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Alessandro TichAlessandro Tich
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Il sindaco uscente di Solagna Stefano Bertoncello in corsa per il secondo mandato. “Scelta non scontata. Nuovi progetti e completamento del programma interrotto da Covid e alluvione, per cinque anni di amministrazione, speriamo, normale”

Pubblicato il 05-06-2024
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Come per tutti i suoi colleghi, il suo mandato è stato sconvolto per due anni dalla pandemia.
Ma nel 2020, come se non bastasse, il suo paese è stato travolto dall’alluvione del 4 agosto, provocata da una bomba d’acqua rovinata dalla montagna, che ha costretto al lungo lavoro del ripristino degli ambienti e delle strade.
Ora Stefano Bertoncello, 61 anni, assicuratore, sindaco uscente di Solagna, ci riprova: a capo della lista civica che porta il suo nome, corre nuovamente per la carica di primo cittadino.

Stefano Bertoncello con i candidati della sua lista

Fanno parte della sua squadra di lista i candidati consiglieri Stefano Bianchin, finanziere; Giuseppe Bittante, commerciante; Stefano Boin, pensionato; Grazia Magnarello, pensionata; Daniele Andrea Nervo, educatore di comunità; Sergio Nervo, magazziniere; Maicol Scramoncin, operaio elettromeccanico; Giobatta Todesco, medico chirurgo.
Bertoncello è uno dei tre candidati sindaci di Solagna oltre a Marco Vanzo e a Laura Carraro, alla quale abbiamo già dedicato un articolo.

Stefano Bertoncello, con che spirito intraprende questa seconda avventura?
Non è stata una scelta facilissima o scontata. Ci abbiamo pensato molto e poi abbiamo capito che, un po’ per il Covid e un po’ per l’alluvione che abbiamo avuto, abbiamo perso tante possibilità. Ora vogliamo provare a fare cinque anni, speriamo, di amministrazione normale, potendo programmare e quindi concludere e definire quelle cose che sono rimaste ovviamente a metà strada. E anche con la voglia di chiudere un cerchio, abbiamo deciso di rifare la lista e di ripresentarci. Lo spirito è quindi quello di finire quanto fatto e di fare qualcosa di nuovo.

Di tutte le cose del vostro programma, quella più importante qual è, per i prossimi cinque anni per Solagna?
La cosa più importante sarà almeno iniziare con una progettazione definitiva quella che viene chiamata, forse in maniera non consona, la ciclopista. Se toccherà a noi, ovviamente, progetteremo sull’attuale sede di cui c’è già una traccia sul lungobrenta un bel sentiero ampio dove poter passeggiare e passare anche con le biciclette, ma che parta dalla zona Torre e arrivi almeno fino alla diga di Campolongo. Ci piacerebbe riuscire a creare un progetto su cui poter lavorare a stralci funzionali, in modo tale che una volta fatto un pezzo, sia completamente fruibile dalla popolazione.

Solagna è un Comune che va dal Brenta al Grappa. È molto esteso e diversificato. Con l’alluvione del 4 agosto 2020 abbiamo visto cosa vuol dire essere colpiti da un’emergenza ambientale a seguito di eventi meteorologici. Lei come si pone di fronte alla questione di tenere a bada il territorio, inteso come ambiente?
Il 4 agosto ci ha insegnato delle cose. Ci ha insegnato che la cura alle valli e al territorio deve essere una cosa primaria per tutte le amministrazioni, specialmente le nostre che insistono su questi territori. Nel nostro programma abbiamo inserito uno studio idrogeologico su tutte le valli del nostro Comune. Perché quello che è successo il 4 agosto 2020, facendo ovviamente gli scongiuri, potrebbe succedere di nuovo. E comunque nella disgrazia abbiamo avuto la possibilità di sistemare la zona. Difficilmente qui succederà quello che è successo il 4 agosto, nel senso che tutte le opere di ripristino sono state fatte a memoria di quello che era accaduto. Quindi tutta una serie di vele sulla vallata e anche in alto, che trattengono i sassi. Qualsiasi cosa succeda, qui dovrebbe arrivare solo acqua, e acqua incanalata nella valle.

Cioè come?
Perché noi, dopo quella giornata, abbiamo riaperto completamente una valle che prima era stata “intubata” negli anni ’60, ’70. Allora si facevano queste cose, per fare il giardino sopra e altre cose così: mettevi un tubetto da 80 e l’acqua passava di là. Oggi, con i colpi che arrivano adesso, quei tubi lì non servono. Noi abbiamo riaperto completamente una valle, spostato una strada e dove l’abbiamo intubata lo abbiamo fatto con tubi da 2 metri e 50 x 2: ci passa una macchina sotto. Le stesse cose andranno fatte anche sulle altre valli, se sarà possibile, ma è ovvio che lì ci vorrà una programmazione importante che non riguarderà solo il Comune, ma probabilmente bisognerà che anche la Regione e la Provincia intervengano in qualche maniera, perché poi vediamo questi problemi anche in Comuni vicini, come Marostica in questi giorni, e sono pesantissimi. Quindi non sarà una spesa che i Comuni possono affrontare da soli.

Per finire, una domanda “politica”. La sua maggioranza uscente si presenta agli elettori con due anime. La capogruppo di maggioranza uscente Laura Carraro corre per conto suo come candidato sindaco. E quindi lei cosa dice?
È andata così. Noi abbiamo lavorato cinque anni assieme e poi, per una serie di punti di vista diversi su determinati aspetti, abbiamo deciso che ognuno vada per la sua strada. Non abbiamo né litigato, né niente. La Laura è venuta anche a chiedermi se c’era la possibilità di fare qualcosa assieme, ha fatto delle richieste che il gruppo non ha accettato e quindi lei ha deciso di andare per la sua strada e noi andiamo per la nostra. Ma senza particolari problemi. Poi il paese deciderà.

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