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Iea, cresce la domanda di energia, tensioni senza precedenti
Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Tutti pazzi per Vecchio
Il centrocampista: “Non potevo sognare inizio migliore. La vittoria con la Giacomense potrebbe essere un punto di svolta”.
Pubblicato il 14-10-2009
Visto 1.769 volte
Lui è il “grande Vecchio”. Colui che dopo un anno e mezzo di assenza dai campi di gioco è stato capace di mettere in fila tre partite intere in otto giorni. Come non bastasse il suo debutto al “Mercante” ha sbalordito tutti tranne i pochi irriducibili (Boys, Fedelissimi e tifosi vari) che l’avevano visto all’opera a Sacile, giorno del suo esordio con la casacca del Soccer Team. Risultato? Andrea Vecchio ha stravinto il sondaggio su “il migliore in campo in Bassano - Giacomense” con il 50% delle preferenze uniche. “Non me l’aspettavo un risultato del genere – esordisce il diretto interessato – questo successo mi riempie d’orgoglio, significa che sono tornato un giocatore vero. Non potevo neanche immaginare un esordio più felice davanti al mio pubblico”.
La tua condizione non può essere al 100% stante il lungo periodo di inattività. In molti si chiedono dove potrai arrivare una volta raggiunto il top della forma.
Andrea Vecchio, 26 anni, alla prima stagione lontano da Busto Arsizio (foto Andrea Martinello)
“Beh, io sono questo tipo di giocatore, con i suoi pregi ed i suoi limiti, più propenso all’interdizione e alla lotta in mezzo al campo piuttosto che regista dai piedi buoni che detta i tempi del gioco. Di sicuro con il passare delle partite acquisterò più ritmo e, in generale, progredirò sotto tutti i punti di vista. Ora, logicamente, tendo a gestirmi lungo l’arco della partita, magari concentrandomi maggiormente sulla fase difensiva che mi riesce meglio. In futuro vedremo”.
Una curiosità. Abbiamo scoperto che alla Pro Patria vestivi la casacca numero 10.
“Oddio quella maglia è stata fonte di notevoli equivoci (e lo dice mentre ride di gusto ndr). Il motivo è che io giocavo mezz’ala sinistra in un centrocampo a tre e il mister assegnava il numero delle maglie in quel modo, agli esterni d’attacco il 7 e l’11, al centravanti il 9. Così il numero che nell’immaginario collettivo finisce al giocatore più talentuoso finiva sulle mie spalle ma era del tutto depistante! Voi non sapete quanto mi hanno sfottuto (testuale) i compagni per quella casacca. È un po’ come se al Milan dessero il 10 a Gattuso”!
Vecchio è l’uomo giusto al momento giusto. L’ideale per il centrocampo giallorosso. Ma quali sono state le vicissitudini che ti hanno portato ai piedi del Grappa?
“Nell’ultimo periodo ho vissuto momenti difficili a causa di quel brutto infortunio che mi ha costretto ai box per tanti tanti mesi. Inizialmente ho incontrato grande diffidenza (la stessa Pro Patria di cui era bandiera e capitano l’ha scaricato ndr) ma poi grazie ad un amico (Fabio Artico ndr) l’Alessandria mi ha concesso di poter svolgere il ritiro estivo con loro pur sapendo che non mi avrebbero potuto tenere visto l’abbondanza di centrocampisti. A quel punto è arrivata la telefonata di Braghin che, coraggiosamente, ha puntato forte su di me dimostrandomi subito fiducia. Abbiamo concordato un periodo di prova per testare le mie condizioni e, dopo aver convinto Roselli, mi ha offerto il contratto”.
Torniamo al campionato. La vittoria di domenica, arrivata in un momento particolare e attraverso fatica e voglia di raggiungere lo scopo ad ogni costo, ha ridonato serenità all’ambiente e temprato lo spirito della squadra.
“In effetti sono stati tre punti proprio sudati. Paradossalmente vincere così da ancora più gusto. Ma quello che voglio sottolineare è che questa partita è l’esatto specchio di questo campionato. E specialmente se ti chiami Bassano Virtus e sei la squadra da battere: ogni avversaria è portata ad affrontarci con il coltello fra i denti e giocando alla morte, quindi per noi è più difficile e dobbiamo essere ancora più bravi. Comunque ritengo che il successo con la Giacomense sia arrivato in un momento cruciale, da qui si può ripartire per costruire qualcosa di importante”.
L’ultima domanda riguarda l’ambiente giallorosso. Braghin e Anaclerio, arrivando da fuori ed avendo grande esperienza, si sono già pronunciati. Qual è il tuo parere a proposito?
“E’ innegabile che in questa città si viva benissimo. A livello umano, poi, raramente si incontra un posto del genere dove ci si sente quasi in famiglia. D’altro canto la squadra di una società che ha grandi ambizioni sarebbe avvantaggiata della carica che sa trasmettere uno stadio pieno e caloroso”.
Ma il fatto di essere incoraggiati, invece che attaccati e criticati aspramente, dalla tifoseria quando le cose vanno male non dovrebbe essere un aspetto che aiuta a mantenere serenità e, dunque, lavorare meglio?
“Dipende dai giocatori che sono delle persone come le altre. Sicuramente durante la sfida gli applausi e i cori a favore sono un ottimo propulsore. A gare finita, invece, c’è chi in situazioni di difficoltà ha bisogno di essere incoraggiato per superare ed uscire in fretta dal momento ed altri che, al contrario, necessitano di avere delle forti pressioni esterne per reagire e rendere al massimo”.
Vai nella sezione "calcio" per vedere il risultato dei sondaggi, in quella "Forum" per leggere i commenti.
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