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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Ecco le verità di Massimo Beghetto
Il tecnico esprime dei concetti chiave su la situazione attuale, le pressioni e il tasto che ha premuto per risvegliare un Bassano assopito.
Pubblicato il 03-11-2009
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Massimo Beghetto è una persona, prima che un allenatore, pacata e mai sopra le righe. Non si fa trasportare da facili entusiasmi così come non si lascia andare a prematuri scoramenti. E di conseguenza è sempre misurato anche nelle dichiarazioni ai cronisti. Invece, nell’attrezzatissima sala stampa nel cuore del “Porta Elisa”, c’è una strana luce nei suoi occhi, uno strano sorriso stampato sul volto e le frasi che pronuncia, e il tono con cui le dice, sono pesanti come macigni se raffrontate alle precedenti interviste. Ascoltate: “Siamo venuti a giocare a viso aperto in casa della capolista e già questo è un segnale da sottolineare. Nella ripresa quando ci siamo ritrovati sotto abbiamo gettato il cuore oltre l’ostacolo, è emersa la determinazione di uscire imbattuti con la forza del gruppo. Penso che questo aspetto sia stato colto anche dall’esterno ma vi garantisco che l’abbiamo vissuta in maniera incredibile. Poi, se nel primo tempo entra almeno una delle tre nitide palle gol che abbiamo creato cambia tutta la partita ma questo è un altro discorso”. Alcuni giornalisti locali gli fanno notare come il Bassano non abbia cercato la vittoria a tutti i costi nel finale. Successo fondamentale per accorciare la classifica, tanto più che Venturelli aveva qualche problema fisico: “No avevamo dato tutto e il pareggio poteva soddisfarci appieno. E sapete perché? I nostri equilibri sono ancora molto precari. Ancora non sappiamo dove possiamo arrivare, se abbiamo le capacità di puntare alla vetta, ai playoff oppure a niente. Scopriremo la nostra vera forza solo strada facendo e per progredire ci vuole tantissimo tempo. E ancor più determinante diventa riuscire a non interrompere la striscia positiva. Solo così si raggiunge quell’unione di intenti, quella forza di pensare come fossimo un’unica testa, che ci potrebbe permettere di spiccare il volo. Adesso siamo ancora in bilico, c’è un sottilissimo filo che divide la via che porta al successo da quella che conduce alla disfatta”. Incalzano i giornalisti di Lucca, non si capacitano di come una squadra come il Bassano che hanno vista all’opera possa trovarsi indietro in classifica. Ancora una volta Beghetto fa un’analisi da ascoltare in religioso silenzio: “Bassano è una piazza particolare. Una società magnifica che ti mette a disposizione grandissime risorse ma, proprio per questo, i tifosi si aspettano di “vincere facile”. Una piazza dove una vittoria per uno a zero contro l’ultima in classifica è preso come una mezza sconfitta. Alleno una squadra che è reduce da un’annata a dir poco meravigliosa (gestione Glerean ndr) e da un’altra rimessa in piedi con una rimonta spettacolare (gestione Roselli ndr). Soprattutto la prima, ma anche la seconda, avrebbero meritato di concludersi con una promozione. Invece sono arrivati due bocconi amarissimi, difficili da digerire e che hanno lasciato ripercussioni, sotto forma di pressioni, che si sentono ancora. Io queste vicende me le ricordo benissimo perché le ho seguite da tifoso dei giallorossi. È per questo che predico prudenza fino alla nausea. Per noi l’importante è essere lì, nel gruppo delle migliori, crescere pian piano e capire chi siamo un passo alla volta. La frenesia di vincere porta all’esatto opposto, questa è la lezione che ho imparato”. A questo punto il mister spiega qual è stata la prima cosa che ha fatto da quando ha ricevuto il testimone da Roselli. Sveliamo il segreto: “Sono partito dalla considerazione che questa rosa è composta da giocatori di grandi qualità, alcuni dei quali dal curriculum davvero importante. La cosa più logica era toccare le corde giuste, quelle che stanno nel profondo dell’animo di questo gruppo. Ho pungolato i ragazzi nell’orgoglio. Ho detto loro che non sono importanti per quello che hanno fatto, per quello che hanno vinto, per i successi e le soddisfazioni passate. Ma devono essere ricordati per quello che andranno a fare da qui in avanti e con questa maglia addosso. Le risposte che ho ricevuto sotto il profilo mentale, della predisposizione al sacrificio e della dedizione sono state incoraggianti da subito”.
Tornando alla gara si può affermare, senza timore di smentita, che un Bassano così offensivo non si vedeva da parecchio tempo. Non era un attacco a quattro punte ma ci assomigliava tanto: “Si, il mio intento era proprio quello di avere due esterni molto bravi ad offendere, a scambiarsi le posizioni e ad andare alla conclusione. Peccato perché le occasioni per fare gol le hanno avute. Per questo un pizzico di rammarico salirà in pullman con me”. Le ultime due annotazioni riguardano l’esultanza alla rete del pareggio e la reale forza della Lucchese: “Si l’avete visto, la reazione da parte di tutti al gol di Pavesi è da gruppo vero. Quello è il segnale più bello. Poi, che la Lucchese non sia al livello della Reggiana di due anni fa non sta a me dirlo. Quella era un’altra annata, lasciamo stare gli altri, a me interessa che i miei facciano ogni giorno dei progressi e siano già concentrati sul prossimo impegno col Bellaria”. Un passo alla volta e complimenti, mister Beghetto.
Il mister del Soccer Team, Massimo Beghetto (foto Roberto Bosca)
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