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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Politica

Te podevi taser

Polizia Locale e taser: il coordinatore di Fratelli d’Italia Bassano del Grappa Nicola Giangregorio replica all’assessore Campagnolo. “Le risposte che abbiamo ricevuto sono andate fuori dal binario che era quello di collaborare con l’amministrazione”

Pubblicato il 05-09-2025
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Caro assessore Campagnolo, te podevi taser.
Non la dice proprio così Nicola Giangregorio, coordinatore comunale e portavoce di Fratelli d’Italia di Bassano del Grappa, e anzi non lo dice affatto. Ma il senso della sua replica all’esponente della giunta Finco con delega alla Sicurezza, almeno per come la interpreto io, è sostanzialmente questo.
Prima però, egregi lettori, devo farvi il solito riassuntino delle puntate precedenti.

Il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia Nicola Giangregorio (foto Alessandro Tich)

Lo scorso 2 settembre il coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia, con un comunicato stampa a firma di Giangregorio e del referente provinciale FdI per la Sicurezza Domenico Merlo, si è rivolto all’amministrazione comunale, nella figura in primis dell’assessore Alessandro Campagnolo, invitandola a dotare di taser la Polizia Locale come deterrente al “preoccupante aumento di episodi di violenza, risse e aggressioni che minano la serenità della nostra comunità”.
Intervistato il giorno successivo da Bassanonet, l’assessore Campagnolo ha dichiarato che Fratelli d’Italia “ha sbagliato bersaglio” perché la richiesta va fatta non a lui, come assessore del Comune di Bassano, ma alla giunta dell’Unione Montana del Bassanese, di cui fa parte la Polizia Locale fino al 31 dicembre 2025.
Ha aggiunto che solo dopo il 1 gennaio 2026, data del rientro della Polizia Locale nell’organico del Comune di Bassano del Grappa, “la valutazione sul taser sarà una delle nostre priorità”.
E ha inoltre sottolineato, in merito alla nota posizione del coordinamento cittadino e del gruppo consiliare FdI sull’uscita della Polizia Locale dall’Unione, che proprio “una certa parte di Fratelli d’Italia era fortemente in opposizione alla mia diretta strategia di reintegrare la Polizia Locale quanto prima”.
Non possiamo certamente parlare di un “caso politico”, o perlomeno non ancora.
Ma lo scambio di vedute tra l’assessore e il partito della sua stessa maggioranza costituisce un precedente che nelle segrete stanze di via Matteotti dovrà essere ricomposto quanto prima.

Nicola Giangregorio: dunque cosa risponde alle dichiarazioni dell’assessore Campagnolo?
Prima di tutto faccio una premessa dovuta relativamente alla parola “bersaglio”. Per noi non esiste un bersaglio all’interno di questa maggioranza. Noi siamo parte integrante della maggioranza e quello che abbiamo fatto è portare all’attenzione una precauzione, una soluzione per cercare di dare più tutela ai nostri agenti di Polizia Locale e ovviamente anche più tutela ai cittadini. Noi abbiamo solo un obiettivo, quello appunto di arrivare a questo tipo di dotazione, cioè avere gli strumenti e la nostra Polizia Locale opportunamente preparata e tutelata.

L’assessore Campagnolo dice che dovete rivolgervi non a lui, fino al 31 dicembre, ma alla giunta dell’Unione Montana, l’ente di cui fa ancora parte la Polizia Locale. Ricordo che nella giunta dell’Unione Montana c’è anche il sindaco di Bassano, che la presiede e che ha la delega alla Sicurezza…
Esattamente. Veramente questa è una discrasia perché basta superare una porta e andare a bussare al sindaco Nicola Finco, avendo lui oltretutto le deleghe alla Sicurezza, in Unione. Quindi l’assessore ci rimanda all’Unione quando in teoria dovrebbe essere lui, avendo il sindaco a portata di mano che è delegato alla Sicurezza, ad andare a bussare, a portare il problema e a cominciare ad affrontarlo già dall’Unione. Inoltre l’assessore, oltre a rimandarci all’Unione, dice anche che non si può fare nulla e che bisogna aspettare il 1 gennaio. Non è vero.

Non è vero, in che senso?
Non è vero perché, come ho avuto modo di approfondire, già adesso si può cominciare a portare avanti l’iter stilando innanzitutto un protocollo d’intesa con l’Ulss, come è previsto dalla Conferenza Stato-Città sul taser. Possono fare questo protocollo d’intesa il Comune di Bassano, l’Unione Montana e l’Ulss.

Perché l’Ulss?
L’Ulss, nel rispetto dei principi di precauzione e di incolumità pubblica, è quella che deve dare le linee guida sulle modalità della sperimentazione del taser che deve essere effettuata previo un adeguato addestramento del personale interessato. Poi, dopo il protocollo d’intesa, possono sicuramente andare avanti col regolamento. Perché il regolamento si può approntare, non c’è bisogno di aspettare il 1 gennaio, e si può fare anche il disciplinare. Tutto in previsione poi del passaggio in consiglio comunale. Per quanto riguarda anche l’altra questione affermata dall’assessore e cioè che lui deve prima confrontarsi col questore di Vicenza, nulla di vero. Alla Questura si chiede il nulla osta, come tutte le volte che si cambiano o si comprano le armi. È una prassi di rito. Io ho anche un modello di delibera di giunta comunale sulla “sperimentazione di armi ad impulsi elettrici da parte della Polizia Locale” dove vengono riepilogati tutti i passaggi, tra cui l’acquisizione del nulla osta della Questura, ex articolo 35 del TULPS per acquisto di nuove armi. Per quanto riguarda il resto, si tratta di preparare adeguatamente gli agenti. Ma questo lo facciamo dopo, avendo risparmiato del tempo. Probabilmente l’assessore non ha avuto modo di andare in Unione, o non c’è mai andato per poter rappresentare questo problema che potrebbe essere affrontato subito. Quando le cose vanno bene, gli agenti di Polizia Locale sono di Bassano, quando vanno male ci dobbiamo rivolgere all’Unione. Come si dice, il cane di due padroni muore di fame, considerando che la Polizia Locale sembra essere figlia di nessuno e da gennaio serviranno altri sei mesi per portare a termine l’iter previsto.

Per concludere, dal punto di vista puramente politico lei come interpreta queste risposte dell’assessore?
Le risposte che abbiamo ricevuto sono andate fuori dal binario, che era appunto quello di collaborazione perché facciamo parte, come ho detto prima, di questa amministrazione. È chiaro che si è voluto togliere più di un sassolino dalla scarpa, per quanto riguarda la nostra posizione in merito all’uscita dall’Unione della Polizia Locale. Ormai faccio politica da un po’ di tempo e anch’io in passato sono stato preso a volte dalla mia permalosità o suscettibilità. Io ritengo che dal punto di vista politico, quando si ricoprono determinate cariche bisogna mettere da parte questo, bisogna cercare di affrontare il problema, guardarlo e approfondirlo soprattutto. Perché se no, ne va a discapito. Più noi ci chiudiamo in base alla nostra permalosità, più ci chiudiamo poi ad attuare delle soluzioni che devono essere prese in considerazione per il bene dei cittadini. Ecco, da questo punto di vista ritengo che bisogna migliorare.

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