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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
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“Amanti-killer”, omicidio premeditato?
Convalidato dal Gip l'arresto di Lucia Lo Gatto e Manuel Palazzo, la coppia di Romano accusata dell'omicidio e dell'occultamento del cadavere di Aldo Gualtieri, convivente di lei. Sul fronte delle indagini emergono nuovi particolari
Pubblicato il 26-04-2015
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E' stato convalidato dal Gip del Tribunale di Treviso Silvio Maras l'arresto di Lucia Lo Gatto e Manuel Palazzo, i due amanti di Romano d'Ezzelino su cui grava l'accusa dell'omicidio volontario aggravato e dell'occultamento del cadavere di Aldo Gualtieri, convivente e cugino della donna, assassinato nella notte tra sabato e domenica scorsi, i cui resti carbonizzati sono stati rinvenuti nel primo pomeriggio di giovedì nell'area boschiva del sentiero Castel Cesil a Possagno.
Lo stesso Gip, nel confermare il provvedimento del fermo di polizia giudiziaria, si è riservato di stabilire entro i prossimi cinque giorni l'eventuale misura cautelare, ovvero la permanenza in carcere dei due arrestati, richiesta dal pubblico ministero.
Entrambi assistiti dai propri avvocati, Lo Gatto e Palazzo si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Lucia Lo Gatto e Manuel Palazzo: davanti al giudice si sono avvalsi della facoltà di non rispondere
Sul fronte delle indagini, intanto, emergono nuovi particolari. Saranno i risultati dell'autopsia sul cadavere di Gualtieri a dare riscontro all'ipotesi che sul piano investigativo sta prendendo piede: Lucia Lo Gatto, la mattina del giorno del delitto, avrebbe versato a colazione nella tazzina del convivente dei sonniferi per stordirlo e abbassare le sue difese. Sabato sera, inoltre, le due figlie minorenni della coppia - ora affidate d'urgenza a una struttura protetta - sono state mandate a dormire nell'appartamento della fidanzata di Palazzo, sullo stesso piano del condominio “Smeraldo” di quartiere Cristallo a Fellette.
Era già accaduto in passato che le due ragazze pernottassero da quella vicina di pianerottolo, ma la circostanza fa ritenere ai Carabinieri che l'affidamento fuori casa, proprio quella sera, delle due figlie della coppia Gualtieri-Lo Gatto non sia stato casuale.
Elementi che, se confermati, aprono alla ancora più grave ipotesi dell'omicidio premeditato. Il convivente della donna sarebbe stato quindi ucciso nella sua abitazione, colpito più volte con un coltello da cucina. Sarà sempre l'esame autoptico a stabilire se l'uomo sia morto nell'appartamento di Fellette o durante il trasferimento a Possagno nel bagagliaio della Golf rimasta poi in panne lungo il sentiero boschivo dove il cadavere dell'ucciso poco prima era stato occultato in una buca, bruciato e ricoperto di sassi.
L'avvocato difensore del Palazzo, all'udienza di convalida di questa mattina, ha contestato l'impianto accusatorio nei confronti del suo assistito rilevando che “la responsabilità nell'omicidio è tutta da dimostrare”.
Sia nelle rispettive abitazioni che nei garage - posti sotto sequestro - dei due arrestati, non sono state rilevate a occhio nudo tracce di sangue. Spetterà ai rilievi del Ris evidenziare eventuali tracce, nei locali abitativi e nell'automobile, di sangue lavato successivamente al delitto. I due presunti assassini avrebbero avuto il tempo e il modo di cancellare gli indizi più evidenti. Ma la testimonianza del meccanico di Possagno che domenica mattina ha ricaricato la batteria della loro auto, rimasta ferma a poca distanza dal punto in cui il cadavere di Gualtieri è stato occultato, li inchioderebbe alle loro responsabilità.
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