Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
4-11-18 Settembre 2025
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Marco Polo
Giornalista
Bassanonet.it
Pubblicato il 29-09-2008
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Non basta al Bassano la notevole voglia di riscatto, dei suoi giocatori e del suo tecnico, per avere la meglio su una compatta Giacomense. La grinta, la determinazione e lo spirito di sacrificio sono quelli richiesti da Ezio Glerean prima della gara. La qualità, no. Quella arriverà solo quando la testa sarà sgombra dai cattivi pensieri che stanno tormentando i calciatori in maglia giallorossa. Senza la tranquillità necessaria anche i più forti non riescono a emergere. È su questo che deve lavorare ora il tecnico giallorosso.
Novità. Quando nella conferenza stampa del venerdì, Ezio Glerean parlava di cambiamenti, nel modulo e nell’atteggiamento tattico, nessuno si aspettava la rivoluzione a cui stava pensando: un 4-4-2 che non si vedeva sul prato del Mercante da almeno tre anni. Una maglia da titolare a Ghosheh e a Sinicropi. Centrocampo muscolare con Mazzoleni e De Simone in cabina di regia. Staiti e Favret sulle fasce con compiti d’inserimento. In avanti la coppia gol è composta da Lorenzini e Berrettoni.
Emil Zubin, 31 anni, ha avuto una grossa chance a pochi secondi dal termine (foto Andrea Martinello)
Tensione a mille. La partenza è contratta da parte della formazione di Bassano del Grappa. Il nuovo modulo ma soprattutto la paura di non poter sbagliare e l’importanza della posta in palio condiziona pesantemente la manovra dei ragazzi in maglia giallorossa. Al 12° la Giacomense crea il primo pericolo: un pallone perso da Ghosheh, nella sua trequarti campo, innesca un contropiede che non viene però finalizzato a dovere. Il Bassano ha bisogno di sbloccarsi, di scrollarsi di dosso la tensione che toglie lucidità e irrigidisce le gambe. Servirebbe un episodio, un po’ di quella buona sorte che basterebbe per far riprendere coraggio e confidenza a una squadra emotivamente in difficoltà. La Giacomense, salita in Veneto sulle ali dell’entusiasmo della neopromossa, non ha, invece, niente da perdere e potrebbe approfittare di questo blocco mentale. La grande occasione, per i padroni di casa, di venire fuori da questo tunnel giunge al 15° quando un perfetto cross di Favret è inzuccato con potenza e precisione da Lorenzini ma la palla colpisce in pieno la traversa a portiere battuto. Al 24° da segnalare un bruttissimo colpo sulla nuca che costringe Zattarin a lasciare il terreno di gioco. Al suo posto entra Mattia Turetta. Il cambio determina anche una variazione di modulo, il Soccer Team passa a un più consono 4-3-3. La manovra, però, continua a non essere fluida, la volontà non manca, ma le occasioni da gol latitano. Per venire a capo della situazione ci vuole il classico episodio, il colpo di genio di uno dei suoi alfieri. E l’episodio chiave, della prima frazione, avviene al 34°. Un mani in piena area ferrarese, viene valutato dall’arbitro come calcio di rigore.
Potenziale svolta. S’incarica della battuta Berrettoni che, subito sbaglia, ma è il più lesto a ribattere la corta respinta del portiere. Uno a zero e sfida sbloccata . La cosa più bella, fino a quel momento, avviene subito dopo: l’abbraccio che tutta la squadra corre a tributare al suo tecnico. Il gol cambia il volto alla partita. Come ennesima dimostrazione di come nel calcio tutto può cambiare nel giro di pochi attimi. Il gol galvanizza la formazione veneta tutt’un tratto più lucida e convinta dei propri mezzi.
È un momentaccio. Se qualcuno si era, però, illuso che il peggio fosse alle spalle, si sbagliava di grosso. Passano appena cinque minuti dall’inizio della ripresa e la Giacomense pareggia al secondo tiro verso la porta difesa da un ottimo Grillo: punizione dalla trequarti, svetta Gherardi e palla in rete. Tutto da rifare dunque. La cosa peggiore, però, è che il colpo a “freddo” fa ripiombare la squadra giallorossa nelle sue paure. Al 52° Glerean è costretto a cambiare uno stremato De Simone, ancora indietro di condizione, per Michele Pellizzer con conseguente slittamento di Mazzolini a centrocampo. La partita è complicata, la squadra non è al top ma quel che serve ora è tirare fuori il carattere per portare a casa i tre punti. Al 60° Berrettoni suona la carica, numero su un avversario e destro a seguire sul quale il portiere si salva in angolo. A regnare sovrana è la confusione perché con il passare dei minuti la Giacomense pensa a intasare sempre di più gli spazi con un centrocampo foltissimo e il Bassano non ha la necessaria lucidità. Al 18° esce Lorenzini per fare spazio a Zubin. Ancora una volta la sterzata può darla solo il colpo di un singolo. Beh, se una squadra di Seconda Divisione può disporre del talento di Emanuele Berrettoni qualche chances in più può averla. Ebbene è proprio il numero dieci, a tirare fuori dalle secche la formazione bassanese con un gol straordinario, dal lato corto dell’area di rigore a giro, sotto l’incrocio del palo opposto. Quello che, invece, nessuno può nemmeno immaginare è l’ingenuità enorme che commette il capitano, Elia Pavesi, al 70°: un fallo inutile, con l’attaccante di spalle, e rigore ineccepibile. Sul dischetto Nicolini timbra il due a due. La tensione si fa sempre più grande, il Bassano attacca più con la forza della disperazione che con una trama costruita. All’82° Pellizzer da calcio d’angolo sfiora il palo alla destra di Mandrelli ma luce è spenta. A complicar ulteriormente le cose, arriva l’infortuno che toglie di mezzo Sinicropi e Bassano, esaurite le sostituzioni, costretto in dieci. L’ultima possibilità giunge a pochi secondi dal gong finale: un gran contropiede condotto come di consueto da Berrettoni mette Zubin in condizione di battere a rete. L’attaccante fallisce e cala il sipario su una partita difficile, ricca di tensioni ma povera di emozioni.