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L'assessore senza auto blu rispedito a casa da Cima Grappa
Roberto Ciambetti, invitato in rappresentanza della Regione Veneto, rinuncia all'auto di servizio e sale alla cerimonia sul Monte con la sua Ford. Al posto di blocco: “Mi dispiace, non si passa”
Pubblicato il 08-08-2011
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Era stato delegato dal governatore Luca Zaia a rappresentare la Regione Veneto alla cerimonia commemorativa in programma ieri a Cima Grappa.
E - come afferma di fare di solito, quando possibile - ha rinunciato all'auto di servizio, con autista incorporato, e ha preferito mettersi alla guida della sua Ford privata.
Ieri mattina Roberto Ciambetti, assessore regionale leghista al Bilancio, alle Finanze e ai Rapporti con gli Enti Locali, è partito di buon'ora da Sandrigo per partecipare al tradizionale “incontro delle genti venete” della prima domenica di agosto al Sacrario Militare del Monte Grappa.
L'assessore regionale Roberto Ciambetti: "Senza auto di servizio non si passa"
“Nonostante la buona volontà - racconta Ciambetti - non sono riuscito ad arrivare al Sacrario: a circa tre chilometri dalla vetta a un posto di blocco vengo invitato a far manovra e tornare sui miei passi, perché i parcheggi a monte erano esauriti e non c’era alternativa o possibilità alcuna.”
“Cerco di spiegare - riferisce ancora l'assessore - che rappresento la Regione del Veneto, che sono atteso dalle autorità, anzi che sono una autorità: nulla da fare, cortesemente, quanto fermamente mi viene chiesto di non insistere perché di lì, per usare un’espressione molto diffusa in loco già nel 1918, non si passa. Chi mi parla ha ricevuto dall’organizzazione delle disposizioni precise e non è di certo colpa sua farle rispettare.”
“Tutto sommato - rileva l'esponente della giunta regionale - per quanto dispiaciuto per l’inconveniente, non posso che rallegrami in cuor mio, perché in una Italia disordinata, che qualcuno faccia rispettare l’ordine senza sudditanza psicologica alcuna è pur sempre rinfrancante.”
“Nel mentre faccio manovra per tornare a valle - racconta ancora Ciambetti - s’avvicina al posto di blocco un’auto dei vigili urbani di un Comune della vallata e viene fatta passare; subito dopo questa, un’automobile dei Carabinieri con un alto ufficiale a bordo e anche questa passa. Torno indietro, a piedi, e chiedo a chi mi aveva fermato perché mai sia stato aperto il varco a quelle due auto, mentre io ero stato invitato a tornare indietro: “Sono auto di servizio”, mi spiegano come a dire che se avessi usato l’auto di servizio, con tanto di autista, non ci sarebbero stati problemi, le transenne si sarebbero aperte, un saluto alla visiera e via libera all’auto blu. L’abito non fa il monaco, l’auto blu, invece, sì.”
“Mr Bean, che nella vita privata le macchine le sfascia - commenta l'assessore - avrebbe escogitato una delle sue trovate; io, più modestamente (e tenendo ben cara la mia Ford) scendo a valle, consolato dal fatto di poter arrivare a casa in tempo per il pranzo e stare così, finalmente, per una domenica in famiglia.”
“Proprio il 3 agosto scorso - conclude - la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva spiegato il Decreto sulle Auto blu, dicendo chi ha diritto e chi no all’automobile di servizio. Se c’è un simbolo odiato dei costi della politica è proprio l’auto di servizio, ma farne a meno sembra impossibile e così, parafrasando Alberto Sordi, vien proprio da cantare “Ma ‘ndo vai se l’auto blu non ce l’hai”?"
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