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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Marco PoloMarco Polo
Giornalista
Bassanonet.it

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Per piacere, basta!

La solita squadra che s’impegna ma totalmente sfiduciata. Serve un condottiero che prenda in mano il timone oppure aspettare serenamente che arrivi l’arca di Noè. Sabato il derby tanto atteso in un clima surreale

Pubblicato il 02-12-2017
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Brassaï. L’occhio di Parigi

GUBBIO – BASSANO 1 - 0

AS Gubbio 1910 (4-4-2): Volpe 6,5; Paramatti 6, Burzigotti 6, Piccinni 6,5, Lo Porto 6; Cazzola 6 (42’ st Paolelli sv), Giacomarro 6, Sampietro 6, Ciccone 6,5 (32’ st De Silvestro sv); Marchi 6, Casiraghi 7 (47’ st Jallow sv).

A disposizione: Costa, Malaccari, Conti, Bergamini, Fumanti, Manari, Libertazzi. All. Pagliari

Bassano Virtus (4-3-2-1): Grandi 6,5; Andreoni 6,5, Barison 5,5, Pasini 5,5, Stevanin 6 (41’ st Bonetto sv); Proia 5,5 (13’ st Diop 6), Botta 6 (35’ st Giordani 6), Bianchi 6; Minesso 5,5, Venitucci 5; Fabbro 6.
A disp. Falcone, Laurenti, Ceccato, Salvi, Bortot, Tronco, Popovic, Zarpellon. All. Magi

ARBITRO: Tursi di Valdano
RETI: pt 3’ Ciccone (G)
NOTE: -
SPETTATORI: 1200
AMMONITI: Sampietro, Barison, Fabbro, Volpe, Paramatti
ESPULSI:
ANGOLI: 4-10
RECUPERO: pt 0’; st 0’

Gubbio. Ormai per il BV perdere sembra essere la normalità. Dopo l’ennesima partita emozionante come il famoso documentario sulla riproduzione dei lombrichi di pitturiana memoria, ci ritroviamo a dire le solite cose. Il Bassano non ci crede, si scioglie di fronte alle difficoltà, non ha idea di come innescare due punte di movimento come Fabbro e/o Diop, non sa più essere impermeabile, difendendo di squadra, come nella fase iniziale del campionato. Se non si è ancora capito, se non si è ancora voluto capire, se stiamo ancora a disquisire sul sesso degli angeli, ve lo diciamo ancora una volta: a questa squadra che, pur si impegna, serve una scossa a livello mentale. Se una squadra continua a giocare senza convinzione, con paura di sbagliare, contratta, se il pallone tra i piedi scotta, se continuano ad essere spese fiumi delle stesse identiche parole senza che cambi nulla, se non c’è stata una cavolo di assunzione di responsabilità che sia una (!) bisognerebbe anche porsi qualche domanda. Del girone d’andata che sta per chiudersi non c’è granché da salvare: si è costruito poco da cui ripartire, non ci sono certezze tecniche, sono stati cambiati tutti i moduli possibili e non principalmente per causa di forze maggiore eppure si continua a boccheggiare in attesa che sopraggiunga l’arca di Noé a portarci tutti in salvo. Ovviamente poi piove sul bagnato: i giorni che porteranno alla partita di campionato più attesa della storia giallorossa sarà giocata in un atmosfera di sfiducia ed è una macchia gravissima. Tutti gli occhi adesso saranno puntati sul comignolo di via Piave: il fumo che ne uscirà sarà bianco o nero?
Stavolta la partita non è inguardabile come l’orrenda trasferta col Mestre, per carità. I padroni di casa hanno il merito di approcciare con ferocia alla gara, sfruttare la dormita iniziale dei giallorossi e condurre in porto la vittoria senza troppi patemi d’animo. Le buone notizie della settimana? I rientri da 1’ di Stevanin e Botta e sopratutto la conferma che a giocarsi i playout saranno solo l’ultima e la penultima del girone.

Solita storia. Al 3’ un Gubbio gagliardo e pimpante è già in vantaggio. Bel pallone dentro per Casiraghi, gran giocata di del fantasista che s’incunea tra Barison e Pasini prima di cogliere la traversa. Sul tap in è pronto Ciccone. Nell’occasione la squadra giallorossa si fa superare con stupefacente facilità, splendida e determinata la giocata del dieci eugubino, cercato anche dal Soccer Team nel corso del mercato estivo. La reazione del BV è più nei pensieri che tramutata in chiare occasioni da gol., anche se Pasini e Fabbro tentano di mettere sotto pressione la porta di Volpe. Al 20’ bella discesa di Stevanin, cross preciso come da copione ma Proia cicca clamorosamente il pallone! Il centrocampista continua dimostrare di avere un eccezionale senso dell’inserimento, dote che non ha nessuno in rosa e che ricorda un po’ l’ex Mateos, ma senza dubbio non ancora uno sviluppato senso del gol. L’occasione che sfuma è clamorosa. Con l’andare dei minuti il Gubbio preferisce preoccuparsi di chiudere tutti gli spazi ed irretire la manovra bassanese per poi lanciare in contropiede il talento di Casiraghi. Il Bassano trova quindi gli spazi intasati e tanta densità nella trequarti rossoblù, ottiene ben cinque corner ma l’indice di pericolosità è piuttosto basso. Alla ripresa dei giochi, all’improvviso, si materializza un pallone a campanile in area di rigore. Minesso non riesce a credere a tanta grazia e pure lui, come Proia nel corso del primo tempo, cicca maldestramente la sfera! Il Soccer Team ce la mette tutta, Magi prova a gettare benzina nel fuoco inserendo Diop attorno al quarto d’ora al posto di Proia. In realtà di sussulti ce ne sono ben pochi, la partita sfila via assieme alle speranze giallorosse come acqua tra le dita. Al 30’ Ciccone divora la doppietta personale e come se non ciccando la sfera? In onore al proprio cognome e per non essere da meno rispetto agli avversari Proia e Minesso. Ci sarebbe da ridere se la faccenda non fosse alquanto seria. A dieci minuti dalla fine Venitucci si sveglia dall’apatia, dalla sfiducia, nella quale è precipitato e libera finalmente il suo velenoso sinistro. Volpe deve impegnarsi a dir poco per mantenere inviolata la porta. Al 90’ ancora Minesso, specchio della sfiducia che regna in seno alla squadra, spreca malamente un pallone dentro l’area di rigore.

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