Ultimora
6 Nov 2025 18:27
Investita da un camion, morta 55enne a Verona
6 Nov 2025 18:23
A Verona 'Beauty in Action', le Olimpiadi salutano con Bolle
6 Nov 2025 17:54
Camion investe pedone, morto un 55enne a Verona
6 Nov 2025 17:36
Uno stadio due sfide,al Bentegodi in campo anche Verona Women
6 Nov 2025 17:33
'Dire, fare, amare' una borsa finanzia la fondazione Cecchettin
6 Nov 2025 16:52
Fiamme nel Vicentino, incendio ai magazzini Munari
6 Nov 2025 22:57
Europa League: Glasgow Rangers-Roma 0-2
6 Nov 2025 21:11
Due ragazzini investiti a Milano in diversi incidenti, uno è molto grave. È caccia a un pirata
6 Nov 2025 21:03
Europa League: in campo Glasgow Rangers-Roma 0-0 DIRETTA
6 Nov 2025 20:56
Europa League: in campo alle 21 Glasgow Rangers-Roma 0-0 DIRETTA
6 Nov 2025 20:45
I primi 100 giorni di Mamdani, 200 legali contro Trump
6 Nov 2025 20:31
Nancy Pelosi si ritira. Trump: 'Gran cosa per gli Usa'
Dalle analisi ARPAV anche il bassanese risulta a forte rischio di contaminazione seppur, dalle analisi eseguite, la quantità di PFAS sembrerebbe non superare i limiti. Fortunatamente non solo legislativi, ma anche di effettivo rischio: questi infatti non sempre coincidono, essendo quelli strettamente veneti di gran lunga superiori a quelli di altre realtà, nazionali e internazionali.
Dall’involuzione socio-ambientale alla contemporanea città urbano-industriale: oli e vernici nelle falde, dalle piccole alle grandi costruzioni, da quelle edilizie a quelle infrastrutturali; dai trasporti alle industrie locali. Tutto ciò di cui si è sempre creduto abbiano portato valore aggiunto e ricchezza in un territorio sempre più colpito da una crisi ambientale insanabile, a differenza di quella strettamente economica, dotata di una resilienza tale da aver sopportato (e supportato) la crisi economica, ma senza sfruttarla come opportunità per una possibile riflessione di quali siano le sue vere cause.
L’intero sistema primario nazionale, di cui il Veneto ne è tra i trascinatori, non ne è ad oggi messo a dura prova? La contaminazione dei terreni agricoli e più ampiamente l’intero sistema economico primario, con i pescatori che letteralmente non sanno più che pesci pigliare.
La finta evoluzione economica che ha fatto la fortuna di numerosi imprenditori bassanesi sì è purtroppo basata su grandi contraddizioni, da quelle stesse istituzioni pubbliche che hanno spesso chiuso un occhio (solo uno, perché l’altro era già chiuso da un pezzo), con la scusante di una crescita locale utopicamente illimitata. Ma che avrebbero dovuto dirigere quegli stessi processi di controllo.
Sarà dovuta a questo la perenne e incontrollata cementificazione, a scapito del fragile e permeabile suolo? Forse proprio al fine di evitare che le falde assorbano le sostanze dannose!
Arriverà quindi il giorno in cui non si vedrà l’ora che diventi tutto grigio.
Più visti
Imprese
01-11-2025
Crisi d'impresa in Veneto: Il 36% delle aziende pronte a chiudere (o cedere)
Visto 5.998 volte




