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Lo devo ammettere: sono uno di quegli sprovveduti che vanno ai concerti senza conoscere (o conoscendo molto poco) gli artisti che suoneranno. Giusto qualche video su Youtube, o un giro veloce su Myspace. Può essere rischioso, ma spesso si rivela un ottimo modo per avere delle belle sorprese.
È questo il caso del concerto degli Aucan di sabato 23 aprile, allo Yourban.
Effettivamente, tutto ciò che conoscevo di questi ragazzi di Brescia lo avevo appresso dalla pagina Facebook dell'evento, i cui commenti entusiasti mi aveva spinto ad ascoltare su Youtube qualche loro pezzo, che ho poi voluto andarmi a sentire dal vivo.
Foto di Yeshe Sartori
L'apertura della serata è stata affidata ai Mangia Margot, che hanno travolto i primi arrivati con un'ondata di noise rock minimale e distorto interamente costruito su riff di basso e batteria: un ottimo rimedio all'abbiocco pre-serata. Una mezz'ora davvero energica e un suono che mai mi sarei aspettato da un duo di Malo.
Ma veniamo agli Aucan, a Thiene per una della date del tour europeo di appoggio al loro ultimo album “Black Rainbow”, fulminanti già dall'intro: un unico lungo drone di parecchi minuti puntellato a intervalli irregolari da qualche vago accenno di ritmo, comunque così riverberato da risultare irriconoscibile. Questa unica lunga nota si affievolisce e il gruppo appare sul palco già occupato da sintetizzatori, tastiere, chitarre e dalla batteria.
L'accoglienza del pubblico è calorosa e i 3 ragazzi, che sembrano a loro agio, iniziano a suonare e la prima cosa che penso è: Nine Inch Nails. Non tanto nei suoni quanto nel modo di innestare l'elettronica in un post-rock per lo più strumentale, con ritmi ben in evidenza, riff di tastiera e samples che si fondono con batteria acustica e chitarre elettriche, in un insieme molto organico e non forzato.
Fa piacere sentire un gruppo italiano che usa l'elettronica con tanta disinvoltura, e dal modo in cui suonano e si muovono sul palco si capisce che la loro scelta è priva di manierismo o di sterili voglie sperimentali ma una componente del loro gusto musicale.
Il confronto con quanto avevo sentito online è inevitabile: ma la dimensione live non solo rende giustizia ai pezzi, anzi li riconsegna più potenti e incisivi: insomma, una band davvero da seguire, interessante soprattutto nel panorama nazionale ma sicuramente destinata a farsi conoscere anche fuori dall'Italia.
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