Connessioni contemporanee
Un dialogo col presente
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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Pubblicato il 25-06-2011
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Una decina di macchie rosse sulle finestre e sulla facciata del Tribunale di Bassano in via Marinali.
E' il segno più marcato della manifestazione organizzata questo pomeriggio in città dal Comitato per la Difesa della Salute nei Luoghi di Lavoro e nel Territorio di Tezze sul Brenta e Bassano del Grappa contro la sentenza “ex Tricom / PM Galvanica” che lo scorso 24 maggio ha assolto per “non sussistenza del fatto” i tre imputati che dovevano rispondere della morte di cinque dipendenti dell'azienda, dovuta secondo l'accusa al “cromo killer” contenuto nelle lavorazioni aziendali (si legga: notizie.bassanonet.it/cronaca/8562.html).
Alla mobilitazione di protesta, oltre agli esponenti del Comitato, hanno partecipato alcuni ex lavoratori Tricom/PM Galvanica e varie rappresentanze sindacali di base, politiche e studentesche.
La facciata del Tribunale di Bassano dopo il passaggio del corteo di protesta contro la sentenza Tricom/PM Galvanica (foto Alessandro Tich)
Prima della manifestazione in piazza Libertà, il corteo dei partecipanti ha attraversato le vie del centro storico, blindato per l'occasione da carabinieri, polizia e agenti di polizia locale. Il momento di massima tensione è coinciso col passaggio del corteo davanti al Tribunale quando, secondo alcune testimonianze raccolte sul posto, un gruppo di manifestanti ha lanciato contro la facciata del palazzo di giustizia dei palloncini contenenti della vernice rossa. Sempre secondo le prime informazioni, i palloncini con la vernice erano nascosti in contenitori imbottiti di ovatta per evitare che scoppiassero durante il trasporto. Lungo il percorso c'è stato anche il lancio di petardi e di fumogeni, che hanno causato preoccupazione ad alcuni residenti del centro.
“Questa sentenza - afferma un volantino diffuso dai promotori -, in un periodo di alta mortalità dei lavoratori per incidenti o malattie professionali (solo l'amianto uccide ogni anno in Italia 4000 persone), decreta l'impunità assoluta per chi avvelena uomini ed ambiente e li invita, nei fatti, a fregarsene della salute altrui. Le sostanze nocive colpiscono prima i lavoratori e poi i cittadini ignari che vivono in un territorio disastrato. Per questo la nostra lotta è la lotta di tutti.”
Con l'ausilio di un impianto di amplificazione mobile, durante il corteo sono stati ripercorsi i momenti salienti della vicenda giudiziaria, con l'annuncio che la protesta continuerà anche a Venezia, dove si svolgerà il processo di appello.
In piazza sono seguite delle testimonianze al microfono, tra cui l'intervento di un ex lavoratore dell'azienda di Tezze che ha indicato, applauditi, gli altri colleghi di lavoro presenti, chi con un tumore conclamato e chi “in attesa di averlo, perché la nostra condizione è come una bomba ad orologeria”.
Una realtà che - al di là delle sentenze giudiziarie e degli eccessi di protesta, come quello di oggi - rivela la serietà e la gravità di un problema che si trascina da anni e che non ha ancora risposta.