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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Attualità

Quando le regole fanno sagra

Feste paesane, sagre, feste della birra: i ristoratori di Confcommercio Bassano puntano il dito sulla “concorrenza sleale” della ristorazione amatoriale. Il vicepresidente Zanon: “E' tra le cause della mancata richiesta nei nostri locali”

Pubblicato il 07-08-2012
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Fiorenzo Zanon, titolare del ristorante “Bauto” e vicepresidente dei Ristoratori Bassanesi, racconta ai giornalisti presenti la sua piccola odissea per regolarizzare l'insegna stradale che indirizza al suo locale, che ha dovuto cambiare per la quarta volta in dieci anni con il cambiare delle regole sulla segnaletica commerciale imposte dal Comune di Bassano. Un iter di autorizzazione a colpi di carte e timbri che deve tener conto della distanza dell'insegna dai semafori e dagli altri segnali stradali, del colore obbligatorio della grafica e delle misure standard del manufatto, dell'imposta sulla pubblicità e di un ulteriore esborso di 511 euro per occupazione di suolo pubblico del palo di sostegno del cartello.
Un esempio fra i tanti di come gli obblighi burocratici, talvolta estenuanti, imposti
dalle normative vigenti facciano parte del carico di lavoro quotidiano di ogni impresa della ristorazione. Certificazioni, dichiarazioni di conformità, contributi, contabilità, tasse e tributi: è il vero mix di ingredienti che bolle costantemente in pentola. Una raffica di obblighi di legge che i ristoratori sono pure ben disposti ad accettare, a patto che siano uguali per tutti.

Da sinistra: il vicepresidente del Gruppo Ristoratori Bassanesi Fiorenzo Zanon, il presidente di Confcommercio Bassano Luca Maria Chenet e il direttore di Confcommercio Bassano Riccardo Celleghin in conferenza stampa (foto Alessandro Tich)

“In un momento di situazione economica pesante - afferma il presidente di Confcommercio Bassano Luca Maria Chenet - nel quale i nostri esercizi devono sottostare a tutte le regole, non è accettabile che vengano permesse forme di concorrenza sleale.”
La denuncia - emersa in conferenza stampa nella sede bassanese dell'associazione di categoria - è molto esplicita e si riferisce alle manifestazioni paesane, con somministrazione di cibi e bevande, estese ormai a macchia d'olio nel nostro territorio: sagre, feste della birra, raduni, feste dello sport. Dalle Pro Loco alle parrocchie, dai quartieri alle associazioni: ovunque è un proliferare di tendoni con immancabile, e gettonatissimo, stand gastronomico.
Non è la prima volta che l'ex Umce prende di mira il problema delle irregolarità e dell'abusivismo che si celerebbero tra i fornelli di molte ristorazioni amatoriali e dietro le quinte degli eventi di intrattenimento allestiti dalle organizzazioni delle feste locali.
Ma quest'anno, nei ristoranti del Bassanese, la crisi morde più del solito e per i titolari d'impresa è giunto il momento di affondare nuovamente il dito nella piaga.
“Manca richiesta nei nostri locali - dichiara Zanon -. Ci sono locali in difficoltà anche a causa di queste realtà che portano via un consistente quantitativo di clienti. Chi è più in difficoltà sono i nostri dipendenti, che dobbiamo tutelare con attenzione.”
“Se siamo in un'economia di mercato e in un sistema di liberalizzazione, non possiamo farci niente - specifica il direttore di Confcommercio Bassano Riccardo Celleghin -. Ma almeno siano messi tutti sullo stesso piano, con le stesse regole, vincoli e imposizioni tributarie e fiscali. Per molte associazioni la somministrazione di cibi e bevande è l'unico sistema per fare cassa. In realtà, secondo le norme del testo unico dell'imposta sui redditi, queste attività dovrebbero essere accessorie e marginali.”

Alcune domande in attesa di risposta

Ed ecco che, dal dossier di Confcommercio Bassano, viene posta una serie di domande - rivolte agli enti locali, che autorizzano le manifestazioni e ai diversi gruppi e associazioni che le organizzano - sulla base degli stessi obblighi a cui i ristoratori devono sottostare per dare da mangiare ai loro clienti o per promuovere eventi e animazioni nei loro locali e sui loro plateatici.
A cominciare dalle norme sulla sicurezza. Per gli eventi di intrattenimento, viene fatta la dichiarazione di conformità dell'impianto elettrico, e la verifica di messa a terra? Viene eseguito un corretto montaggio e collaudo delle strutture?
Per la sicurezza dei collaboratori, si redige un documento di valutazione dei rischi aziendali? Ci sono un responsabile per la sicurezza, addetti antincendio con idoneità rilasciata dai Vigili del Fuoco e addetti con formazione di primo soccorso?
Aspetti igienico-sanitari: sotto i tendoni ci sono le stesse condizioni degli esercizi di somministrazione?
Musica e rumore: i concerti terminano dopo le 23? Vengono rispettati i piani di zonizzazione acustica comunali? Viene eseguita la relazione previsionale di impatto acustico, senza la quale un concerto non può essere autorizzato?
Tributi locali: tutta l'installazione di insegne e pre-insegne è stata autorizzata? Pagano le imposte comunali sulla pubblicità? Con che coefficienti è calcolata la tassa di smaltimento rifiuti e su quale superficie? Come si smaltiscono i rifiuti speciali prodotti? Che tariffe pagano al servizio idrico integrato?
Contabilità: viene tenuta la contabilità di costi e ricavi? Versano l'Iva ed altre imposte? Il personale: come è inquadrato? E' assicurato se si fa male? Sono pagati i normali contributi?
“Tutto questo - sintetizzano i vertici locali di Confcommercio - è sempre rispettato? Ovvero le regole valgono per tutti o solo per alcuni?”
“Siamo una categoria che si fa molte domande” - scherza Fiorenzo “Bauto” Zanon. Che poi si fa subito serio: “Se non cominciamo a muoverci, a proteggerci, saltiamo tutti.”

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