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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

L'isola che non c'è

Confcommercio Bassano presenta le osservazioni al progetto del Centro Commerciale Unicomm. Nello Studio di Impatto Ambientale un intero lotto dell'area della grande struttura di vendita, di 9000 metri quadri, non è preso in considerazione

Pubblicato il 24-07-2012
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Nel progetto del nuovo Centro Commerciale “Emisfero” di proprietà Unicomm, in fase di costruzione in viale De Gasperi Sud a Bassano del Grappa e in corso di Valutazione di Impatto Ambientale in Provincia, c'è anche...l'isola che non c'è.
Ovvero il “Lotto B” dell'area del complesso commerciale, che si aggiunge al “Lotto A” riguardante il Centro Commerciale vero e proprio. Un'appendice di progetto che comprende circa 9mila metri quadri di superficie utile, suddivisi in 2.104 metri quadri di ulteriore superficie a destinazione commerciale e 6.800 metri quadri di superficie produttiva-artigianale: una seconda “piastra di intervento” prevista nel cantiere della grande struttura di vendita, che però è stata stralciata dal relativo S.I.A., ovvero Studio di Impatto Ambientale, “che pertanto è incompleto”.
Ad affermarlo sono i vertici di Confcommercio Bassano, che convocano la stampa per illustrare le osservazioni al progetto “Emisfero” - da presentare in Provincia entro la scadenza del prossimo 30 luglio - che l'associazione di categoria ha depositato a Vicenza. Un documento nel quale la Confcommercio bassanese esprime un parere “assolutamente non favorevole” sull'impatto del costruendo gigante (prevista nel “Lotto A” un'area complessiva di 44.404 mq, di cui 22.050 mq di superficie coperta, comprendente 14.000 mq di superficie di vendita) a seguito di varie considerazioni urbanistiche, commerciali, ambientali e viabilistiche.

I presidenti Cattarin e Chenet in conferenza stampa. Nell'immagine alle loro spalle il "Lotto A" del centro commerciale (in rosso) e il "Lotto B" (in azzurro), escluso dal S.I.A. (foto Alessandro Tich)

A cominciare dall'incompletezza che il presidente mandamentale Luca Maria Chenet - affiancato dal presidente dei commercianti di Bassano Nico Cattarin e dal direttore dell'associazione Riccardo Celleghin - imputa alla documentazione che i proponenti hanno presentato in Provincia per la procedura V.I.A. senza includere, come abbiamo già detto, il secondo Lotto del progetto complessivo.
Per continuare con gli aspetti commerciali correlati alla struttura di viale De Gasperi, la cui tipologia commerciale non è ancora definita: “Oggi - spiega il direttore Celleghin -, esclusi i comparti a grande fabbisogno di superficie come il settore del mobile, non ci sono metri quadri disponibili in Regione per l'area commerciale Bassano-Thiene-Asiago. Non si procede alla V.I.A. finché gli obiettivi di sviluppo nell'area interessata non vengono riproposti e approvati dal consiglio regionale.”
E invece, come noto, la procedura V.I.A. è regolarmente scattata a fronte della richiesta di Unicomm Srl - a seguito delle liberalizzazioni nel commercio introdotte dal Decreto “Salva Italia” - di incremento della superficie di vendita dai precedenti 7999 mq agli attuali 14.000, di cui 6000 mq di vendita alimentare e 8000 di vendita non alimentare. La situazione è comunque in progress: qualora venga approvata la V.I.A., la proprietà avrà le carte in regola per chiedere alla Regione una ridistribuzione dei metri quadri commerciali nel territorio di riferimento.
Ma restano aperti gli altri problemi evidenziati dalle osservazioni di Confcommercio:
a cominciare dal presunto “interesse pubblico” della struttura, sotto forma di parcheggi e di un asilo inserito nel progetto, che è stato invece stralciato a fronte di una monetizzazione di 1 milione e 200mila euro destinati al Comune di Bassano.
Per proseguire con la collocazione dell'area commerciale sul paleoalveo del Brenta, che già nella valutazione ambientale strategica del PAT di Bassano escludeva la presenza nel sito di una struttura del genere, alla quale è stata invece data la concessione a costruire “per volontà politica”. E ancora la viabilità “che creerà un ulteriore effetto-tappo nella direttrice Sud-Nord”; la qualità dell'aria, in previsione del futuro passaggio a pochi metri di distanza della SPV; la vicinanza al deposito di gas Beyfin-Sveg e la sicurezza, a fronte dei conclamati mezzi sempre più limitati delle forze dell'ordine a copertura della sorveglianza del territorio.
“Sarà una struttura di grande impatto commerciale, ambientale e viario - dichiara il presidente Chenet - e le previsioni di un aumento del traffico di appena il 10% nella giornata di punta del venerdì non sono reali, e sono sottostimate.”
Per il presidente comunale Cattarin “E' un problema di liberalizzazione che si sta trasformando in anarchia commerciale. E' una tipologia di libertà in cui grossi gruppi e multinazionali succhiano le risorse del territorio, per andarsene quando le risorse non ci sono più”.
“Tutta la politica - incalza Cattarin - si è manifestata contraria all'avvento dei centri commerciali, in una zona dove il fabbisogno è più che soddisfacente e la concorrenza più che sufficiente, per il danno all'economia locale. Ma ora i politici sembrano più preoccupati della questione delle opere di urbanizzazione e della loro eventuale monetizzazione.”
Dal canto suo, Confcommercio Bassano ha attivato una collaborazione con gli esperti dell'Ufficio Urbanistica di Confcommercio nazionale per elaborare - come già sta avvenendo in altre città italiane - “un progetto di riqualificazione complessiva urbanistico-commerciale sul territorio comunale, da proporre all'Amministrazione”.
Ma intanto incombe l'ombra dell'“Emisfero”, che la proprietà ha annunciato di voler inaugurare a Pasqua 2013. “Il Piano per il centro commerciale adottato dal consiglio comunale il 21 aprile 2009 - ricordano i vertici di categoria - prevedeva che la proprietà e la Confcommercio dovessero concordare gli interventi per equilibrare l'inserimento della struttura di viale De Gasperi nel tessuto commerciale cittadino. A tutt'oggi, non siamo stati ancora chiamati.”
Ed è immancabile, anche in questa occasione, la “frecciata” rivolta all'Amministrazione comunale. “Chiederemo di spostare il Comune nell'area del centro commerciale - è la battuta del presidente Chenet -, perché per l'Amministrazione il centro storico non ha più senso.”

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