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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
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A San Zenone, fiocco rosa per un’inedita casa editrice
I primi vagiti di una nuova casa editrice nata da una libera associazione no-profit. La dedica a Aldo Manuzio e allo spirito del Rinascimento
Pubblicato il 16-07-2020
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In un momento storico in cui alla crisi del mercato dell'editoria italiana si va ad aggiungere l'impatto del Covid-19, che fa inanellare numeri negativi (in questo strano 2020 saranno 21 mila i titoli pubblicati in meno, dichiara l’osservatorio dell'Associazione Italiana Editori, ma forse non è un male) nasce sul territorio una nuova casa editrice il cui manifesto recita parole inusuali: “libera associazione, apolitica, costituita per il perseguimento senza scopo di lucro di finalità civiche, di promozione culturale e utilità sociale”. Prende il nome da Aldo Manuzio, l'editore che a fine ’400, a Venezia, codificò formati di stampa, grafica, la punteggiatura per come la usiamo ancora oggi dopo cinque secoli e inventò il libro “portatile”; il logo scelto è in suo omaggio il punto e virgola; suddivide il catalogo in tre filoni: i “fondamentali”, libri selezionati dall’autore, traduttore e critico letterario vicentino Marco Cavalli, che guarda a novità e a opere di valore uscite di catalogo riproposte e ritradotte; “romanzi d’impresa”, il genere letterario ideato dallo scrittore Alessandro Zaltron, che racconta in maniera profonda e brillante il mondo del lavoro; “storie”, libri scritti da apprendisti di bottega del laboratorio di scrittura gestito dall’associazione. Attenzione al formato, alla carta, ai titoli scelti, alla promozione fedele; il logo della casa editrice posto sul retro, a sottolineare la sua funzione di servizio, e un’ulteriore sottolineatura anche nella rinuncia alla distribuzione. Francesca Marchetto, la presidente, spiega le ragioni di quest’ultima scelta sottolineando: «È anti-etico che chi si limita a spostare i libri in conto vendita dal magazzino alla libreria si tenga il 60% del prezzo di copertina, quando l’autore ci ha messo la fatica e il suo genio, l’editore si è assunto il rischio, le librerie si occupano del consiglio e della distribuzione».
Il nostro, nella decadenza occidentale che è diventata nelle sue ombre assetto globale, è ormai un sistema in cui vincono i terzisti, le grandi catene di distribuzione, neanche tanto tra le pieghe purtroppo è assodato, qui invece sembra esserci una filosofia da gruppo d’acquisto; tra l’altro, particolare rilevante, per il carattere no-profit dell’associazione, gli utili saranno reinvestiti in altri libri, non distribuiti tra i soci: “società” è inteso in quanto civis, cioè patrimonio aperto alla fruizione e compartecipazione sociale — i libri saranno donati a biblioteche civiche e scolastiche.
Sul sito della Manuzio in via di implementazione www.manuzio.it, tutti connotati secondo il filone coi colori del semaforo, tra i titoli già disponibili due romanzi d’impresa di Zaltron dedicati il primo a Fabrizio Toninelli e il secondo a D’orica, l’azienda orafa vicentina promotrice della rinascita della filiera della seta in Italia; tra i “fondamentali”, in uscita a settembre, Dante clandestino, scritto con maestria da Cavalli in occasione dei settecento anni dalla morte del Sommo Poeta, “libro espressamente rivolto alle future generazioni di lettori affinché ricuperino il piacere di un contatto diretto con i testi, che parla di Dante facendo parlare Dante, lo racconta senza spiegarlo”, e poi Uno specchio per il giudice, romanzo inedito dello scrittore originario di Valdagno Arturo Zanuso ambientato a Vicenza negli anni ’30 del Novecento.

dalla mostra di Venezia dedicata a Aldo Manuzio nel 2017 (foto di Filippo Romano)
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