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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
L'omblello aflicano
La Cina, l'Africa e la pioggia a Bassano: ecco a voi la globalizzazione
Pubblicato il 06-03-2016
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Oggi torno a scrivere dei venditori africani di ombrelli a Bassano del Grappa, di cui mi sono già occupato in passato.
Già, proprio loro: i vu cumprà del maltempo, nonché autentici Meteosat viventi. Quando si posizionano con la loro merce negli angoli strategici del centro storico, anche se c'è il sole, è il segnale incontrovertibile che entro una, massimo due ore si metterà a piovere.
Si rivolgono ai passanti col fatidico richiamo “umbrella, capo?” e cercano di rifilarti un parapioggia anche quando vedono che ce ne hai già uno in mano. Non sono insistenti, per fortuna. E negli anni non ho mai visto un vigile urbano controllarli o richiedere loro di esibire una qualche autorizzazione. Si tratta di una forma di commercio abusivo che viene, per così dire, tollerata.
Foto: The Tich Workshop per Bassanonet
Mi sono sempre chiesto come e dove nasca questa organizzazione di ambulanti delle intemperie. Poi i bene informati mi hanno spiegato che si tratta di una sorta di “liberi professionisti”. Comprano gli ombrelli a pochi schei e li rivendono on the road, senza la minima parvenza di una ricevuta o scontrino fiscale, a chi deve ripararsi dalla pioggia.
E dove comprino la loro mercanzia a pochi soldi, è presto detto. Si riforniscono praticamente tutti, infatti, allo stesso posto. Si tratta del Centro Ingrosso Cina al civico 1 e interni vari di Corso Stati Uniti, in zona industriale a Padova: imponente centro commerciale di proprietà di imprenditori veneti (la famiglia Marchiorello) che ospita circa duemila imprese di vendita cinesi.
Poiché quelli venduti dagli ambulanti del continente nero sono ombrelli made in China, state tranquilli che prima o poi si romperanno.
Che sia una delle aste metalliche o il meccanismo di apertura e chiusura a scatto, non importa: qualche componente è destinato a deteriorarsi con l'uso.
Ma diciamo che per un periodo di tempo abbastanza decente l'omblello aflicano svolge regolarmente la sua funzione: quella di riparare il suo possessore in caso di rovesci o acquazzoni.
Ne parlo nuovamente perché ieri mattina ho avuto un incontro ravvicinato con questa consolidata realtà del commercio irregolare.
Mi è toccato farlo per forza: pioveva con insistenza ed ero andato alle Poste Centrali di Bassano, lasciando il mio ombrello sull'apposito portaombrelli collocato nell'androne di ingresso. Tempo neanche dieci minuti, e all'uscita dalle Poste mi sono accorto che qualcuno me lo aveva fregato.
E' scattata quindi, inesorabile, la legge della domanda e dell'offerta: avevo urgentemente bisogno di un nuovo parapioggia e possibilmente, trattandosi di un oggetto con ampie probabilità di essere smarrito o rubato, a poco prezzo.
E' in questo modo che sono diventato il cliente ideale del Rain Man di turno. L'ho incrociato sotto il portico all'angolo tra piazza Libertà e piazzotto Montevecchio, davanti al panificio Beltrame. Un uomo dai tratti somatici del Corno d'Africa, e dal fare simpatico. Gli ho chiesto quanto costasse un ombrello. “Ombrello? 10 euro” mi ha risposto lui. “10 euro? Ma l'altra volta ne ho pagati 5”, ho replicato io. “Va bene 5 euro, capo.”
E così, con un trattativa degna di un vero mercatino etnico, sono riuscito a spuntare la metà del prezzo.
Con il mio nuovo acquisto, ho scoperto che i parapioggia in vendita abusiva, nel frattempo, si sono evoluti. L'ombrello recava infatti nientemeno che un'etichetta informativa di cartone, grazie alla quale ho appreso di avere in mano un oggetto che, all'occorrenza, può diventare anche un parasole.
Questo il messaggio scritto dai suoi distributori cinesi: “New!! Proteggi rafforza la prevenzione raggi ultravioletti”.
Ma il più bello è quello che si legge sul retro del cartoncino, ovvero un concentrato di straordinaria incomprensibilità: “2014 anni sono più nuovo contro ultravioletti rapporto di esame ray!”.
2014 anni? Ma ho comprato un ombrello della Dinastia Han?
E poi lo slogan rassicurante: “Avere sorriso anche sotto sole”.
Un evidente e a modo suo anche un po' tragicomico esempio di una maldestra utilizzazione di Google Traduttore. Seguono dei non meglio specificati dati sui raggi Uv-a e Uv-b, questa volta in cinese, e infine l'indicazione di provenienza: “Distribuito da: Eighty Night, corso Stati 1/12 Padova”.
E gli “Uniti” che fine hanno fatto?
Si fa presto a dire, dunque, che le etichette di qualsiasi prodotto devono essere comprensibili e trasparenti per il consumatore. Non solo ho compiuto - per necessità - un acquisto “alternativo”, per usare un eufemismo, ma le frasi informative per l'acquirente, che dovrebbero essere chiare per definizione, sembrano invece pronunciate dal Maestro Yoda di Guerre Stellari.
Ma questa, volenti o nolenti, è la globalizzazione. Che mette insieme la Cina, l'Africa e la pioggia a Bassano.
O, come scriverebbero i cinesi: che Cina, Africa e a Bassano insieme pioggia mette.
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