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E' proprio vero: la stupidità dei vandali non ha confini.
E così, nella città di Rijeka (Fiume) in Croazia, un gruppetto di sbandati minorenni ha preso di mira una statua barocca del grande scultore bassanese Orazio Marinali, intitolata “Donna” e collocata in un parco pubblico, sfigurandole il viso e imbrattandola con graffiti sul petto e sulle gambe. L'episodio è accaduto nel pomeriggio dello scorso 12 agosto ed è stato segnalato dal quotidiano croato “Novi List”.
I frammenti delle parti distrutte della statua sono stati fortunatamente recuperati e il Comune di Rijeka provvederà ora al restauro dell'opera.
La statua di Orazio Marinali sfregiata dai vandali (foto: novilist.hr)
La scultura danneggiata è collocata nell'attuale sito - un parco attiguo all'Archivio di Stato della seconda città della Croazia, affacciata sul Golfo del Quarnaro - dal 1934, quando Fiume apparteneva all'Italia.
Ma le evidenze storiche ritengono che sia giunta a Rijeka almeno un secolo prima, in pieno Impero Austro-Ungarico, proveniente dalla collezione privata di qualche villa veneziana della costa dalmata o istriana.
Un'acquisizione che conferma la rinomanza che Orazio Marinali - artista vissuto a cavallo tra il '600 e il '700 e considerato il massimo scultore del '600 veneto - acquisì oltre i confini della nostra Regione.
Vandalismi a parte, la conservazione della statua dell'artista bassanese presenta diversi problemi: è infatti scolpita in “pietra tenera” - un materiale tenero e poroso, estremamente sensibile all'azione delle condizioni atmosferiche e all'usura del tempo - e il volto e le braccia della figura erano già interessati da un processo di erosione.
Non è la prima volta che l'opera è entrata nel mirino dei vandali. Era già accaduto due anni fa, e anche allora venne restaurata sempre ad opera del Comune di Rijeka, che si trova a gestire un patrimonio di 119 tra monumenti e statue storiche collocati nelle aree pubbliche.
L'ultimo episodio è stato tuttavia particolarmente grave e non si esclude che, a restauro concluso, la “Donna” di Orazio Marinali possa essere collocata “in un luogo più adeguato”.
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