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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Nuova Valsugana, i “se” e i “ma”

A Carpanè di San Nazario l’incontro della cittadinanza, promosso dall’Assemblea dei Comitati, coi sindaci interessati o vicini al tracciato della superstrada in project. Nessuno la vuole, però...

Pubblicato il 23-01-2015
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Brassaï. L’occhio di Parigi

E’ unanime il “no” dei sindaci della Vallata sulla Nuova Valsugana, ma con i “se” e con i “ma”. E’ l’estrema sintesi dei contenuti che emergono nell’atteso ed affollato incontro della cittadinanza con le Amministrazioni interessate direttamente o indirettamente dal passaggio del tracciato dell’infrastruttura in project nella sala riunioni del Museo del Tabacco a Carpanè di San Nazario, promosso dall’Assemblea dei Cittadini e dei Comitati contro la superstrada a pagamento.
Una serata voluta dai Comitati proprio per ascoltare dalla viva voce dei sindaci la loro posizione in merito alla questione, nell’imminenza della scadenza entro la quale i Comuni dovranno esprimere parere formale sul “progetto preliminare ottimizzato” dell’arteria, in vista della Conferenza dei Servizi sulla Nuova Valsugana che sarà convocata a breve dal Ministero alle Infrastrutture.
Si tratta di un importante precedente: per la prima volta infatti i Comitati “si affiancano” alle istituzioni, offrendo il loro supporto e cercando di farle salire sulla stessa barca dell’opposizione netta e inequivocabile all’opera in project financing. Un “avvicinamento” preceduto, alcuni giorni fa, dall’audizione di una rappresentanza dell’Assemblea dei Comitati presso la Commissione Territorio e Ambiente dell’Unione Montana Valbrenta.

Una parte dei sindaci e amministratori pubblici intervenuti all'incontro di Carpanè (foto Alessandro Tich)

Ma anche un confronto su una proposta progettuale che l’Assemblea respinge senza condizioni: come sottolinea nell’introduzione all’incontro il giovane portavoce del pool dei Comitati, di nome Giovanni, il progetto della superstrada a pedaggio è semplicemente “da bocciare”, per “il saccheggio di risorse pubbliche” a beneficio del project privato e per il devastante impatto idrogeologico e ambientale. In linea di principio, è una posizione che trova concordi tutti i sindaci della Valbrenta, nessuno dei quali ritiene accettabile una superstrada in project tarata dai proponenti sull’impossibile previsione di 40mila veicoli in transito al giorno: ovvero il doppio del traffico giornaliero dell’attuale Autostrada del Brennero. Una previsione già improponibile con gli attuali flussi di traffico: figurarsi se verrà realizzata la direttrice viaria parallela della Valdastico Nord. 18 chilometri appena di asfalto, di cui 11 circa in galleria, i cui costi preventivi - dopo le correzioni apportate dai proponenti al progetto preliminare a seguito delle prescrizioni del Via nazionale e regionale - sono lievitati da circa 800 milioni a un miliardo di euro.
Una posizione condivisa dai sindaci dei Comuni della Vallata toccati dal passaggio del tracciato (Luca Ferazzoli di Cismon del Grappa, Ermando Bombieri di San Nazario, Daniele Nervo di Solagna, Orio Mocellin di Pove), dai loro colleghi in destra Brenta (Carlo Perli di Valstagna e Angelo Pizzato, vicesindaco di Campolongo sul Brenta) e dai primi cittadini di Bassano del Grappa e di Cassola, Riccardo Poletto e Aldo Maroso, pure presenti all’incontro di Carpanè.
Ma ci sono, appunto, i “se” e i “ma”. Perché in realtà, diversamente da quanto si potrebbe supporre, nell’esprimere il proprio parere in funzione della Conferenza dei Servizi i Comuni interessati non hanno la possibilità di “bocciare” l’infrastruttura. Lo spiega a chiare lettere il sindaco di Pove del Grappa Orio Mocellin: “Non ci viene chiesto di dire “sì” o “no” alla Nuova Valsugana, ci viene chiesto “come la volete”. C’è difficoltà a dire “no”. L’unica possibilità è quella di riprendere vecchi progetti già approvati.”
Luca Ferazzoli, che apre gli interventi degli amministratori in veste di presidente dell’Unione Montana Valbrenta, riassume il nocciolo della questione: “Le carenze di condizioni di vivibilità da Carpanè in giù ci sono attualmente. Questa Valle da 50 anni ci chiede di migliorare questa strada e tutelare la salute della gente. La Regione il 4 agosto 2009 aveva accolto uno studio di fattibilità dei privati, che era tutto in destra Brenta e che siamo riusciti a portare in sinistra Brenta, prevalentemente in galleria.”
“Non c’è nessun progetto presentato negli ultimi 30 anni - sottolinea Ferazzoli - che non preveda gallerie nel Grappa. Quello era un progetto condiviso. Dopo è stato trasformato in un progetto di Autostrada. Il 9 dicembre 2011 noi Comuni avevano chiesto alla Regione che ci si fermasse, ma il 13 dicembre 2011, bypassando la volontà delle Amministrazioni, la giunta regionale ha approvato la nota delibera presentata all’ultimo momento che dichiarava di “pubblico interesse” la superstrada a pedaggio Nuova Valsugana. Per questo dico che per risolvere la viabilità in Valle avevamo chiesto un bicchiere d’acqua, e ci è stata data un’alluvione.”
Dal punto di vista tecnico-formale, è un’alluvione che si può mitigare, ma non fermare, nel senso di uno stop immediato e definitivo. I Comuni esprimeranno il loro parere sulle criticità dell’opera, affiancato dal parere negativo della Commissione Territorio e Ambiente dell’Unione Montana che, come anticipato dalla presidente Chiara Nichele, ravvede nel project “valutazioni scollegate da qualsiasi analisi trasparente”.
Ma per “bocciare” la superstrada a pagamento, serve che la Regione Veneto, nel recepire le osservazioni dei sindaci, annulli la delibera che ne dichiara la pubblica utilità. Il prezzo da pagare sarà salato: e cioè - come ha avvertito, incontrando i sindaci a Pove, l’assessore regionale Elena Donazzan - la penale presumibilmente milionaria che sarà dovuta ai proponenti privati dell’infrastruttura. Non è chiaro chi, nel caso, la dovrà pagare e a quanto ammonta la maxi-sanzione: il Piano Economico e Finanziario della Nuova Valsugana, come noto, è secretato. In Conferenza dei Servizi i sindaci diranno la loro, ma la palla è comunque in mano alla Regione Veneto, la quale - come rilevato all’incontro di Carpanè - può anche non tener conto delle istanze dei Comuni. Il motivato timore è che il territorio “non venga ascoltato” dal governo regionale, come già accaduto nel 2011. Ma la partita è ancora apertissima.
A margine dell’incontro di Carpanè con le Amministrazioni, non passa inosservata l’assenza del sindaco di Romano d’Ezzelino Rossella Olivo, come sottolineato ad alta voce tra le file del pubblico dal consigliere comunale romanese di opposizione Maurizio Carlesso.
La Olivo in realtà aveva ricevuto dagli organizzatori l’invito alla serata, ma solo “per conoscenza”. E in quanto sindaco di un Comune fortemente impattato dalla Nuova Valsugana, ha ritenuto per questo motivo di non partecipare.

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