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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Il "Tich" nervoso

Bassano Matrix

Dopo la riscoperta delle lontane origini bassanesi di Keanu Reeves, riscriviamo la sceneggiatura del suo film più famoso

Pubblicato il 10-02-2017
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Aaaah, questa sì che è meravigliosa. Keanu Reeves di lontane origini bassanesi.
Con la penuria di notizie stimolanti che riguardano la nostra città, questa proprio ci voleva.
Il divo di Hollywood e recentissimo ospite d'onore al Festival di Sanremo sarebbe infatti un discendente (nientepopodimeno che) della stirpe dei Bassano, col capostipite Antonio, famiglia di musicisti che nel '500 dalla nostra città emigrò a Londra alle corti di Enrico VIII e di Elisabetta I. Bassanesi d'Oltremanica che annoverano anche importanti figure femminili quali la figlia di Antonio Lucrezia (dal cui matrimonio con l'ugonotto francese Nicholas Lanier si sarebbe generato il ”ramo” genealogico tramandatosi fino alla multietnica famiglia Reeves) e la nipote Aemilia, la presunta “Dama Bruna” dei Sonetti di Shakespeare, di cui il padre di Amleto e di Romeo e Giulietta si sarebbe anche invaghito.

L'insolito dato biografico - già diffuso in diversi post pubblicati negli ultimi anni nelle pagine web dedicate al celebre divo - è mediaticamente “riemerso” all'improvviso proprio in concomitanza con la performance del fascinoso attore sul palcoscenico sanremese. E vai col liscio: ora abbiamo un “illustre bassanese” in più.
E non importa se per ricostruire l'asserito collegamento di sangue con la città del Grappa bisogna risalire di cinque secoli. È quanto basta, se non proprio a tentare di conferire al buon Reeves la cittadinanza onoraria, perlomeno a far volare la fantasia e a descrivere il nostro eroe, secondo una prassi molto seguita da queste parti, da un punto di vista totalmente bassanocentrico.

Ve lo immaginate - ad esempio - il “bassanese” Keanu nelle vesti di Neo, il protagonista di Matrix nonché personaggio che gli ha conferito la gloria nei secoli dei secoli?
Con buona pace dei fratelli (oggi sorelle) Wachowski, bisognerebbe riscrivere la sceneggiatura del film che ha segnato una svolta nella storia del cinema. Perché quando qualcuno - per nascita o anche, come in questo caso, per remoto ceppo familiare - arriva da Bassan, non si può che bassanesizzare il contesto che lo circonda.
E così, nella nuova versione del capolavoro del grande schermo, per scoprire che cos'è The Matrix Neo da Bassano deve fare la scelta epocale: prendere la pillola rossa, oppure quella blu. Sceglie la pillola rossa, perché in riva al Brenta governa il centrosinistra.
Si ritrova scaraventato in un mondo parallelo governato da intelligenze artificiali e scopre che la città che aveva frequentato fino ad allora era solo una neuro-simulazione virtuale costruita sul modello del mondo del 2017 per tenere sotto controllo gli esseri umani.
Il Ponte di Bassano da restaurare, il Polo Santa Chiara da costruire, il Tempio Ossario da sistemare, il sovrappasso ferroviario di San Vito da riaprire, il Piano Urbanistico PPE 4 Area Parolini da realizzare, l'ex caserma Fincato da riadattare, il Tribunale della Pedemontana da sostenere, il nuovo Teatro Civico da progettare, il Turismo e il Marketing Territoriale da rilanciare: tutte illusioni ottiche simulate da un codice di programmazione elaborato da menti aliene (The Matrix, per l'appunto) che annebbia la percezione umana impedendole di vedere la fine delle cose e relegandola ad una condizione di perenne sospensione. Da qui anche le coreografie “sospese” nelle famose scene di azione del film.
Ma Keanu da Bassan risolve la situazione. In un continuo andirivieni tra mondo reale e realtà simulata l'intraprendente Neo della Pedemontana, considerato “l'eletto” ovvero colui che sarà in grado di decodificare Matrix, ingaggia la sua guerra personale contro i generatori del codice e alla fine la vince. Rimanendo però, sempre alla fine, nel mondo della realtà virtuale. Con tutte le illusioni ottiche del caso. Che però, una volta raggiunta la consapevolezza di essere “l'eletto”, diventano per lui delle nuove sfide da affrontare.
Nella scena conclusiva del film Keanu-Neo da Bassano del Grappa, ritornato nel mondo di Matrix, da un telefono pubblico annuncia alla gente che “tutto è possibile”.
E prima di volare via sopra la città e i Territori del Brenta pronuncia la frase storica che anticipa gli altri sequel della saga cinematografica: “Il 2017 sarà l'anno delle azioni.”

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