo”, che segue quella delle incisioni di Albrecht Dürer dalla collezione dei Remondini e che come Dürer era stata programmata dalla tanto vituperata precedente amministrazione.
Sull'uscio della sala del nobile palazzo bassanese, di fronte al Rinoceronte di acciaio, dovranno esserci, per forza di cose, sia Thelma che Louise: Elena Pavan in veste di sindaco e Chiara Casarin che è co-curatrice della mostra, assieme a Pierluigi Panza.
Sarà girata nell'occasione, inevitabilmente, una nuova scena del film: prepariamoci, come sempre, i soliti pop corn.

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