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Attualità

Comunità Montane al capolinea

Il consiglio regionale del Veneto approva in serata la legge sulle Unioni dei Comuni Montani. Sostituiranno le Comunità Montane, in scadenza il 31 dicembre 2012. Bond (Pdl): “Non saranno carrozzoni, ma enti che funzioneranno a costo zero”

Pubblicato il 19-09-2012
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Elena Pavan

Il consiglio regionale del Veneto ha approvato questa sera a Venezia il progetto di legge sulle Unioni dei Comuni Montani, che indica le modalità di esercizio in forma associata di funzioni e servizi da parte dei Comuni di montagna.
La legge - primi firmatari Costantino Toniolo e Dario Bond (Pdl), Piero Ruzzante e Sergio Reolon (Pd) e Matteo Toscani (Lega Nord) - è stata approvata con i voti favorevoli di Pdl, Lega Nord e Pd. Contrari: Federazione Sinistra Veneta, Gruppo Misto-Verso Nord, Unione Nord Est e Udc.
La norma approvata va a integrare la nuova legge regionale sui servizi associati approvata in consiglio il 27 aprile scorso, norma che - in ossequio alla disciplina nazionale - ha fissato al 31 dicembre 2012 la fine delle Comunità Montane, che saranno trasformate nelle nuove Unioni degli enti locali.

Uno scorcio del Brenta tra Valstagna e Carpanè (foto Alessandro Tich)

L’Unione dei Comuni Montani avrà una duplice valenza: da un lato rispettare le prescrizioni legislative nazionali, dall’altro preservare il patrimonio di esperienze e professionalità cresciuto all’ombra delle Comunità montane.
“Questo significa - afferma il capogruppo Pdl Dario Bond - che non ci sarà nessuna ripercussione né sul piano occupazionale né su quello dell’erogazione dei servizi ai comuni associati e ai cittadini”.
Stando alla normativa, le Unioni dei Comuni Montani succederanno in tutti i rapporti giuridici attivi e passivi della corrispondente Comunità Montana e potranno anche modificare i propri confini a patto che la popolazione di ogni Unione montana non risulti inferiore ai 5 mila abitanti.
“La giunta regionale - spiega ancora Bond - avrà sessanta giorni per deliberare sulle modalità e sui tempi di attuazione della legge, coinvolgendo innanzitutto i consigli comunali. Adesso la palla passa alla giunta. Il Consiglio ha fatto la sua parte dimostrando ancora una volta come la montagna possa contare sulla massima attenzione. Qua non parliamo di carrozzoni ma di enti che hanno dimostrato di funzionare praticamente a costo zero”.
Dal fronte Pdl arriva anche il commento a caldo del presidente della I Commissione (Programmazione - Enti Locali) Costantino Toniolo: “Siamo di fronte ad una grande riforma. Con la norma approvata questa sera, rispetto al resto del territorio veneto diamo una spinta maggiore ai Comuni di montagna all'associazionismo: di fatto obblighiamo i municipi (quelli sotto i 5mila abitanti) delle cosiddette terre alte a esercitare le funzioni fondamentali attraverso le Unioni. Situazione che non avviene con la stessa insistenza per i Comuni di pianura. Alle funzioni fondamentali poi i Comuni associati montani potranno aggiungere tutta un'altra serie di funzioni che decideranno di esercitare tramite l'Unione: questo fatto introdurrà economie di scala significative.”
“Il disegno che emerge dal lavoro che abbiamo realizzato in commissione e in consiglio - conclude Toniolo - è che di fatto viene depotenziata la Provincia, vengono potenziati i poteri dei Comuni e data una forte spinta associativa agli stessi al fine di fare in modo che i municipi siano in grado di affrontare tramite le Unioni ciò che per ora non riescono a gestire.”
La riforma interessa direttamente anche il nostro territorio: la Comunità Montana del Brenta - istituita nell'ormai lontano 1971 come tutte le altre Comunità Montane del Veneto a seguito della legge regionale “Nuove norme per lo sviluppo della montagna” - sta per concludere la sua ultra quarantennale attività.
Lo scioglimento dell'ente sovracomunale di Carpanè di San Nazario darà quindi spazio a una nuova forma di aggregazione istituzionale tra i Comuni della Valle del Brenta.

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